La lettura storico critica delle fotografie – part 1 –

~ L'iconografia del Tango ~

 

5.2.L’analisi della danza attraverso la lettura storico critica delle fotografie selezionate

 

5.2.2. La lettura storico critica delle fotografie

di Mădălina Goga

 


Lo scopo di questo saggio sulla fotografia del tango intende disegnare un quadro sull’evoluzione stilistica del ballo. Per arrivare a capire tutte le trasformazioni è necessario fare delle letture storico critiche delle immagini più rappresentative di ogni periodo. Considerato che nel Capitolo 4 si è già fatta la catalogazione delle fotografie con la descrizione del soggetto, l’analisi delle immagini partirà da un livello iconografico e semiotico.

Dunque, per il periodo della Guardia Vieja si prendono in esame le fotografie: 295459 (scheda n° 5), 138024 (scheda n° 6.), 138011 (scheda n° 11), per la Guardia Nuova I: 282532 (scheda n° 19), 138014 (scheda n° 23); la Guardia Nuova II: 319543 (scheda n° 27), 319851 (scheda n° 32), 319854 (scheda n°35); l’Avanguardia: 302458 (scheda n° 38), 302459 (scheda n° 39), 302460 (scheda n° 40), 302461 (scheda n°41) e periodo contemporaneo: 344789 (scheda n° 44), 344871 (scheda n° 46), 344872 (scheda n° 47).


La Guardia Vieja

Esame delle fotografie: 295459 (scheda n° 5), 138024 (scheda n° 6.), 138011 (scheda n° 11)


La fotografia immortala la raffigurazione di un’entrada ossia un’invasione da parte di chi guida (in questo caso De Navas) nello spazio del compagno. L’entrada fa parte di una quebrada, e di solito si fa alla fine. Nell’immagine seguente si osserva l’equilibrio e la simmetria del passo sul piano dello spettatore. Il piede destro di De Navas, perfettamente a raso col suolo,  entra tra le gambe del partner mentre, il piede sinistro è fortemente flesso. Si forma così un triangolo la cui linea di base passa per il tacco del compagno, partendo dalla punta del piede destro di De Navas e arrivando alla punta del piede sinistro. Il triangolo, essendo posizionato con la cima in alto suggerisce allo spectator un’idea di equilibrio, nonostante le contorsioni tipiche del tango criollo.

 Roland Barthes tra i suoi riflessioni sulla fotografia distingue tre elementi fondamentale della fotografia: l’operator, lo spectator e lo spectrum, dove l’operator è il fotografo, lo spectator è il contemplatore dell’immagine e l’ultimo è rappresentato dal soggetto. Nel suo saggio, Roland Barthes, La camera chiara. Note sulla fotografia, (Torino, Einaudi, 2003) identifica due modi nei quali una fotografia può essere interpretata: sia attraverso lo studium che rappresenta il modo razionale di leggere un’immagine, sia attraverso il punctum che rappresenta il dettaglio che colpisce di più lo spectator al livello inconscio.

Nel piano superiore del corpo drammatico si osserva l’abbraccio chiuso con le braccia a forma di V lievemente curvata. La punta della lettera va verso il centro dell’immagine, creando un punto di fuga che spinge lo spettatore a concentrare l’attenzione sull’espressione facciale dei ballerini, cioè sul corpo drammatico del tango. I suggerimenti di lettura dell’immagine compaiono al livello subconscio dello spectator che, grazie al forte antagonismo tra le linee diritte e storte focalizza il punctum della fotografia. Nell’immagine la linea AB, che unisce stilisticamente i tacchi dell'uomo coi pantaloni bianchi, dimostra l’invasione del piede di De Navas nello spazio del partner, puntando verso fuori. Dal punto di vista iconografico, l’entrada si traduce come l’espressione diretta delle intenzioni dell'uomo. Se finora, con la sua marca, poneva solamente dei suggerimenti, rimanendo nel suo spazio, adesso incrocia il piede tra le gambe del compagno.
L’entrada, come passo di tango, possiede un segno, che è praticamente il modo in cui viene eseguito.
Esso è presente nell’oggetto in modo involontario, imprevisto ed è innescato dalla maniera in cui i ballerini sentono il ritmo della musica. In questo caso, non esiste una coreografia intesa come la sequenza dei passi, esiste però la coreografia vista come la sequenza dei movimenti che creano il passo dell’entrada e che, certamente, ha un messaggio, che è più che altro un segnale sessuale e che rappresenta il concetto imprevisto e istintivo nato come riposta al ritmo della musica.

Il fotografo di Caras y Caretas che ha realizzato la serie di fotografie era ben consapevole delle origini del tango. Innanzitutto ha scelto di fotografare da un angolo dal quale si possono osservare tutti i dettagli già menzionati. Poi, De Navas e il compagno sono vestiti come i compadritos, con il cappello, la giacca, una sciarpa al collo e gli stivali alti. Essi richiamano i personaggi tipici della cultura tanghera. L’ultimo aspetto, ma non meno importante è lo spazio scelto per scattare la fotografia: sulla strada, un’altra caratteristica tipica del tango criollo.


 

Già nel 1905 il tango si ballava negli ambienti frequentati dalla classe alta. Come la fotografia, anche il tango conosce un’evoluzione velocissima. Se solamente 10/15 anni prima il tango era vietato e ballato solamente nei postriboli, nel 1905 si ballava in un teatro. E non in un qualunque teatro, ma addirittura nel teatro Victoria di Buenos Aires. Il teatro è visto come uno specchio della realtà sociale.

Il teatro Victoria di Buenos Aires, denominato anche teatro Coliseo, è uno dei più antichi teatri di Buenos Aires. La sua costruzione iniziò nel 1804 e si succede in una storia costituita di varie fasi. Fu inaugurato nel 1905 e rappresentava, all' epoca, il punto di riferimento delle arti dello spettacolo. La sua attuale costruzione risale dagli anni ’50. Quando fu acquisito, nel 1938, dal governo italiano fu parzialmente demolito. Oggi si trova sulla via Marcelo T. Alvear 1125.

E’ il riflettore della vita sociale e dei costumi perché nasce dal popolo e si è emancipato col passare del tempo.
La fotografia è strutturata su tre piani, ogni piano corrisponde ad un certo tipo di personaggi.
Prima vi sono le coppie che sono in movimento, ballano il tango liso. Poi, compare una terza coppia, perfettamente inquadrata nel mezzo delle prime due. A differenza di quelle, essa sembra stanca, senza voglia di tanguear. Sia che ballino sia che no, le donne sono sempre a sinistra, e gli uomini a destra, creando così una simmetria stilistica. Il terzo piano è quello più inquietante. Si osserva una mano alzata che sta puntano verso la coppia che si trova nella sinistra dell’immagine. Vicino a quest’uomo compare un altro sulla cui faccia si vede e addirittura si può leggere qualche espressione ed emozione: la gioia. Dal punto di vista della composizione la fotografia si sviluppa sia sul piano orizzonatale (le linee rosse) sia sul piano verticale (le linee
arancioni). Le linee rosse leggermente curve sono attive in relazione col corpo. Danno dunque una sensazione di movimento, di dinamismo. Le linee arancioni corrispondono alle mani incrociate nel grembo, segno corporale associato a noia, fatica, distacco sociale.

I personaggi che si staccano dall’intera inquadratura sono solo i due uomini inseriti nel cerchio rosso. Se gli altri fanno parte di uno schema lineare sia diritto sia curvo che direziona lo sguardo dello spectator in basso verso sinistra, questi due hanno lo scopo di fermare lo sguardo del contemplatore e di sostenere dunque la stessa funzione delle colonne: offrire una prospettiva chiusa.


La fotografia ha una struttura molto suggestiva, simmetrica e paradossale nello stesso tempo.
Innanzitutto, vi è la simmetria delle due coppie che si realizza tra due dettagli: la pianta nella prospettiva, con la sua linearità divide lo spazio del reframing dell’immagine in due. Il secondo aspetto della simmetria sta nella posa della due coppie. Il passo eseguito è lo stesso, l’abbraccio preso è uguale, entrambi glu uomini guardano verso il fotografo. Però il punctum, il dettaglio che colpisce di più lo spectator è questa simmetria apparente. Essa è interrotta dalla piuma del cappello indossato dalla donna a sinistra. In più, lei, a differenza dall’altra, guarda direttamente verso l’obiettivo.
L’inquadratura richiama il concetto dello specchio, oggetto che si trova alla destra dei ballerini. L’ambito in cui si svoge il ballo è quello dell’accademia di ballo del professore argentino Simarra, ubicata a Parigi.
Giudicando dai vestiti degli “studenti” – le donne hanno il vestito di colore scuro, lungo, con la testa coperta dal cappello e i gentiluomini indossano la giacca nera con la camicia bianca- si arriva alla conclusione che si tratti membri della classe alta parigina; il tango è lisciato.
Avanzando con lo sguardo, ci si sofferma sulla posa del professore Simarra. Anche lui indossa le scarpe coi tacchi un po’ alti perché i tacchi cambiano totalmente la postura del corpo mentre si balla il tango, lo fa più elegante, più verticale, più rigido, cioè in concordanza con l’estetica dell’epoca. Inoltre il professore non insegna ballando ma dà delle indicazioni. Questo è si estrapola osservando la foto intera, poichè punta il dito verso il passo eseguito dalle donne.

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La fotografia rappresenta la vera icona della modernità. Il tango insegnato in un’accademia di Parigi dove il professore è appunto un argentino.. E' l’indice che le cose e gli eventi devono aver avuto un’importanza nel momento in cui sono stati fotografati. Come abbiamo già visto la fotografia geometrizza, livella e classifica il tango. Al livello semiotico però, il tango diventa il segno che rappresenta l’oggetto referente (vedi:5.2.1. Il triangolo semiotico del Tango), cioè la fotografia vera e propria evoca il concetto di eleganza.


….continua

Fonte: http://www.academia.edu

Qui l'Indice delle altre puntate.

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