Le danze del folclore argentino: Folclori locali

Il folclore argentino, come detto in precedenza,  annovera una consistente lista di folclori minori, meno conosciuti in quanto, a volte, sono variazioni locali di danze più affermate.   

Come si è detto nel raccontare la storia di queste danze, emerge una realtà a volte sottovalutata. In principio le danze non sarebbero moltissime ma, nel corso degli anni piccole variazioni sui passi di base, hanno portato a differenziare le sequenze, tanto che sicuramente un musico virtuoso le ha arrangiate, di proposito, con differenti sfumature e, durante il tempo, sono state godute dalla popolazione locale e quindi rimaste nella tradizione.   

In seguito elenco di alcune tradizionali danze di cui non posseggo notizie sufficienti per collocarle (come sarebbe giusto …) nel libretto informativo qui espletato.

Gli "Amores" che oltre a Tucumán, Córdoba e Catamarca si ballano anche in Buenos Aires.

La "Bámbula" una specie di danza di guerra, una mimica di combattimento, una scherma, che lo studioso Alcides d'Orbigny ha visto ballare in Piazza del Mercato Vecchio di Montevideo.  Questa danza di cui  in Argentina si perdono i ricordi gia da metà del secolo XIX è stata la vera memoria di danza africana, una danza collettiva in cui il concetto di coppia non era presente.

La "Calandria" : Era ballato nelle città di San Luis, Córdoba, Santa Fe.

La "Chica" : La chica fu il ritmo predominante utilizzato tra la gente di colore che lavorò nelle piantagioni agricole nei decenni che precedettero la fine del secolo diciannovesimo in quella grande area che si affaccia sulle sponde della foce del Rio de La Plata.  Ad est in Uruguay e sull'altra sponda a nord di Buenos Aires, nel Parañá.   Bisogna dire che la chica era più che una danza, un canto propiziatorio eseguito per aiutare le persone a sopportare meglio le fatiche e per sollevare il morale estremamente basso alla fine di una giornata lavorativa. Bisogna ricordare che il ritmo del tambo segnava la cadenza dei cori che rispondevano con frasi di conforto alle domande fatte dal conduttore, ma anche replicavano con preghiere propiziatrici alle sue invocazioni.   Il tambo era divenuto di grande rinomanza in tutta l'area del Rio de la Plata, dove in effetti era concentrata la popolazione di colore.   Con il trascorrere del tempo divenne un ballo eseguito con passi semplici e personali di ogni partecipante, sia uomo o donna, eseguiti sul posto senza riferimenti alcuni.

Soffiare sul ritmo: gli schiavi neri americani e le percussioni proibite

Approfondimento

Posted by inauralcrave.com

I primi schiavi neri sbarcati nel “Nuovo Mondo” nell’anno 1619, trasportati in principio solo in piccoli gruppi, venivano chiamati con il crudele appellativo di “pacchetti” e più tardi, quando diventò un fenomeno di massa, venivano considerati come un carico, come se si trattassero di oggeti nati solo per essere sfruttati.


Venivano spogliati dei loro vestiti, venivano privati dei loro nomi per poi vedersi assegnatene un altro; ma la loro cultura, le loro radici non le potevi strappare cosi facilmente. Gli africani portati in catene non ebbero la possibilità di mantenere alcun legame familiare o comunitario, ma la musica di provenienza sopravvisse fra gli schiavi nelle canzoni, nelle danze e nelle celebrazioni.
La funzione della musica come attività collettiva fornì loro una qualche forma di sollievo dalla brutalità fisica e spirituale della loro condizione.
I resoconti storici di attività musicale africana riguarda per lo più il Nord America, nel quale i bianchi avevano dimostranze più “umane” verso i neri rispetto ai suddisti. Ricordiamo eventi permessi come la festività in epoca coloniale celebrata esclusivamente dai neri nel New England chiamata Election Day, nel quale essi eleggevano i propri governatori, o durante il Pinkester Day (Il giorno della Pentecoste), il quale nel corso degli anni diventò un fenomeno prettamente afroamericano, verso il secondo giorno della festività gli uomini e le donne prendevano le redini dei festeggiamenti ballando come facevano in Africa.
Si riunivano anche nel sud, ma il fenomeno è scarsamente documentato, era molto più restrittivo. Ad esempio, nel 1831 dopo una rivolta ampia e distruttiva da parte dei neri, che ricordava quella di Chares Town del 1739, gli Stati del Sud consolidarono ovunque delle leggi repressive (Black Codes), dando inizio a periodi di vessazioni senza precedenti per la gente di colore.
Per quanto concerne la musica si proibiva espressamente di utilizzare e tenere tamburi, corni, o altri strumenti molto rumorosi che potessero essere utilizzati per radunarsi, segnalare o avvertirsi reciprocamente. Questa situazione si potrasse fino a dopo la guerra civile.
Il ritmo è forse l’elemento più importante della musica dei musicisti neri. In Africa la pulsazione fondamentale della musica era fornita dai tamburi e da altre percussioni, ma dal momento che venivano proibiti nel profondo Sud, dapprima tali strumenti vennero sostituiti semplicemente dal battito delle mani e dei piedi, ma in futuro fu adottato uno stratagemma, altri strumenti subentrarono come “percussioni”, come ad esempio il fiffaro (strumento a fiato).


Già Alan Lomax, famoso etnomusicologo, udì infatti nel secolo scorso una musica nel Nord del Missisipi che secondo lui aveva delle radici africane davvero antiche. La cosa più sorprendente era il modo con il quale veniva suonato, appunto, il fiffaro. I ritmi africani erano stati accuratamente preservati, trasmessi da una generazione all’altra. Secondo Lomax si era trattato di un vero atto di sopravvivenza.
Infatti in tale modalità di suonare il fiffaro i ritmi sono stratificati come quelli delle percussioni della musica africana; ciò è caratterizzato dalla presenza di una poliritmia intrecciata, ovvero si cerca di mantenere un ritmo con una mano e un ritmo diverso con l’altra.
Uno dei maggiori esponenti di tale modo di suonare questo strumento a fiato fu il musicista Otha Turner, scomparso a 95 anni nel 2006. Ebbe successo solo negli anni novanta, quando la sua band Rising Star Fife and Drum Band apparì su Missisipi Delta Blues Jam in Memphis vol.1. Una sua canzone Shimmy she wobble appare nel film di Martin Scorsese Gangs Of New York per chi volesse ascoltarlo.



Si riteneva che Otha fosse uno degli ultimi a suonare in questo modo, ma ciò che è magico è che tale curiosa tradizione passata tra generazioni di schiavi fino ad arrivare a tali artisti blues, viene perseguita anche oggi, grazie alla sua nipote Shardé Thomas e altri, che seguono le sue orme.

Il "Chokapunaycu" tipico di Santiago del Estero e Tucumán.

Il "Correntino" tipico della città di Corrientes con estensione alla citta di Santiago del Estero.

Il "Gauchito" Ballato a Mendoza, San Juan, San Luis, La Rioja, Catamarca, Córdoba, e al nord in  Santiago del Estero.

La "Habanera"  Una danza Afrocubana  apparsa nel XIX secolo ed importata in Argentina dai marinai che fecero scambi commerciali tra Buenos Aires e la Havana. Contribuì a far nascere la milonga e quindi il tango, a cui dedicheremo un articolo a parte.

Il “Lanceros”  ballato in tutto il paese dalla popolazione creola, nel periodo bellico intorno al 1845, specialmente nell’ambiente militare.  Due o più coppie si raffrontavano con passetti su cadenze segnate da tamburelli. Si pensa che questo ballo sia di provenienza francese o inglese.

La "Lorencita" ballata nelle città di Santiago del Estero, Tucumán, Catamarca. Il "Pala pala"  ballato a Santiago del Estero, Salta e Tucumán.

La "Paloma" Vecchissima danza creola ballata nelle regioni del centro – nord.

Il "Patria" ballato nelle regioni del centro – nord.

Il "Pollito" ballato nella La Pampa, Córdoba, St. Luis,

Il " Pajarillo" Tipico di San Luis e Córdoba

Il "Prado" danza ballata in Tucumán, Córdoba, Santiago del Estero.             

La "Remesura" tipico ballo delle città di Catamarca, Santiago del Estero.

La "Resbalosa" ballato in un'area veramente allargata alle città di Mendoza, San Juan, San Luis, Catamarca, La Rioja, Santiago del Estero, Tucumán, Córdoba, Santa Fe, Entre Ríos e Corrientes.

La "Serena" tipica delle città di Mendoza, San Juan, San Luis, , Córdoba, Tucumán, Catamarca, La Rioja. e Santiago del Estero.

Il "Tunante" ballato in Catamarca, La Rioja, Tucumán, Córdoba.


Il folclore argentino non finisce con questa lista, ma trovare dati e notizie per questi tipi di musiche e danze diventa una ricerca disumana, perdonatemi se solamente ne nomino altre: Il Kaluyo, il Cogollo o Cogoyo, il Copla, la Cumbia villera, la Décima, la Guaracha santanguena, la Jota cordobesa, il Kaani, il Loncomeo, il Marea, il Pasillo, la Polca argentina, il Rasquito doble, la Refalosa , la Saya, il Takirari ,  la Tonada , il Tristecito ed altri ancora.  

 

Le danze del folclore argentino * Rassegna delle danze più note *- Indice

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