Danze del Folklore argentino di derivazione spagnola: La Chacarera, la Chacarera doble, la Chacarera trunca e la Chacona

 

 

 

 

La "Chacarera" E' una danza vivace che, come la maggior parte delle danze
folcloristiche argentine, si balla in coppia senza abbraccio.
Questa danza è fluida dal momento che i ballerini non si toccano, non si abbracciano e sono indipendenti, cioè fanno da soli le evoluzioni e senza combinare le figure con le altre coppie.
Le sue origini sono controverse. Una attinenza si potrebbe trovare tra la chacarera e la "Chacona", una danza in tre tempi, che nacque in America Latina e prese forma all'inizio del XVII secolo in Italia, Spagna e subito dopo in Francia.
La "New Oxford Companion to Music Muchas" ritenne di dichiarare l'esistenza di queste attinenze, paragonando i vecchi brani di chacona con il brano classico di chacarera del compositore argentino Alberto Ginastera.



Per alcuni studiosi di origine spagnola la chacarera appartiene al gruppo delle danze di derivazione iberica, già suonata in struttura analoga e ballata dai gitani e dai picari in Europa fin dal XVIII secolo e trasportata da qualche gruppo emigrato. Alla chacarera dettero la classificazione  di "Ballo Picaresco".

Nella provincia di Santiago del Estero una leggenda colloca l'origine di questa danza nella località di Salavina, motivando che anche il nome deriva da "chacarero" lavoratore in una "chacra", fattoria, dove "chakra" è il nome della piantagione di mais in dialetto "quechua santiagueño" e si ballava nei campi o sulle aie delle "granjas", le cascine rurali, espandendosi col tempo fino ai paesi limitrofi.
Ci sono pochi documenti che ne raccontano la storia. Questi citano come questa danza sia tra le più antiche, si ballava così conformata già a Tucumàn nel 1850.
Di ritmo agile e carattere molto allegro e festivo, vantò il gradimento sia dell'ambiente rurale che dei saloni colti delle grandi città, fino alla fine dello scorso secolo, espandendosi in tutto il paese tranne che sul litorale del sud e in Patagonia.
È una danza delle poche rimaste, che ancora si balla in pubblico sulle piazze e nei cortili, oltre che nei saloni delle associazioni culturali e non solo nelle feste cittadine o paesane.


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E' di moda ancor oggi, in particolare nelle città e province di Santiago del
Estero, dove si è fortemente radicata, a Tucumàn, Salta, Jujuy, Catamarca, La Rioja e Còrdoba, quindi la sua area di espansione comprende la zona del nord e specialmente del nord est, parte del Chaqueño e praticamente tutto il centro dell'Argentina.
Musicalmente è composta da quattro frasi, nelle quali si cantano versi in un intervallo che è soltanto strumentale, intercalato dopo il primo e il secondo verso, utilizzato anche come introduzione.
Questo intervallo è una caratteristica coreografica e può durare sei o otto tempi, corrisponde alla figura di ritorno del giro intero, variando così allo stesso modo la durata di questa coreografia.
Per l'accompagnamento musicale normalmente venivano utilizzati la chitarra, il violino, la fisarmonica, (nella parte centrale dell'Argentina anche altri strumenti atipici) e chiaramente, per la percussione, il bombo.



Non mancarono anche formazioni musicali differenti, con canti in lingua spagnola, in dialetto o in gergo "quichua santiagueño" o "quechua boliviano" con coreografie libere ma sempre di gruppo, non mancò anche la chacarera suonata solo da strumenti senza canto e nella coreografia si inserì una figura speciale: l' “avanti e indietro”, composta da quattro parti o battute.
Come in quasi tutte le danze argentine, è composta da due parti simili, la seconda uguale alla prima, con la posizione iniziale dei ballerini invertita. Scritta quasi esclusivamente in tonalità minore, la melodia della chacarera spesso è costituita da scale che si rincorrono ed intrecciano; la forma classica è composta da quattro frasi nelle quali si alternano regolarmente ogni 6 o 8 tempi musicali, parti cantate e parti strumentali; ad ogni cambio di frase corrisponde un movimento dei ballerini che eseguono coreografie predefinite.
Interessante e curiosa la forma ritmica costituita da terzine; la melodia scandisce e sostiene con il fraseggio un tempo di 6/8 mentre basso e/o grancassa marcano un tempo di 3/4.
Ritmicamente si intende che questa danza era eseguita in 6/8, anche se oggi si sostiene, che la chacarera è una danza biritmica con la melodia di 6/8 ed una base ritmica in 3/4.
Il musicista Juan Falù (1948) difende questa ipotesi, mentre altri musici come Adolfo Abalos (1914) e Hilda Herrera (1933) sostengono che sia una danza monoritmica, dove
il gioco ritmico binario e ternario viene utilizzato in diverse danze folcloristiche, come il "gato" il "palito" ed altre.
Per tradizione anche il vestiario deve rispettare alcune caratteristiche, per esempio per le dame sono obbligatorie scarpe di cuoio con tacco medio, vestito di “zaraza”, panno di cotone a due pezzi, gonna molto vaporosa con applicati tanti “volados”, volant.


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Camicie abbottonate sul davanti con balze, volant, applicati nel bordo delle maniche ed altri sui colletti, infine molti come sopragonna.
Acconciatura con una o due trecce sciolte.
Per i cavalieri stivali con i cordoli o cordoncini, con o senza speroni, la “bombacha”, pantalone largo e stretto alle caviglie tipico dei gauchos, giacca tradizionale corta con i bordi dritti ed ornamenti di “alforcitas”, rifiniture o bordini a nido d'ape, anche eseguite con fili argentati o colorati, chiamate in gergo le “encarrujadas”.
La camicia di qualsiasi tipo bianca o colorata, con fascia lombare con contrasto del colore, bretelle con “rastra” o “sinta”, drappo di collegamento anteriore tra le due, largo con tasche. Il fazzoletto di seta al collo con le punte a mezza spalla.
Capello con “barbijo”, nastro con fettucce di color grigio, nero o marrone. Coltello nel fodero inserito nella fascia in vita. Si può ballare in due coppie, in quattro o separati, in questo caso i ballerini si piazzano nei vertici del quadrato immaginario di danza, tenendo ogni cavaliere di fronte la sua compagna e sui fianchi la coppia contraria.
Le figure che vengono eseguite insieme sia in coppia che separatamente sono il giro intero e mezzo giro.
Ogni genere di chacarera ha la propria coreografia, di seguito è descritta la tradizionale.
All'inizio ci si posiziona alle estremità della diagonale del quadrato immaginario di ballo. La sequenza verrà ripetuta due volte invertendo la posizione di partenza dei partecipanti.
Introduzione: sei o otto tempi (dopo il segnale di inizio) alla voce di comando:
Avanti!


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1° Figura : Avanzare e ritornare – 4 battute.
2° Figura : Giro – 4 battute.
3° Figura : Giro completo 6 o 8 battute.
4° Figura : Zapateo e zarandeo 8 battute.
5° Figura : Giro completo 6 o 8 battute.
6° Figura : Zapateo e Zarandeo 8 battute.
Voce di avviso:
Adesso!
7° Figura : Mezzo giro – 4 battute.
8° Figura : Giro e coronamento (chiusura) 4 battute.


"Chacarera doble".

E' una variante tipica che si balla nella città di Santiago del Estero, che si esegue in un piacevole ritornello di quattro battute con le strofe molto popolari, …la chacarera doble che mi rallegra il cuore… questa aggiunta amplia la coreografia con altre figure: un "avanti e indietro" che si esegue dopo quello già indicato, un giro dopo ogni "zapateo e zarandeo", un ritornello di quattro battute di "zapateo e zarandeo" dopo aver effettuato il mezzo giro.
La coreografia tradizionale è la seguente: (originale del 1923)


Intraducción 8 compas (a veces 6 compas)
– Avance y retroceso 4 compas
– Avance y retroceso 4 compas
– Giro 4 compas
– Vuelta entera 6 / 8 compas
– Zapateo y Zarandeo 8 compas
– Giro 4 compas
– Vuelta entera 6 / 8 compas
– Zapateo y Zarandeo 8 compas
– Giro 4 compas
– Media vuelta 4 compas
– Zapateo y Zarandeo 4 compas
– Giro final
4 compas


"Chacarera trunca".

Fondamentalmente non è una variante della struttura di base della chacarera ma di un arrangiamento della melodia e del suo accompagnamento. La chacarera trunca può essere indistintamente semplice o doppia.
Confrontata con la chacarera argentina, in Bolivia viene ballata sotto una modalità propria del Gran Chaco simile al "triunfo" al "escondido" al "gato" e al "chamamé" e al ballo tipico "cueca o chaquena", che prende origine dal "chaco boliviano".

 

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All'inizio del XX secolo la chacarera arrivò a Buenos Aires, ma entrò in competizione con il tango e non potè reggere il confronto non affermandosi, in compenso ebbe un notevole successo in Tarija e al sud di Santa Cruz.
La sua rivincita se la prese durante gli anni sessanta in cui ebbe un meritato riconoscimento come vero folclore argentino, anche grazie alle voci dei Los Chalchaleros, dei Los Tucu Tucu e dei Los Ckari Huainas e ai cantanti di grande carisma Oscar S. Carrizo ed i fratelli Carlos e Roxana Carabajal ed altri.

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