Il LUNFARDO MILANESE della voce MINGA di Guglielmina Gorini

Interessanti ed intriganti chicche di Lunfardo proposte da Guglielmina Gorini

Il vocabolo MINGA nella terminologia lunfarda significa mai, no, niente, inesistenza; // espressione di incredulità o scetticismo; // persona immaginaria.
La teoria più accreditata circa l'origine del termine MINGA sarebbe quella che la fa derivare dal dialetto lombardo occidentale e dal milanese; infatti il "Gh'è minga" milanese significa esattamente “Non c'è”.
Il Minga lombardo è un avverbio di negazione alternativo (probabilmente derivato dalla parola latina “mica”, che significa “briciola”), di cui svariate forme sono presenti in altri dialetti italiani e persino nell'italiano stesso, dove “mica” colloquialmente viene spesso aggiunto a “non” per rinforzare la negazione.
È interessante sapere che la parola “mica” equivale alla parola spagnola MIGA che ha la stessa origine latina, e il cui significato dato dal vocabolario spagnolo/castigliano (ᴰᴵᶻᐧ ᴰᴿᴬᴱ) è quello di “briciola”, “piccola particella”, "granellino".
Ma come arrivò in Argentina questo termine? I responsabili furono senza dubbio gli immigranti italiani che dal 1880 e fino a metà del XX secolo arrivarono in massa a Buenos Aires!
Nonostante alcuni sostengano che la voce MINGA derivi dall'argot “minga”, col significato di “pene” o “cazzo” (e quindi “un cazzo” o “un niente”), altri studiosi di lunfardo fanno derivare la voce MINGA dalla parola quechua “mink'a” o “minka” che è una specie di lavoro collettivo fatto in favore della comunità: per es. quando una coppia sposata da poco tempo decideva di mettere su casa, invitava parenti e vicini per essere aiutati nella costruzione della loro abitazione; la remunerazione per questo “aiuto” consisteva o in un grande banchetto offerto dalla coppia, o in una controprestazione, in sostanza con NADA de dinero.
È quindi probabile che nella etimologia del termine lunfardo rientrino, fondendosi e rinforzandosi reciprocamente, le tre versioni.
Numerosi sono i tanghi e le milonghe dove ritroviamo questa voce nei loro versi:
– [“Recordaba aquellas horas de garufa cuando MINGA de laburo se pasaba, meta punguia, al codillo escolaseaba y en los burros se ligaba un metejón”. El Ciruja, tango di Francisco Alfredo Marino (musica di Ernesto De La Cruz) 1926].
– [“Di concierto de pianola manyando MINGA ‘e solfeo, y aunque me llaman el feo colgué mi fotografía donde esta la galería de los ases del choreo”. El Conventillo, milonga di Arturo De La Torre e Fernando Rolón (musica di Ernesto Baffa e Fernando Rolón) 1965].
– [“En el barrio Caferata en un viejo conventillo, con los pisos de ladrillo, MINGA de puerta cancel, donde van los organitos su lamento rezongando, está la piba esperando que pase el muchacho aquel”. Ventanita De Arrabal, tango di Pascual Contursi (musica di Antonio Scatasso) 1927].
– [“Tenes que vivir a la moda MINGA de preocupación que no morfas desde anteayer porque la manga te falló”. Tomala Con Soda, tango di Manuel Romero (musica di Enrique Delfino) 1931] – [“Conmigo se purriá MINGA, soy del barrio del Cordón, tengo fama de ladino y tanguista compadrón”. Los Disfrazados, tango di Carlos Mauricio Pacheco (musica di Antonio Reynoso) 1906].
[La lingua quechua è una lingua dei popoli eredi degli Incas, popolazioni native del Sud America (Perù, Bolivia ed Equador); conosciuta anche col nome di Runa-simi ( lingua dell'uomo), ha una grande importanza culturale. È la sola lingua dell'America Meridionale che, prima della scoperta dell'America, sia stata parlata da un popolo di alta civiltà, gl'Inca, di cui era oltre che la lingua più diffusa anche la lingua ufficiale].
[L'argot è un termine che in francese equivale genericamente a gergo; in origine, con il termine argot s'indicavano le parlate o il vocabolario dell'ambiente malavitoso in Francia con finalità di incomprensibilità o segretezza].
Come nota divertente ricordo ai meno giovani che negli anni '60, nel Carosello della China Martini, i due attori Franco Volpi ed Ernesto Calindri, chiacchierando e lamentandosi delle varie situazioni della vita quotidiana, ma sempre d'accordo, amavano confabulare: "Non dura, dura minga, non può durare".

One thought on “Il LUNFARDO MILANESE della voce MINGA di Guglielmina Gorini

  1. Guillermo Francesconi

    Mi ha fatto tanto piacere leggere questo articolo, ancora di piu' in quanto figlio di un milanese (io vivo e sono nato a Buenos Aires).- Sono finito qui dopo che, avendo ricevuto via whats app una preghiera in dialetto, ho ascoltato in ripetute volte la parola "minga", che non immaginavo fosse lombarda, ma africana.

    In effetti, come dite, a Buenos Aires il significato della voce "minga" viene principalmente capito come "mai e poi mai" o "mai affatto"; es: "minga te voy a pagar!"; "minga nos rendimos!" e cosi' via… E vero che alcuni -anzi, pochi-, pensino sia sinonimo di membro virile, errore che ne deriva della somiglianza con la voce "minchia", che i locali non italo parlanti, sentivano dire dagli immigrati del meridione (piu´ numerosi e recenti in tempi storici).- 

    Insomma, mi avete permesso di avere un momento di piacere, di imparare poi che proprio "lunfardo" e' una parola di origine lombarda (qua si usa tale quale; io credevo fosse autottona) ed essere in qualche modo vicino alla Lombardia in questo momento di incertezze e dolore.- 

     

     

     

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