Danze del Folklore argentino di derivazione spagnola: Il “Cuándo”

Il "Cuándo"

Questa piacevole danza di corteggiamento si balla in Argentina dal secolo XIX specialmente nell'ambiente rurale ma viene praticato anche nelle città di Catamarca, La Rioja, San Juan, Mendoza, Córdoba, San Luis, Salta, La Pampa, al sud, Río Negro e in  alcune città del nord come, Santiago del Estero, Tucumán.
Lo scrittore Carlos Vega indica che qualche volta si danzò in Salta, e nell'ovest della città La Pampa e nel Rìo Negro, mentre non si hanno notizie che fosse praticato in Buenos Aires e sulla regione del litorale.
Lo storico cileno José Zapiola scrisse che il generale San Martin che presumibilmente conobbe questa danza a Mendoza, la fece danzare dal suo esercito in Cile nel 1817 insieme ad altre danze folcloristiche come il Cielito, il Pericón, la Sajuriana.
In Cile ebbe una diffusione veramente ampia tanto che nel 1828 divenne ballo nazionale rimanendovi inalterata fino ai giorni odierni.
Secondo Carlos Vega il Cuando deriva dalla "Gavotas" che venne portato dagli spagnoli nel secolo XVIII copiando la musica da una danza francese contenente due ritmi, il "Minuetto" ed un altro allegro ritmo che si poteva "zapatear", ballarlo battendo i piedi per terra.



In Argentia il Cuando conservò il Minué però adattò il ritmo allegro del Gato, dove la prima versione di questo ballo venne scritta su pentagramma da Andrés Chazarreta tra il 1914 e il 1916.

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Secondo l'istituto "Danzas Folklóricas Argentinas Laboratorios Roche" questa danza appartiene al folclore storico, comunque oggi non si balla più: però da alcuni documenti risulta che si ballava fino all'inizio del secolo XX nei saloni delle associazioni e in diverse zone rurali in prossimità delle città di Salta, Tucuman, Catamarca, La Rioja, San Juan, Mendoza, Santiago del Estero, Cordoba, San Luis, Santiago del Estero, Córdoba, La Pampa.
Secondo Carlos Vega e Aurora de Prieto, si ballò nella seconda metà del secolo XIX ma in Argentina si conobbe ben prima, tanto che Alexander Caldcleugh lo vide in Mendoza gia nel 1821 e un memorialista cileno asserisce che il generale San Martín con il suo esercito lo portò in Perù ed in Cile nel 1817 proprio con il cielito, il pericon e la sajuriana.
Le tradizioni orali argentine conservano con sorprendente fedeltà i versi, la musica e la coreografia e questa circostanza la si deve al fatto che le tradizioni locali possono riesumare con soddisfazione questa bella danza classificata come di coppia sciolta ed indipendente che si balla senza abbracciarsi ed inoltre esegue le proprie figure senza combinarle con altre coppie.
Il carattere di questa danza è che alterna espressioni cerimoniose ed eleganti con agili spostamenti, appartiene al gruppo musicale in cui sono inserite musiche e danze come il minué e la gavota europea, che hanno dato origine a nuove danze come il "cuando".

L'origine del nome deriva dal transito del ballo in Spagna, dove lo acquisì per il ripetersi della parola.


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"Cuando" nella parte del ritmo vivace della danza, la provenienza invece si suppone venga da Parigi e quindi trasportata nel paese nell'area del Rio della Plata.
L'ubicazione iniziale dei ballerini si trova nei vertici dei lati del quadrato immaginario di
ballo, i più lontani dagli spettatori, l'uomo mostra il suo fianco sinistro, mentre la dama il destro.
La composizione musicale presenta una parte di ritmo allegro che è tipico del "gato (tempo ternario) tra due pezzi di ritmo lento di "minué" (tempo binario) tutti e due ballabili.
Le battute ballabili del ritmo del gato sono 32 e 36 quelle del minué per l'introduzione possiede un avviso musicale di tre accordi, mentre vengono utilizzati gli ultimi due accordi per la riverenza finale.
Una caratteristica è il cambio del ritmo ed il cambio della dinamica, mentre una strofa specifica e tradizionale si trova nel primo pezzo del minué che viene cantata, di tipo ottosillabica con rima consona dei versi pari:
“Uno y dos me andan queriendo
Yo no sé con cuál quedarme;
Uno me ofrece dinero,
El otro promete amarme”.
Il ritmo allegro corrisponde ad una quartina attosillabica, che si presenta accompagnata per un ritornello di due versi che sono ripetuti.
“Ay cuándo será ese día
De aquella feliz mañana
Que nos lleven a los dos
El chocolate a la cama
Cuándo, cuándo
Ay cuándo mi vida cuándo
Cuándo, cuándo
Ay cuándo mi vida cuándo”.
Questa strofa fa allusione ad una consuetudine spagnola nella quale una madrina delle nozze porta cioccolato alla nuova coppia all'indomani della celebrazione.
Si sono registrate molte varianti, sia in Argentina che nel Cile, per esempio, Juan Alfonso Carrizo nella sua raccolta “Cancionero Popular de Tucumán” lo scrisse nel seguente modo:
“Cuándo, cuándo
será aquel día
y aquella feliz mañana,
que yo me vea en tus brazos

de tus caricias gozando.
¿Cuándo, mi vida cuándo?”


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Una delle strofe più sofferte di adattamenti e sostituzioni è:
“el chocolate a la cama” per “el matecito a la cama”.
Questa versione è la più diffusa:
I° “Cuándo, cuándo,
Una y dos me andan queriendo cuándo, mi vida, cuando;
y no sé con cual quedarme, cuándo, cuándo,
una me ofrece dinero cuándo, mi vida, cuando.
y la otra promete amarme.
Una y dos me andan queriendo
ay, cuándo será aquel día y no sé con
cual quedarme.
De aquella feliz mañana
que nos lleven a los dos”.
II° “El matecito a la cama.
Si me caso con la rica
cuándo, cuándo, me dirán interesado;
cuándo, mi vida, cuándo; si me caso con la pobre
cuando, cuando, seré un pobre enamorado.
cuando, mi vida, cuando”.
L'accompagnamento musicale viene suonato con la chitarra specialmente negli ambienti rurali e paesani, nelle province del nord coadiuvata con l'arpa, dove viene accompagnata solo nei saloni cittadini, qualche volta dal pianforte.
Gli elementi comuni sono il "paso básico, paso grave simple, paso natural", posizione delle braccia e delle mani predisposte per le "castañetas", posizione delle braccia e mani per lo "zapateo e zarandeo", posizione delle braccia e delle mani per allacciare la coppia, in fine la posizione delle braccia e delle mani sui fianchi, con movenze differenti fra uomo e donna.



Questa danza non possiede caratteristiche specifiche proprie e nemmeno accessori particolari, le sue sequenze sono le più comuni dei balli folcloristici argentini come, le rotazioni e controrotazioni, lo zapateo e zarandeo, il giro intero, il mezzo giro, mantiene speciali figure come il mezzo giro con il saluto, avanzamento con saluto e ritorno con saluto e controrotazione con saluto.
Il saluto è sicuramente una finezza espressiva di questa danza.
La seguente coreografia di certo non è la tradizionale della metà del secolo XIX ma essendo preparata da ballerini professionisti dei primi anni del 1900 in collaborazione con vecchi musicisti rispecchia sicuramente il vecchio tradizionale ballo.


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Coreografia:


Introduzione:
3 accordi
1° Si ascolta.
2° Un passo naturale (piede destro) avanzando verso il compagno
e al pubblico.
3° Un passo naturale con il piede sinistro posizionandolo dietro al piede destro
(simultaneamente si prendono le mani esterne, braccia estese verso il
pubblico, palmi delle mani verso l'alto).
Melodia del Minué
Avance 4 compases
Saludo 2 compases
Regreso 4 compases
Saludo 2 compases
Media vuelta 4 compases
Saludo 2 compases
Media vuelta 4 compases
Saludo 2 compases
Melodia del Gato
Vuelta entera
Giro
8 compases
4 compases
Zapateo y zarandeo 8 compases
Giro 4 compases
Contragiro (*)
4 compases
Melodia del Minué
Avance
4 compases
Saludo 2 compases
Regreso 4 compases
Saludo 2 compases
Saludo final (al público) 2 compases
La seconda parte inizia nella posizione "Avance".
(*) Si utilizza il finale del "Controgiro" per allestire la posizione per la melodia del Minué.

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Non esiste una speciale divisa tradizionale per questo ballo in quanto
storicamente venne ballato con gli abiti usuali delle diverse località per diverse situazioni in diversi ambienti sociali.
Esiste una nota in un diario privato della fine del 1880 dove viene enfatizzata una esecuzione pubblica di questa danza, in una non precisata data e città, in alta uniforme militare per gli uomini e il
vestito all'ultima moda parigina per le donne.

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