IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO ~ Romanzo ~ di Antoine Clair – 16° puntata

IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO
    (Romanzo) 

 

 Gancho a destra e sinistra
        (in 16 tempi)

 

Non feci in tempo di ritornare a casa che squillò subito il telefono.
“Pronto, chi è la!   Ma che tempismo, non mi dire che hai sentito sbattere la porta di casa mia?   Quale onore, cosa mi sono dimenticato?   Hai già fatto la doccia?”
“Non fare dello spirito inutile” mi rispose l’Ale con fare affrettato.
“Devo   rispondere   a   tutte   le   domande   o   passo   alla   ragione   per   cui   ti   ho
chiamato”.
“Ho capito, non hai ancora fatto la doccia, dimmi!”


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“Come   ti   sei   trovato   con   la   ragazzetta?   Mi   sono   accorta   che   avete  subito
familiarizzato” si affrettò a dirmi.
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“Come mai sei così interessata ai miei nuovi amori, non mi dire che sei gelosa oppure hai avuto un colpo di fulmine anche tu?”
“A parte che non mi dispiacerebbe ballare con questo ragazzone, in fin dei conti  non   è  niente  male!   No  volevo  solo   dirti  che  la  morettina  con   cui   hai ballato era la persona che intendevo presentarti per quel mini corso che mi hai proposto, vuoi che gliene parli?”
“Beh, se lo fai con molto tatto, non vorrei che pensasse che non ho la lingua”.
“Non   ti   preoccupare,   ho   già   messo   avanti   delle   scusanti   che   noi   donne
comprendiamo al volo, poi ti farò sapere come è andata, la cosa importante è che a te vada bene! ”
“Grazie Ale del favore, ricambierò certamente, ciao.”
Velocemente presi  in mano nuovamente  il telefono  e cercando con frenesia nell’agenda quel bigliettino che non si voleva far trovare, cominciai a pensare di averlo perso.
Lo trovai finalmente e con sollievo iniziai a comporre quel numero di telefono che mi dava la possibilità di prenotare l’aggiornamento sul tango, azzardando la possibilità di un’iscrizione in coppia senza sapere se la mia nuova dama sarebbe stata disponibile.
Tentai e ritentai il numero non so quante volte, trovandolo sempre occupato.
Alla fine pensando ad un errore nel numero, demoralizzato rinunciai.
Nella mattinata del giorno seguente mi proposi di riprovare, solo per sicurezza pensai, e subito alla prima prova ebbi successo.
Mi rispose una voce di donna su di una segreteria telefonica che annunciava il termine delle iscrizioni per superato numero dei posti disponibili ed invitava a lasciare il nome ed il numero telefonico per una eventuale lista d’attesa.
Ecco, lo sapevo, sono un tira tardi pensai un poco rammaricato, meno male che Alessandra mi diceva con ironia che erano tutti là ad aspettare d’iscriversi, forse faccio in tempo a fermarla nella manfrina che sta per iniziare.
Altra telefonata e con impazienza ascoltai quel suono lagnoso che mi lasciava in attesa, dopo diversi squilli finalmente la risposta.
“Pronto non sono in casa, richiamate, oppure dopo il segnale lasciate il nome ed il vostro numero, richiamerò appena disponibile, grazie”.
Accidenti, era la segreteria telefonica.
Preso alla sprovvista automaticamente dissi:
“Ciao, sono Franco e ti richiamo più tardi “.
Riattaccai, rimanendo poi con il dubbio che il mio messaggio non fosse stato registrato, forse non avevo aspettato “il bip“ (il segnale di inizio risposta).


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Solo nel tardo pomeriggio riuscii a mettermi in contatto con la mia dama che nel sentirmi mi anticipò subito dicendo:
“Guarda che non è colpa mia se c’era disponibilità solo per dodici coppie!  Poi ti devo dire che al momento della tua decisione erano già chiuse le iscrizioni!”.
“Scusami, ma come fai a sapere tutte queste cose e poi io non ti ho ancora detto niente!”
Penso che sentendo la mia voce con tono risentito, calibrò la risposta e dopo un   attimo   di   silenzio   che   mi   sembrò   lunghissimo,   con   voce   calma   e   senza nessun velo di polemica mi spiegò che nel pomeriggio aveva parlato con una
sua amica che lavora nell’ambito dello spettacolo e della pubblicità.
Insomma, secondo il parere di questa intenditrice del settore, sia i volantini che l’annuncio sul giornale erano apparsi solo per far conoscere che questo grosso personaggio del tango era in zona, ma il mini corso di aggiornamento era già stato prenotato in precedenza da un gruppo di maestri che in seguito si sarebbero fregiati di aver avuto per insegnante questa autorità.
Finì il lungo discorso con un, bene ne parliamo poi, e sentendomi soddisfatto della  spiegazione  mi  salutò  con   voce  molto  accattivante,  rinviando  ulteriori spiegazioni alla prossima lezione.
Settimana piatta e fine settimana anche peggio.
Mi sembrava quasi, mi vergogno a dirlo, di vivere aspettando la lezione di tango!
Forse sto nuovamente esagerando ma in effetti il pensiero ricorreva spesso alle situazioni vissute o alle cose non dette o non fatte, insomma esisteva di fatto un “leggero condizionamento”.
Appuntamento   settimanale   da   non   perdere   assolutamente   anche   se   la   mia dama   avesse   ventilato   la   possibilità   di   non   poter   essere   presente   per   la prossima lezione.
Arrivai puntuale come al solito e nello spronare Laura a sbrigarsi a lasciare l’auto, le feci presente con fare da “buttafuori di un club” che non era una branda per dormirci sopra.
La battuta, che certamente mi sono andato a cercare fu:
“Hai paura che affondi con dentro me!”
Non ribattei perché non me l’aspettavo, ma anche perché distratto dall’arrivo veloce di Carlo.
Il   mio   amico   che   normalmente   andava   e   veniva   senza   fermarsi   mai   un momento,   sempre   in   coppia   con   la   biondina   che   sembrava   quasi   vivesse silenziosamente   in   simbiosi,   arrivò   da   solo,   trafelato   e   visibilmente preoccupato.


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Rapido   cenno   di   saluto   con   tentativo   di   dribblarmi,   bloccato   con   sapiente avvicinamento da parte mia e da un repentino accostamento di Laura.
“Cosa ti è successo? Come sta la tua metà? Come mai solo ed Adelaide?”
“Dai,   adesso   entriamo   poi   con   calma   ti   spiegherò,   anzi   ti   chiederò   un consiglio” mi rispose con tono sconsolato.
Si infilò velocemente in sala lasciando Laura che mi seguiva quasi incollata e che   era   rimasta   fino   a   quel   momento   stranamente   zitta   in   una   evidente agitazione.
Sbottò   subito   con   una   frase   tra   la   manifesta   meraviglia   e   la   incontenibile curiosità:          
“Hai visto!  Non è arrivato con Lady Godiva!  Cosa sarà successo!”
Sospingendola   in   sala   sogghignando   le   risposi   che   probabilmente   le   si   era azzoppato il bianco cavallo o per cambiare look , la sua dama si era tagliata i
lunghi capelli biondi, non potendo quindi apparire in pubblico e quando ne avrei saputo di più non glielo avrei comunque detto.
Accelerando  il passo si  diresse verso  gli  spogliatoi  e sentii  chiaramente che sbuffando ripeteva:
“Me lo dirai, certo che me lo dirai, altroché me lo dirai, se no ti … torturo!”
Eccoci qua con la solita smania di iniziare!
Con una frase dal tono deciso dell’istruttore cominciammo la lezione.         
“Oggi dividiamo la platea in due parti, chi vuole va con la maestra gli altri con
me, io insegno a comandare, lei il Gancio”.
Poi cambiando il tono della voce disse:
”Veloci!   Scattare!  Uomini da una parte donne dall’altra”.
Mentre   noi   imparavamo   come   eseguire   una   sequenza   tipica   del   tango argentino, occhieggiavamo l’altro gruppo per capire cosa stavano facendo.
“Non distraetevi e guardate me che sono più interessante!”
La battuta scatenò bisbigli e commenti irriverenti che lo fecero sorridere, poi mentre eseguiva i passi dimostrativi ne dava spiegazione in contemporanea.
Si entra nell’Ocho Adelante (otto avanti) partendo dalla Salida Basica (1,2,3.)
Nel secondo, terzo tempo si effettua l’apertura a specchio terminando affiancati con  il
peso sulla gamba destra per l’uomo, sulla gamba sinistra per la donna.
Quarto   tempo,   l’uomo   comanda   una   rotazione   in   senso   antiorario,  eseguita   dalla donna   con   un   passo   a   lato   della   gamba   destra   apertura,  ritrovandosi   frontale   al partner.
Quinto tempo, l’uomo continua a comandare una rotazione senso antiorario, la dama esegue un passo indietro con la gamba sinistra, appena appoggia il peso il partner sposta la sua gamba sinistra in modo che la punta del suo piede rimanga davanti alla


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punta del piede della dama, appoggiandone il peso, le gambe del partner risulteranno aperte e la dama sarà posizionata con il fianco destro verso il partner.
Sesto tempo, con un leggerissimo comando in senso antiorario il partner comanderà alla dama di eseguire un gancio.
Settimo tempo, la dama appoggia il piede destro che assumendo il peso in modo da farla ruotare in senso orario che la rimetterà frontale al partner.
Ottavo tempo, la donna esegue  con la gamba sinistra un passo laterale  davanti al partner mettendo il peso sul piede sinistro che le permetterà di ruotare in senso orario.
Nono tempo, l’uomo continuerà a comandare una rotazione in senso orario che farà fare alla dama un passo indietro con la gamba destra, mentre il partner porterà il suo piede destro davanti alla punta del piede destro della dama, ritrovandosi con le gambe aperte e il fianco sinistro della dama di fronte.
Il peso del corpo dell’uomo rimane sul piede sinistro.
Decimo tempo, leggero comando dell’uomo in senso orario la dama effettua un gancio.
Undicesimo comando, la dama appoggia il peso sulla gamba sinistra e ruoterà facendo perno sulla palma del piede fino a ritornare frontale al partner.
Dodicesimo tempo, il partner appoggia il peso sul piede destro, mentre la dama apre un passo che la porterà frontale all’uomo con le gambe aperte.
Tredicesimo   tempo, entrambi chiudono con leggera rotazione in senso antiorario mantenendosi frontali, l’uomo con il peso sul piede destro, la dama sul piede sinistro.
Gli ultimi tre tempi 14, 15, e 16 sono la chiusura della Salida Basica.
Per la dama il gancio mi pare sia:
Un sollevamento a tergo della gamba dal piede sino al ginocchio pur mantenendo la
parte dal ginocchio al bacino verticale e ferma.
Il movimento è decisamente veloce quasi un colpo di tacco verso l’alto.


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La pericolosità di questo passo tipico sta nell’errore di posizione delle gambe dell’uomo, (tenute troppo strette) o l’errata posizione della gamba della donna


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tra quelle dell’uomo (la donna non è di traverso rispetto al partner) oppure la direzione errata (la piccola rotazione del busto porta a direzionare la gamba della donna che si solleva ben centrata tra le gambe dell’uomo) o addirittura la lontananza tra uomo e donna che porta la direzione del tacco in sollevamento proprio verso l’inguine dell’uomo.
Altro errore consiste nel comando troppo tardivo del partner, se la dama ha già effettuato il cambio del peso, il rischio che corre è di farle sollevare in gancio la gamba sinistra posizionata davanti alla gamba sinistra dell’uomo.
“E se c’è un errore di esecuzione anche per caso, dovuto alla donna?”
Disse quasi preoccupato l’argentato.
“In   questo   caso   vi   prendete   un   calcio   nello   stinco,   la   responsabilità dell’esecuzione del passo è vostra scelta!” rispose senza mezzi termini la super dama.
Scattarono commenti e battute molto piccanti, prendo in considerazione solo il teatrino messo in atto dalla selerona che puntando il tipetto le disse:
“Vieni che lo proviamo insieme, io e te abbiamo feeling!”
Provocando uno scatto felino di Filippo verso di lei, che ricordava la partenza dei   duecento   metri   di   Mennea   nello   storico   primato,   bloccato   rapidamente dall’insegnante.
Dovette trattenerlo quasi con forza!
“Ho un conto in sospeso con la stallona, non mi riesce mai di galoppare …. emm, ballare con lei!” lo disse come se quell’invito fosse cantato dalle famose sirene di Ulisse.
“Non capisci che sta scherzando?  Sarebbe per te una trappola!”
Utilizzando   poche   ma   azzeccate   parole   le   fece   capire   che   la   diversità  della lunghezza   delle   gambe   avrebbe   provocato   su   di   lui,   sicuramente   uno spiacevole contatto.
Alla reazione del tipetto che accusava la selerona di volerlo mettere fuori gioco, lei con sguardo tormentato e languido lo tacitò dicendole, che durante il gancio l’avrebbe   sollevato   e   quindi   preso   in   braccio,   l’avrebbe   stretto   a   se   con passione, tanghéra s’intende.
“Non dire bugie che ti si allunga il naso!”
Laura ribatté subito in difesa di Filippo, replicata prontamente dalla selerona che aggiunse:
“Si è pronunciato il grillo parlante!”
Intervenne Francesca come mediatrice che spezzò la tensione creatasi, facendo presente ai tre belligeranti che stavamo effettuando una lezione di tango e non


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le prove per la rappresentazione teatrale della oramai più che nota e sfruttata dal nostro gruppo, favola di Collodi.
Fu   ristabilita   la   calma   in   sala,   dopo   prove   e   riprove   partendo   da   lenti movimenti velocizzati man mano che l’esercizio prendeva la giusta esecuzione, gli istruttori ci controllarono personalmente correggendo anche piccoli errori d’impostazione.

…Continua…

Qui l'indice delle puntate precedenti: il-mio-primo-tango-argentino-romanzo-di-antoine-clair

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