Lunfardo: la lingua del tango

_____1105282_orig

La parola Lunfardo si riferisce a un insieme di parole che compaiono nei tanghi. Il Lunfardo e il tango sono nati insieme nelle postriboli di Buenos Aires alla fine del XIX secolo. Quindi, non dovrebbe sorprendere che molte di queste parole si riferiscano al sesso, al crimine, al divertimento, al cibo o alle bevande. "Lunfardo" di per sé è una parola usata dai ladri per riconoscersi. Alcuni dicono che "Lunfardo" deriva dal lombardo francese e da coloro che erano nativi della regione Lombardia in Italia. Altri pensano che il lunfardo viene da "el e' un fardo ". Il fardo è una grande tela dove i ladri avvolgevano la loro "mercanzia".

La parola lunfardo proviene effettivamente dal francese e probabilmente dal lombardo (dialetto di una regione dell'Italia) e non ha nulla a che fare con fardo.
Nei dizionari spagnoli e francesi della fine dell’800, “lombard” era il termine per definire usurai e ladroni. Probabilmente l’associazione di idee deriva dal fatto che i lombardi si dedicavano ad attività finanziarie, di prestatori di denaro contro garanzia di merci, ovviamente con richiesta di tassi di interessi molto alti.
Il lessico del lunfardo quindi deriva in buona parte da lingue europee che hanno influenzato lo spagnolo d'Argentina e Uruguay,  in particolare dall'italiano o altri dialetti della penisola, come il genovese, il piemontese, il napoletano o il cocoliche (pidgin italo-spagnolo parlato dagli immigrati italiani), anche se in origine ha rivestito una figura importante, nella sua formazione, la lingua francese, e in particolare termini provenienti dall' Occitania.
Tant'è vero che nel primo elenco conosciuto di parole in lunfardo, compilato nel 1879 in un articolo del giornale La Nación di Buenos Aires, su 53 vocaboli presentati ben 24 erano di origine genovese. L’immigrazione da questa zona dell’Italia non fu più numerosa rispetto a quella di altre regioni ma probabilmente fu rivelante la sua concentrazione nel porto de La Boca. Alla fine del XIX secolo gli abitanti di questo barrio di Buenos Aires parlavano il genovese, e addirittura c' erano bambini nati in Argentina che ignoravano completamente lo spagnolo o per i quali comunque questo era un secondo idioma.

Altre lingue che hanno influenzato il lunfardo sono l'inglese, il francese, il portoghese, il gallego e gli idiomi amerindi, come il quechua o il guaraní.

Esempi di varie parole pittoresche del lunfardo argentino sono: boncha ( persona equivoca, irresponsabile); morfar (mangiare); mina (ragazza); bondi(autobus); cana (polizia); escabiar (bere alcolici); gil (tonto); biaba ( bastonata o, in forma riflessiva, rinfrescarsi la faccia per sembrare un po' più bello); jeta (faccia)

 Altre parole del lunfardo includono: buyòn( zuppa o brodo dal francese bouillon), catrera ( letto), achacar(rubare), chafe (guardia, vigile), engrupir (ingannare), farra ( festa), fiaca (debolezza, fiacchezza), guita (soldi), laburar ( lavoro), luca (mille pesos), mechera ( ladra di negozi, che mette le dita per rubare), marrusa (bastonata, bastonatura), minga (niente), quilombo (postibolo), yurno (giorno)e zafar (fuga).

La parola “quilombo” era in realtà come venivano chiamati i postriboli. Però oggi non è più utilizzato. Si usa per denotare i “guai”, “se armóun quilombo” significa “mette insieme un disastro”.

Mentre la parola quilombo in Argentina definisce un luogo di prostituzione o molto disordine, la parola viene dall'epoca del vicereamee significava "nascondiglio di schiavi fuggitivi" o covi. Questo è chiaro dalla derivazione: a Buones Aires i luoghi di prostituzione e i balli notturni erano proibiti ed  erano più simili a dei covi che a un bordelli.

Un altra teoria dice che  il lunfardo ebbe come suo grande protagonista non il delinquente, ma un personaggio tipico della Buenos Aires tra la fine del 1800 ed inizi del 1900: il compadrito, uno sbruffoncello attaccabrighe, donnaiolo e seduttore che prese dal vocabolario degli immigranti, soprattutto italiani, un gran numero di vocaboli per arricchire la sua parlata. Più che per farsi comprendere, si utilizzò il lunfardo, e si continua ad utilizzarlo, come una credenziale di appartenenza ad un settore sociale determinato. In questo contesto si inserisce anche la creazione di una particolare forma di parlare invertendo l'ordine delle sillabe di una singola parola, chiamata "vesre", ossia l'inverso di "revés", che significa "contrario". Ecco che quindi, in vesre, "tango" risulta essere "gotán", "amigo" è "gomía", "cabeza" è "zabeca", etc. Le regole per invertire le sillabe, comunque, possono variare a seconda delle parole, infatti, per esempio, il vesre di "pantalón" è "lompa", ossia la sua forma abbreviata.
Numerose parole incorporate al lunfardo, così come allo spagnolo d'Argentina e Uruguay in generale, come abbiamo visto,hanno invece cambiato forma o significato rispetto alla lingua originale da cui sono state tratte. Inoltre, un numero elevato di termini usati in lunfardo sono parole dello stesso castigliano che fuori dall'Argentina sono considerati arcaicismi oppure che hanno subito delle modifiche a livello semantico.
L'immigrazione italiana lasciò nelle canzoni del tango un numero considerevole di vocaboli dei nostri dialetti peninsulari, italianismi conservati con lo stesso significato, o con una sua estensione e/o modificazioni nella grafia che adattavano approssimativamente la pronuncia della parola italiana al castigliano. Ecco alcune delle più famose parole lunfarde e la loro origine:

PIBE:  dal genovese "apprendista", "ragazzo"               lunfo
CAPO: sinonimo dello spagnolo "jefe"
CHAU: dal nostro "ciao"
LABURO: dai dialetti del nord "lavur","lavoro"
ATENTI!: simile al nostro "attenti","attenzione"
ENYETAR: dal napoletano "jettatore","menagramo"
FIACA: direttamente da "fiacca", "pigrizia"
PASTICHO: da "pasticcio", "confusione"
FACHATOSTA: da "facciatosta"
CREPAR: da "crepare", "morire"

Il tango, è senza dubbio una delle espressioni più alte di questo tipo di cultura.
Fu composto dai discendenti degli immigranti sotto varie forme , alle quali corrispondono sentimenti e sfumature linguistiche diverse (linguaggio popolare, lunfardo e linguaggio colto); dal tango proibito delle periferie fino al tango "decente" dei saloni delle famiglie, il tragitto è marcato dalle caratteristiche sociali dell' immigrazione anche e soprattutto italiana.
Il tango ebbe anche una "mala fama" tanto da convertirsi in leggenda nera: era la musica dei malviventi, dei "compadritos", soliti ad avere attitudini e vestiti particolari, sprezzanti del pericolo, superbi, e come uniche regole la prepotenza del più forte e l'amore che si vende al migliore offerente.
Luis Borges vide nell'origine della coreografia del tango i movimenti dei duellanti, schivando e tirando pugnalate. La forma di comporre poesia per il tango si è protratta per decenni con Milonghe, tanghi lunfardeschi, e con le opere tanto in "vesre" che in prosa.

Tra i vari dizionari e vocabolari di lunfardo segnalaliamo :


– Il "Diccionario Lunfardo Del Erotismo" un dizionario semantico che concentra con stile fresco e rilassato  3.714 espressioni parlate, gestuali e scritte cariche di autentica cultura porteña, fornendo anche un immagine colorata del mondo del sesso, dell'erotismo e della prostituzione nel corso della storia. Spinto dallo sguardo ricettivo e dalla complicità maliziosa di Ernesto Portalet, il lettore potrá viaggiare in un suggestivo percorso, dove, attraverso locuzioni  insinuatorie, potrà ricostruire ambienti intimi  dentro a un contesto pieno di espressioni tra il legale e il sociale, quelle moralmente rifiutate e per alcuni disonoratamente peccaminose.


-Per ultimo vorremo far presente il

"Diccionario lunfardo       

12.500 VOCES Y LOCUCIONES LUNFARDAS, POPULARES, JERGALES Y EXTRANJERAS

Por: Adolfo Enrique Rodríguez. Comisario General (R)

con traduzioni in varie lingue, da cui si può facilmente estrapolare quella in italiano, consultabile direttamente da qui:

 

 

 

Fonti:

http://etimologias.dechile.net/?lunfardo

http://www.italiauruguay.com/lunfardo.html

http://www.cuspide.com/9789500520027/Diccionario+Lunfardo+Del+Erotismo/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>