La strada del tango – Parte 3: Il ballo e la sua evoluzione

di Talonsonero

Parte 3: Il ballo e la sua evoluzione

Il luogo d'origine del tango, come danza, è piuttosto controverso. In Argentina l'ipotesi di maggior forza vuole che il tango sia nato a Buenos Aires e precisamente nella zona di Caminito, nel quartiere La Boca. ballo-CachafazSecondo questa ipotesi sarebbe nato spontaneamente come presa in giro dei neri che ballavano il candombe, diffuso nell'Argentina e nell'Uruguay, ma originario del Congo praticato da gruppi di ballerini di colore detti "candombes". I marinai cubani di colore, che si erano stabiliti a Montevideo sul finire dell'Ottocento, danzavano la "habanera", ballo di importanza cruciale nella storia della danza di Buenos Aires e Montevideo. Il tango, quindi, ha origini nere e ancor più la milonga che lo ha preceduto.
I movimenti e i passi del "canyengue", che può essere considerato la forma più antica di tango, furono fusi insieme proprio dai figli dei ballerini di candombe e dai meticci che vivevano nella zona popolare di Buenos Aires, come La Boca e San Telmo, e nell'area del Rio della Plata.
'Canyengue', che nell'idioma kikongo significa "fondersi con la musica", risulta una combinazione della "posizione uno" della classica danza dell'Africa Centrale (piedi piatti sul pavimento, busto piegato in avanti, viso immobile) e della polka argentina, che riecheggia il romanticismo dei balli europei (ballerini stretti in un abbraccio, mano appoggiata in vita, lavoro di tacco-punta).
Si dice che il tango fosse ballato fra gli uomini in attesa all'esterno dei postriboli.
Alcuni, come il saggista uruguagio Vidar, ritenendo che ogni danza di coppia possieda sempre un valore sociale legato ai rituali di accoppiamento, contestano fermamente questa ipotesi, ammessa esclusivamente come pratica didattica per l'apprendimento dei passi,
Una rima del poeta di inizio secolo Carriego descrive il tango danzato fra uomini ed esistono anche prove fotografiche di questa pratica. Saper ballare era un punto d'orgoglio per l'orillero o arrabalero, perciò esiste una teoria che ritiene che in origine fosse una danza individuale: El compadrito in un angolo della strada, di fronte agli amici o alla donna che desiderava conquistare, dava prova delle sue abilità nel corte, quebrada, corrida, ocho, medialuna ecc.i
Quando il tango cominciò ad essere ballato fra uomini e donne fu proibito, perché considerato, dalle classi conservatrici, volgare e di incitamento alla lussuria e quindi costretto ai luoghi chiusi e nascosti fino alla sua emancipazione e diffusione in Europa.
A metà degli anni novanta si è consolidata la sua coreografia con cui si è poi affermato nei primi anni del XX secolo.
Il tango deve essere interpretato come un linguaggio del corpo attraverso il quale le emozioni personali si trasmettono attraverso la coppia.
Si dice che il tango si balla "escuchando el cuerpo del otro". Per questo è importante l'abbraccio stretto, lo sguardo rivolto nella stessa direzione e camminare sull'avampiede, ciò rende il tango una danza molto sensuale.
La tradizione orale e le cronache riportano i nomi di alcuni ballerini, famosi per le loro corridas, cortes e quebradas: el Flaco Saúl, Mariano Cao, il payador, e gran cantante del cambio di secolo, Arturo de Navas e Juan Filiberto.
La donna cominciò da subito a ballare il tango nei postriboli e altri luoghi di cattiva reputazione, ma fino al 1904 le donne dei quartieri popolari non osavano praticarlo.
La tradizione ricorda alcuni nomi delle prime ballerine: la Parda Refucilo, Pepa la Chata, Lola la Petiza, la Mondonguito, la Vasca, la China Venicia, María la Tero, Carmen Gomez, la Parda Flora e la famosissima rubia Mireya, la altrettanto conosciuta María Mireya, nota come la Oriental perché uruguagia.
All'inizio del nuovo secolo il tango trionfò nei club notturni di Parigi, dove apparve per la prima volta nel 1910, e negli altri paesi sudamericani, (specialmente Colombia, Messico e Centro America) e successivamente a New York, introdotto dalle ballerine delle classi alte che, per snobismo, solevano frequentare i luoghi dove si praticava a Buenos Aires. Fino alla metà del XX secolo, si ballava indifferentemente nei bar di lusso e in quelli chiamati milonghe, che erano piste abilitate nei club di quartiere e di periferia di Buenos Aires, Rosario e Montevideo.

Le modalità di ballo si sono modificate nel tempo, in ragione dei mutamenti che avvenivano nella società, nella musica e a causa della sua “internazionalizzazione”, evolvendosi attraverso stagioni che possiamo schematizzare così:
Dal 1880: in origine i corpi sono connessi, a formare una cosa sola, stretti insieme camminano avanti e indietro, cercando il ritmo, a destra, a sinistra, e viceversa.
Dal 1889: la sensualità è centrale ed è alla base della ricerca del corpo a corpo. La danza è un pretesto per avvicinarsi e stare uniti. È questo il periodo della prima milonga ballata come presa in giro delle movenze e della postura dei neri.
Dal 1900: entra in scena l'orillero che frequentando costantemente postriboli o “casitas”, Bailetines de la Rivera, case malfamate e le romerias del barrio alto, raccoglie gli elementi ballabili, li corregge, li trasforma, ne crea di nuovi, dando la sua forma reale al tango ballato e allontanandolo dalla mera finalità sessuale.
Tra il 1905 e il 1910, quindi contemporaneamente al canyengue, comparve il "tango liso o salon", preferito da quella parte della società argentina desiderosa di sperimentare il nuovo ballo senza doversi mescolare ai ceti più bassi, le ragazze in sala erano sempre accompagnate da membri della famiglia. Il tango “liso”, caratterizzato da postura eretta, eleganza e misura, eliminò i tagli e le rotture (cortes e quebradas), dando spazio alle camminate.
“Nei saloni da ballo era proibito ballare con cortes, se lo facevamo qualcuno si avvicinava e ci diceva: e lì ci raccomandavano o ci cacciavano. Ci chiamavano compadritos” Petróleo (Carlos Estévez).
Nel 1916 a Buenos Aires comparve un piccolo manuale scritto da Nicanor Lima: "El tango argentino de salòn: metodo de baile tèorico y pràctico". Tale pubblicazione segnò una svolta culturale: il tango, da ballo spontaneo e improvvisato che si danzava nelle strade e nei club, assumeva espressioni e schemi controllati. Lo sviluppo del "tango salòn" non soppiantò, però, gli stili del barrio.
Dal 1920: già la danza è matura, si balla con il braccio sinistro sopra la testa, è ricco di passi: corridas, medias lunas, quebradas, ochos, cortes e sentadas, ritmi in due quarti.
Dal 1925: nuova forma nell'abbraccio, si uniscono i petti dei partner, si allontanavano le gambe formando un angolo di 35° per avere più spazio per poter praticare e mostrare gli adorni e le figure.
Dal 1930: i ballerini cambiano la posizione, la misura passa ai quattro ottavi, i passi sono più ampi, si integra il sobre paso (incrocio) della donna, il braccio sinistro del ballerino all'altezza dell'omero. Con l'introduzione del sobre paso la donna all'attacco camminava all'indietro, facendo incrociare il piede sinistro sul destro, in tal modo la coppia poteva allinearsi e raggiungere una simmetria d'azione, pronta per improvvisare nuovi passi.
Una figura che ben interpreta la rivoluzione della danza è quella di El Cachafaz, che dominò la scena fin dagli anni 20 creando attorno a sé un alone di leggenda. Venuto dai barrios, viaggiò negli Stati Uniti e a Parigi.
L’esigenza di adeguare i passi ai nuovi arrangiamenti musicali (da De Caro e Fresedo si passa infatti a Di Sarli e D’Agostino), portò Cacho Lavandina, insieme al maestro Petroleo, a sviluppare e proporre giros, enrosques, ganchos. Si dice che, osservando un cesto appeso con una corda al soffitto, gli venne in mente che la donna potesse girare intorno all'uomo interrompendo la classica camminata.
Dal 1940 la danza raggiunge la sua perfezione, è il tango per eccellenza. Si balla in quattro ottavi, la posizione del braccio del ballerino all'altezza dell'omero e quello destro della ballerina con la stessa forma, si cammina fraseggiando, si incorpora il giro a destra e sinistra, el doble, el triple, arrastres, picadas, voleos, ganchos, traspies e tutti gli altri nuovi movimenti con cui si balla ancora.
Negli anni '50 il tango salòn subì un cambiamento singolare, gli spazi di ballo si facevano piccoli e affollati, non permettendo più movimenti ampi ed energici; si sviluppò, così, uno stile caratterizzato da un abbraccio stretto, passi corti, piccoli avanzamenti, brevi retrocessioni e movimenti circolari poco estesi. Era il "tango del centro" o "milonguero", uno stile gradevole, meno complesso, ma molto ritmico. Inizialmente detto "cortito" o "de confiteria", anche se è tuttora tra gli stili più amati e praticati dagli appassionati del tango, questa modalità fu, da molti, considerata quasi un'involuzione, un freno ad ulteriori avanzamenti. Antonio Todaro, uno dei più grandi maestri, ispirandosi al canjengue, creò il “tango fantasia”, uno stile molto creativo nelle fusioni che si balla più aperto degli altri per permettere movimenti più ampi e figure più complesse, dalla sua scuola emerse successivamente il grande ballerino Miguel Angel Zotto.
Negli Anni '90, a Buenos Aires, Gustavo Naveira e Fabian Salas condussero un'analisi strutturale del ballo, evidenziandone l'insieme delle possibilità dinamiche. Lo studio approfondito dell'esatta posizione dell'asse durante i giri (all'interno della donna, all'interno dell'uomo, all'interno della coppia) ha portato alla realizzazione di movimenti fluenti e rotazioni morbide. Da qui lo sviluppo del "Tango Nuevo" o più precisamente del "Nuevo Tango". Più che un nuovo stile di ballo si potrebbe quasi definire una nuova metodologia didattica che consente di “costruire” il proprio tango, componendolo e scomponendolo in modo personale e quindi slegandosi dalle figure complesse passate dalla tradizione. Ad esempio "volcadas" (sbilanciamenti in avanti) e "colgadas" (sbilanciamenti all'indietro) della donna possono essere inseriti in qualsiasi stile di tango. Lo stesso modo di considerare l’abbraccio nelle diverse forme di tango: per il tango milonguero l’abbraccio stretto costituisce l’essenza stessa del tango; per il tango “tradizionale” l’integrità dell’abbraccio è una caratteristica fondamentale del ballo. Il tango nuevo infrange queste regole, introducendo il concetto di “soltada”, ossia la perdita e poi il recupero dell’abbraccio da uno o da entrambi i lati, e privilegiando così il concetto di connessione tra i ballerini anche al di là della temporanea separazione fisica.
Oggi, esponenti di spicco del tango nuevo sono, tra gli altri, gli stessi Naveira e Salas e Mariano Chicho Frumboli.

One thought on “La strada del tango – Parte 3: Il ballo e la sua evoluzione

  1. Grande post .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>