La strada del tango – Parte 4: Il rifiuto e la successiva accettazione sociale

di Talonsonero

Parte 4: Il rifiuto e la successiva accettazione sociale

Inizialmente il tango, originario dei quartieri più poveri del Rio della Plata, per il contenuto audace e volgare dei testi era considerato come osceno e amorale e rifiutato dalle classi elevate. Era proibito l'ascolto e il ballo, sebbene alcune persone ne fossero attratte e andassero a praticarlo nei sobborghi.sociale
La censura si manifesta nell'eterna dinamica sociale in cui si affrontano l'antico e il nuovo, la rigidità intellettuale e l'apertura, tradizione e il rinnovamento, ogni volta che si verifica la nascita o l'evoluzione di un qualsiasi movimento popolare.
La danza e il tango non fanno eccezione.
Sin dalle origini, il Tango è stato disprezzato da quasi tutti gli strati della società di Buenos Aires e da quella europea, senza mai, per questo, cessare di esistere ma, piuttosto, mostrando quanto le espressioni popolari si nutrano delle proibizioni di qualunque genere.
La censura al Tango si manifesta per la prima volta nel sociale, dove lo si disprezza a causa la sua origine ai margini e il discredito che ne consegue. Qualcosa di non degno dell'alta società e della "gente per bene". Nonostante il disprezzo sia indirizzato alla danza, non è difficile riconoscere che era il protagonista, "el hombre de tango", il vero oggetto di disprezzo. Solo nuove "credenziali di decenza" potevano portare alla sua emancipazione, che richiese alcune trasformazioni.
Per esempio, poco a poco cambiò il background sociale dei musicisti e del pubblico, questo portò mutazioni estetiche alla danza, sparirono alcuni elementi rappresentativi di ciò che era indecente come corte e quebrada.
Le prime liriche del tango, che facevano uso di malizia sessuale, soprattutto nell'uso dei titoli metaforici (“La clavada”, “El serrucho”, “Dos sin sacar”, “Dejala morir adentro”, ecc.), erano considerate parte di un certo cattivo gusto dell'epoca.
Successivamente, grazie alla sua melodia e all'affermarsi della piccola e media borghesia, il tango cominciò a entrare nel gradimento delle classi elevate e di conseguenza anche le liriche diventarono più raffinate, inaugurando una nuova poetica.
Infatti all'inizio del XX secolo, si verificò una prima migrazione geografica del tango dai sobborghi verso il centro e, successivamente, verso il vecchio continente.
Il periodo della Belle Epoque e gli elevati standard di vita parigini contribuirono all'affermazione del tango. I ricchi argentini attratti dalla vita parigina, restavano sorpresi vedendo che ciò che loro disprezzavano in Argentina come pertinente alle classi basse, era lì molto apprezzato dall'alta società. Nel 1902 a Parigi c'erano circa cento accademie di ballo che insegnavano il tango insieme agli altri stili. Il tango era così popolare che furono richiamati maestri come Alfredo Gobbi, Ángel Villoldo e Enrique Saborido.
Un'altra analisi sostiene che in realtà in Argentina il tango era già accettato e presente nelle classi elevati. Infatti i prezzi degli spartiti di tango, dei dischi e grammofoni non erano alla portata delle persone meno abbienti.
L'accresciuto grado di fama internazionale fu accompagnato da nuove voci di riprovazione.

È forse l'ambito clericale il terreno su cui si esprime l'attività principale di condanna del
tango. Anche se in nessun documento appaiono esplicite dichiarazioni del Papa in materia, il
Vicario di Roma Pio X alzò la voce contro la novità scandalosa. In una pastorale inviata ai
parroci di Roma, il Papa commenta con "vivo dolore" la notizia dell'introduzione di "una danza proveniente da oltremare, che costituisce una grave oltraggio al pudore, essendo stata per questo stesso già condannata da tanti vescovi illustri e vietata in molti paesi protestanti".
Nel frattempo, in Cile nel 1911, un gruppo di donne dell'élite cattolica costituì la "Lega delle Donne per la Censura Teatrale" poi istituzionalizzata come "Lega delle donne cilene" con la missione di difendere la moralità pubblica e nazionale." La Lega nel 1914 si compiaceva che la gerarchia della Chiesa si rifiutasse di “assolvere i peccatori che ballano il famoso tango argentino considerandolo assolutamente immorale".
In Francia, gli arcivescovi di Parigi (Amette), Cambray e Sens e il vescovo di Poitiers, condannavano il tango dai loro pulpiti. Inoltre la stampa vaticana celebrava il Kaiser Guglielmo II che "ha fatto quello che poteva per evitare che i gentiluomini si identifichino con la bassa sensualità dei neri e meticci" proibendo agli ufficiali in uniforme di ballare il Tango. Il vescovo inglese Weldom, riferendosi al Tango diceva "inventate in Sud America o altrove, le danze dei selvaggi, per quanto le si possa modificare, difficilmente possono essere trapiantate in una società civile senza offendere la morale cristiana".
Tuttavia, in questo contesto, che precedette la guerra, il Tango raggiunse il suo primo grande successo, arrivando ad essere accettato dalla società europea, ritornando sulle coste argentine con il sigillo di qualità che solo Parigi gli poteva concedere e a cui subito si adeguò la società snob e camaleontica di Buenos Aires.
La guerra consacrò gli Stati Uniti come nuova grande potenza e i costumi europei cambiarono radicalmente. Alla fine del conflitto, la comparsa della radio e dei dischi dette un forte risalto ai cantanti di Tango.
Con il successo di "Mi noche Triste"(1917), nasce un nuovo tango, intriso di malinconia e rimpianto. La musica cambiò e divenne più lenta. Tutto ciò dette grande risalto al Tango canzone e, con il successo, la censura riprese ad attaccare il ballo, questa volta a causa dell'uso, nei testi delle canzoni, del lunfardo. Questo linguaggio, caratteristico delle classi basse, non poteva essere accettato dall'élite . Durante il governo di Ramón Castillo, una commissione presieduta da monsignor Gustavo Franceschi fu incaricata di salvaguardare la purezza della lingua. Furono fatte pressioni per vietare il tango e eliminare ogni riferimento alla droga e alcol, e come detto, l'uso del lunfardo. Successivamente, nel 1943, la censura fu ufficializzata. Un ufficio apposito era incaricato di autorizzare la diffusione per radio dei tanghi, dopo l'attività censoria da parte di un esperto linguista.
Il tango "De barrio" non fu diffuso a causa della parola "pucho", ritenuta volgare, presente nel testo. Alcune canzoni cambiarono nome, ad esempio "Tal vez será mi alcohol" divenne "Tal vez será mi voz". L'eliminazione delle espressioni lunfarde portò ad una mutazione poetica che alterava profondamente il significato dei testi, fino a trasformarli, in alcuni casi, in parodie del tango.
La censura si concluse con il governo Peron, quando una delegazione di musicisti e poeti del tango sollevarono la questione in un incontro con il presidente che, quasi a sancire l'ufficiale conclusione della censura, si rivolse in lunfardo ad uno dei delegati, il poeta Alberto Vacarezza, che era stato derubato il giorno prima:
“Don Alberto, me enteré que el otro día lo afanaron en el bondi” (“Don Alberto, ho saputo che, l'altro giorno, è stato derubato sull'autobus”)

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