Graciela González: la Leona del Tango
Il seminario di tecnica femminile di Graciela González nel 2014 ha compiuto 20 anni.
Già detta la Negra del tango, per quanto in Argentina sia un termine affettuoso, adesso preferisce l’altro soprannome Leona. Perfetto per la donna che ha inventato le lezioni di tecnica femminile e i workshop, la prima ad aver girato il mondo dando lezioni senza un uomo al fianco.
Con quello sguardo che contiene allo stesso tempo la domanda e la risposta e ha migliorato il tango di migliaia di ballerini. Perchè, tra le tante attività, Graciela viaggia e impartisce lezioni nel mondo, da quel primo invito alla Stanford University, negli Stati Uniti, nel 1995.
I primi ricordi che riguardano il tango?
I miei genitori che danzano a una festa di compleanno, avrò avuto 5 o 6 anni. In casa si ascoltava solo questa musica. Ma il “debutto” è stato a fine ’87: c’era un centro culturale vicino a casa – ho sempre abitato a Boedo, il quartiere di parecchi tangueros, da Osvaldo Zotto a Gloria y Eduardo, il quartiere della squadra di Papa Francesco, il San Lorenzo – e ho visto che annunciavano un corso: sono andata e sono rimasta per quattro ore. Da lì non ho più smesso.
Tornata dal primo viaggio da sola, ad insegnare in Cile nel 1993, in classi quasi esclusivamente di donne, decise di fare un seminario di tecnica femminile.
Non esisteva né il concetto di seminario né quello di tecnica femminile. Come ci è arrivata?
La mia mamma nel tango è Martha Antón. Con lei e Verónica Alvarenga nel ’92-’93 abbiamo lanciato una pratica di donne, la practica de las chicas, diventata in breve famosa. Iniziativa molto criticata da un lato (come? Le mujeres iniziano a insegnare da sole?) e molto sostenuta dall’altro (venivano tutti questi vecchi milongueros amici nostri: Pupi, Teté Rusconi, Mingo Pugliese, Juan Bruno, el Gallego Manolo). Poi, visto che un sacco di donne a lezione mi chiedevano suggerimenti, ho pensato a un workshop apposta per loro: è partito l’8 gennaio del ’94 alla Galeria del Tango, a Boedo. Un posto creato da Gavito e Gloria y Eduardo, che mi hanno sempre supportata, dandomi carta bianca.
"Mi incoraggiò Patricia Lamberti che progettò il mio primo seminario. Le donne arrivano con un sacco di informazioni tecniche sbagliate, dovetti usare lo "spolverino" per cancellare questa confusione. Mi sento la donna delle pulizie!" Dice Graciela, ironizzando, in un intervista. Ma la sua non è stata mai una vita semplice.
Ormai adulta scopre di essere stata adottata e si allontana da una famiglia iperprotettiva che le ha sempre nascosto la verità.
Da questa disconnessione nasce la sua ricerca di sè nella vita e nella danza che la porta allo studio della postura e alla lettura del linguaggio espressivo del corpo.
I seminari sono del tutto innovativi: dalla pulizia nei movimenti nelle donne all'insegnamento della marca negli uomini.
Può vantare maestri d'eccezione come "Martita, che ballava con Petróleo e mi spiegò il primo adorno sul ballo di Pupi y Alejandra (de Almagro). C'erano anche icone della danza come Adela la Gallega, la Rusa, Ada, Margarita, Neli, Elba, Lidia Filippini."
Tra le sue allieve nomi importanti come Graciela Cabrera, ad esempio, o Liliana Belfiore, Mecha Fernández, Cecilia Figaredo … The Plebs (Milena Plebs) che ha usato anche alcune delle figure imparate da Graciela nelle sue classi. Ma hanno frequentato anche Han Elina Roldan, Vilma Vega, Corina De La Rosa, Mariana Dragone, Analia Vega, Verito Alvarenga e molte altre.
"La cosa migliore che mi è successa con il seminario è la soddisfazione che mi ha dato. Il corso per me è un importante specchio di apprendimento. Quando sento che coincide il luogo, il tempo, in cui tutto è sincronizzato e vedo le donne eccitate e connesse, è perfetto." dice.
Certo non poteva non vedersela con la proverbiale presunzione dei tangueri: "Come insegnante, a volte, tentare di conquistare lo studente diventa difficile. Ho visto studenti che vengono a lezione con quell'atteggiamento di 'vediamo cosa può insegnare.. a me?!!….' L'ho finita molto stanca fino a quando ho imparato a non consumare energie. Ha a che fare con l'accettazione di sé. Ma era necessario per maturare i miei 50 anni..", oppure col classico spirito di emulazione comune a molte persone: "Mi da fastidio quando arrivano a prendere appunti e cercano, per tutto il tempo, di provare a fare esattamente la stessa cosa. L'insegnante sceglie anche il discepolo. Una cosa è il discepolo che mi segue sempre e fa domande per capire perché faccio quello che faccio e che incorpora. Un'altra cosa è copiare tutto e cercare di ripeterlo. Il corso non è trasferibile, non si può filmare, ne spiegare ne copiare."
Come ha messo a punto la sua tecnica?
La possiamo definire intuizione: ho iniziato a leggere tanto su bioenergia, biomeccanica, Jung e gli archetipi… E poi sin da piccola ho sviluppato un modo personale di leggere i corpi e capire le emozioni che non venivano espresse. Una sensibilità che mi ha aiutato finora. La mia generazione ha decodificato e provato a trasmettere quello che i nostri maestri non dicevano. La mia ricerca è andata più verso la sensibilità, loro sono uomini e agli uomini interessa più la forma, la struttura. Da donna, mi sono chiesta: come reagisce il corpo a un’emozione?
Graciela insegna il tango con grande passione e soddisfazione. Probabilmente non c'è persona che balli tango da più di un anno che non abbia mai sentito parlare di Graciela Gonzalez e dei suoi leggendari seminari di tecnica Workshop. Donna di grande carisma e potere, Graciela è una persona self-made, che continua ad ispirare tangueras e tangueros con la sua danza sensuale, gradita in tutto il mondo.
Fonti:Liberamente tratto da Tangauta rivista • Magazinen ° 229, iodonna.it
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