IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO ~ Romanzo ~ di Antoine Clair – 3° puntata
IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO
(Romanzo)
La Camminata
Ci ritrovammo nel mezzo del cammin di nostra vita… No! questo l’hanno già
scritto! Ci ritrovammo la settimana dopo all’ingresso della sala ancora
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chiusa, puntuali come orologi svizzeri e come tutti gli altri ansiosi di iniziare il
corso, scalpitanti come i cavalli da corsa.
Si percepiva nel gruppo entusiasmo e attesa, voglia e quasi smania di
muoversi, di andare … sensazioni forti e diffuse, quasi palpabili.
“E gli istruttori?”
”E i nostri maestri?”
Domande che ricorrevano sulle labbra delle coppie più nervose.
I maestri arrivarono direi puntuali, sguardi generalizzati sugli orologi, un
minuto di ritardo!
Si, un minuto di ritardo si poteva perdonare, anche perché tutti avevamo
l’orologio posizionato con qualche minuto avanti.
Entrata in sala simile alla famosa "Carica dei Seicento", cambio veloce delle
scarpe e stupore …
Alcune signore sfoggiavano secondo il mio parere, abiti tanghéri di stile fine
secolo diciannovesimo, subito corretto dalla mia dama in stile inizio secolo
ventesimo.
“Che differenza fa?” le chiesi.
“Fa, fa!” mi rispose con un leggero assenso del capo ed una lieve smorfia della
bocca seguita da un piacevole sorriso, "che io sappia… il tango è divenuto di
moda proprio all'inizio del nuovo secolo.
Ricambiai il sorriso e mostrando una studiata espressione di sorpresa, senza
esprimere ulteriori pareri annuii mostrandomi convinto.
La prima richiesta dei maestri tanghéri “formate le coppie” fece scattare
movimenti quasi caotici.
Incredibile, ecco gli abbinamenti, in un batter di ciglia presero forma quasi che
fossero già tutti prestabiliti … e forse lo erano.
Le coppie si formarono velocemente due file parallele.
Con movimenti veloci e sapienti colpi d’occhio ci trovammo tutti ben allineati;
alcune dame rimasero purtroppo senza cavaliere.
Le espressioni delle signore tradivano imbarazzo e disappunto.
La maestra di tango, provvide a tranquillizzarle avviando esercizi che
prevedevano il cambio dei partner.
Emozione … era arrivato il momento di abbracciare la propria dama!
Ma! … delusione … l’esercizio in coppia consisteva in una semplice camminata,
l'unico contatto con la mia dama erano le sue mani appoggiate sul mio petto.
Piede destro dell’uomo in avanti, sinistro della donna in dietro, sinistro
dell’uomo in avanti, destro della donna in dietro e cosi via.
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“Non credo di dover dare ulteriori spiegazioni su come si cammina!” Disse con
sorriso ironico l’istruttore, “ma per chi se lo fosse quasi dimenticato, farò un
sommario ripasso!”
Le gambe mai tese, sempre leggermente flesse permettono ai passi che vengono
eseguiti, di mantenere una stabilità nel procedere senza alzarsi ed abbassarsi in modo
ondulatorio, oppure, oscillare a destra ed a manca (cavalcare o peggio cammellare).
Questi che vengono considerati difetti di portamento (Postura) influiranno sulla guida
della dama costringendola ad assimilare le cattive movenze.
In oltre le gambe non devono mai essere tenute larghe durante la camminata, fa molto cow boy ma poco tanghéro.
Chiaramente in funzione della propria fisicità, quando le gambe sono allineate
durante il passo, abituare i piedi a passare molto vicini uno all’altro quasi a sfiorarsi,
mentre le loro punte rimangono leggermente aperte.
Il peso del corpo sta decisamente sul piede che non viene mosso ed il passo che si sta
per eseguire, segue per un istante il movimento del busto.
E' lecito dire che il movimento del corpo parta, prima dal petto poi dalla gamba.
Il tallone deve essere appoggiato per primo, poi la pianta del piede; evitate di
appoggiare per prima la punta del piede, sembrereste delle ballerine di fila dei balletti
operistici.
Il piede che esegue il passo deve assumere con decisione il peso del corpo in modo da
ben determinare la conclusione dello stesso passo.
I piedi vanno mossi parallelamente o meglio se le punte siano leggermente tenute
verso l'esterno, per far guadagnare stabilità al corpo e dare una figura più maschile al
passo.
Iniziammo a spingerci in ogni direzione con prevedibili piccoli scontri e conseguenti
esclamazioni ironiche "…non sai più camminare! …chi ti ha dato la patente di
guida! …e guarda dove vai! Quei piedi … metteteli in tasca!” eccetera eccetera!
Gli istruttori dopo aver attratto l’attenzione con un quasi urlato ''silenzio'' tra le
esclamazioni ed i commenti dei presenti, dimostrarono con maestria i
movimenti, le posizioni delle gambe, la posizione del corpo, della testa e delle
braccia sia per il cavaliere che per la dama.
“Questo si chiama portamento, ma lo riprenderemo meglio quando saprete
ben camminare”
Alcuni commentarono con sarcasmo questa frase, ritenendo di sapere già fare
una semplice camminata.
Senza badare al portamento, eseguimmo gli stessi passi sia in avanti che
indietro con la mano della dama appoggiata al nostro petto possente.
Non fateci caso per il "possente petto", sto iniziando a gasarmi!
L’uomo doveva iniziare la camminata con la gamba destra e la donna di conseguenza con la sinistra; questo detto dalla maestra: ''… per abituarci alle
prossime sequenze dei passi, dove l'uomo guida e la donna esegue ''.
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La frase mal interpretata dalle signore fece scaturire piccole frasi ironiche che
indispettirono i maschi più suscettibili del branco.
Scattarono subito i commenti sulla divisione dei sessi con suffragette e
maschilisti, rasentando in alcuni momenti battibecchi tra le coppie sposate.
"Togliamo loro il voto!'' gridava ridacchiando un piccoletto seminascosto tra i
presenti, la sommossa fu sedata velocemente dagli istruttori.
Ci disposero su due file parallele ravvicinate, dama e cavaliere allineati una di
fronte una all’altro e le dame appoggiarono le mani sul petto del loro cavaliere.
La dama flettendo le braccia in modo da tenere una distanza controllata
percepiva i movimenti del partner, che camminando in avanti la costringeva a
retrocedere con passi uguali e speculari.
Arrivati alla fine della sala, inversione di direzione e cambio di dama.
Gli istruttori con questo esercizio misero in chiaro che il tango è guidato
dall’uomo con il corpo, in particolare con la rotazione del busto, le braccia
contribuiscono, in alcune sequenze a dare stabilità ai movimenti, non per
guidare la dama (che non è una bicicletta).
Camminammo, camminammo!
Verso il sedicesimo chilometro, al secondo cambio delle gomme, “pardon,
scusatemi!” cambio di tutte le dame, inserirono la musica.
Si diffuse in sala un tango appassionato, molto cadenzato e ci invitarono
nuovamente a ripetere l’esercizio.
Percorremmo altri ventiquattro chilometri con tre, quattro completi cambi di
coppie o forse più!
E non mi dite “esagerato!”
Al termine della lezione i maestri si complimentarono con noi per il buon
risultato; erano soddisfatti.
Anche noi, sopra una lieta stanchezza, mostravamo una palese soddisfazione
ed alcuni partecipanti erano addirittura elettrizzati, ma non mancarono i
pessimisti di turno.
Si sentì chiaramente la frase provenire dalle retrovie.
"E’ decisamente un complimento! Ci dite che non avete mai avuto risultati cosi
rapidi ed ottimali, per forza, siamo i primi che affrontano questo corso
collettivo di tango!"
Cosi sbottò Alfonso.
Bisogna dire che questo personaggio in seguito fu sopra nominato ''Brontolo'',
non perché fosse piccolo come uno dei sette famosi nani di Biancaneve, anzi,
ma perché aveva sempre qualche cosa di negativo da ribadire ed assomigliava
piuttosto ad una pentola in ebollizione.
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Fine della lezione, l’uscita dalla sala a piccoli gruppi favorì lo scambio di pareri
ed impressioni ed una gradevole socializzazione, ogni uno ebbe il piacere di
conoscere persone nuove indipendentemente dalle provenienze sociali, ciò che
ci univa era il comune desiderio di imparare un diverso modo di ballare, non
solo!
Fino dalle prime parole scambiate emerse subito la voglia di capire, di sapere
di fare nostra la realtà che stavamo vivendo con decisa caparbietà.
Ci allontanammo lentamente ognuno per le proprie vie, ci lasciammo con
saluti e promesse di trovare uno spazio libero nel nostro tempo per cercare
negozi di abiti ed accessori adeguati per questo ballo, ma sopratutto
specializzati in questa musica, scambiandoci poi appuntamenti e numeri
telefonici.
Settimana senza novità salvo una telefonata inaspettata ricevuta durante l’ora
di cena.
Era una amica che non sentivo da diverso tempo, di preciso, dall’inizio
dall’estate scorsa in cui partecipammo ad uno spettacolo di ballo latino
americano e di Salsa eseguito da due splendide coppie cubane.
In quella occasione manifestai il desiderio di riprendere le lezioni di ballo liscio
organizzate appunto, nel suo Dopo Lavoro Aziendale.
Mi ricordò la mia promessa: Se mai avessi deciso di frequentare un corso di
ballo, l’avrei subito informata.
Le spiegai che quella promessa era legata alla mancanza di una dama fissa in
quanto la mia era fuggita dalla disperazione rifugiandosi a Puerto Escondido
con un noto ballerino svizzero.
Aggiunsi che la scelta della mia attuale dama in questo nuovo ed
interessantissimo corso di tango, era stata casuale legata alla carenza di
cavalieri, ma non la convinsi.
Non ci fu verso di scoraggiarla, fui moralmente costretto ad accompagnarla
alle nostre lezioni da spettatrice, curiosa di conoscere le caratteristiche di
questo nuovo ballo ed ascoltarne la musica.
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Doveva sanare la sua sete di curiosità, capire il fascino di questa nuova musica,
verificare quanto veramente sia provocatorio e sensuale questo discusso tango.
…Continua…