IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO ~ Romanzo ~ di Antoine Clair – 15° puntata
IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO
(Romanzo)
Giro a Sinistra
In 12 tempi
La giornata seguente fu proficua in modo quasi eccessivo, mi telefonarono un paio di compagne d’avventura del gruppo delle scoppiate, assicurandomi che per la prossima settimana ci sarebbero state per me piacevoli novità.
Da parte mia passando dal rigattiere, in un paio di orette ben organizzate, trovai spartiti di tango ed alcuni dischi di vinile, tutto a prezzo di realizzo.
Era materiale originale ed in alcuni inserti nelle copertine dei vecchi dischi, vi era la storia della vita dell’autore e dei suonatori del tango e con delle parole demodé spiegavano la storia della canzone.
Mentre sul retro della copertina vi era stampato il testo dell’unico tango inciso su di un solo lato.
Ma la soddisfazione maggiore fu di trovare alcuni testi completi in lingua argentina, di cui feci subito copia da portare per la traduzione ad una amica di mia sorella che proveniva da quella lontana terra.
Vedendo quei testi originali si adombrò e mostrando segni di insofferenza mi fece presente che destavano in lei ricordi assopiti da tempo.
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Mi accorsi subito, conoscendola bene, che quelle espressioni del viso e quei gesti quasi meccanici, mostravano chiaramente ricordi non certamente piacevoli.
Con estremo tatto, le chiesi come mai dei testi di tango provocassero in lei tanto disagio.
La risposta mi lasciò con rammarico molto imbarazzato.
Mi accennò brevemente che non era tanto il testo del tango a provocargli un rancore risvegliato, anzi… ma il ricordo delle spiacevoli situazioni patite in patria.
Era il ricordo ancora vivo di quando lei ancora giovanissima fu costretta ad emigrare in Italia con tutta la famiglia, lasciando amicizie ed affetti ma anche una vita decisamente agiata.
Per sdrammatizzare il momento mi disse con un sorriso forzato che la vita a volte ti riporta là dove non vorresti tornare nemmeno con il pensiero e mi promise comunque una traduzione fedele.
“Fai pure con calma … quando ti senti tranquilla, non è urgente …” con queste parole mi accomiatai.
Allontanandomi le promisi che a lavoro ultimato le avrei regalato quei cioccolatini di cui sapevo che era particolarmente golosa.
Quel tardo mattino trovai sul parabrezza dell’automobile un volantino che annunciava un evento eccezionale, veniva in Italia un personaggio del tango veramente importante.
Scritto con termini convincenti c’era la possibilità di poter partecipare a corsi di poche ore con conoscenza del ballo di qualsiasi livello.
Telefonai alla mia dama per invitarla, anticipandole la possibilità di partecipare alla manifestazione dati i prezzi decisamente interessanti.
Le dissi con voce suadente che mi sarebbe piaciuto partecipare con lei e che bisognava iscriversi presto visti i posti limitati.
La sua risposta, così mi parve, fu un poco evasiva.
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Mi parlò di insicurezze personali, di impegni troppo fuori dalle abitudini, di compiti settimanali già prestabiliti da tanto, insomma di non poter darmi una risposta in così breve tempo.
Velatamente e con poca convinzione mi indirizzò verso la morettina del gruppo delle scoppiate, che secondo il suo parere oltre ad essere simpaticissima era in grado di poterlo fare senza problemi e soprattutto era disposta ad essere la mia partner.
“E poi, mi sembra di altezza giusta per te, insomma ti sta’ a pennello!” mi disse quasi volesse affibbiarmela a tutti i costi.
Mi fece capire con metafore e sottintesi che la riteneva una ragazza non
invasiva, che rispettava le priorità in un rapporto allegro e disinteressato.
Anzi era disposta a parlarle così da togliermi dall’imbarazzo, che io secondo lei, avrei sicuramente provato nel domandarglielo.
Terminai la telefonata con un ciao e con la frase di rito che ne avremo parlato alla lezione della prossima settimana, sempre che ci sarebbero stati ancora posti liberi.
Mi disse: “Figurati, sono tutti lì che aspettano in fila ad iscriversi”.
Il fine settimana passò in un batter di ciglia, impegnato alla selezione e all’organizzazione delle scartoffie, così li chiamava mia sorella i vari reperti che man mano catalogai.
Mi accorsi con vero piacere che alcune testimonianze si potevano considerare se non uniche, sicuramente di una certa rarità.
Solito appuntamento settimanale.
Oramai stabile l’anticipo dell’apertura della sala, con ingresso sempre chiassoso di saluti e scambi di domande sulla settimana trascorsa.
Solito vocio nell’attesa che i due super personaggi entrassero in sala.
Non ebbi il tempo di scambiare saluti e novità con Alessandra che entrarono e si posero al centro della pista.
“Ben arrivati! Siete in forma? Tutti pronti?“
Furono le parole di benvenuto e la lezione partì senza preamboli.
Primo passo come per apertura della Salida Simple.
Secondo passo rotazione in senso antiorario ed aprire l’abbraccio.
Terzo passo in avanti, il destro dell’uomo in sintonia con il sinistro della donna, avanzano affiancati (apertura a specchio).
Quarto tempo il partner continua a sospingere leggermente la dama che esegue un passo in laterale con la gamba destra cercando di rimanere il più possibile frontale all’uomo, lui facendo perno sulla palma del piede destro comincia a ruotare in senso
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antiorario, alla fine del passo rimangono frontali uno all’altra, la dama termina il passo con le gambe allargate.
Quinto passo, l’uomo continua a ruotare aiutandosi nell’equilibrio portando indietro l gamba sinistra, mentre la donna esegue un passo indietro con la gamba sinistra cercando sempre di tenersi frontale al partner.
Sesto tempo, la dama ruota sul sinistro ed esegue un passo in laterale allargando la gamba destra, mentre il partner con il peso sul piede destro esegue con la gamba sinistra un movimento rotatorio (rullo) per poter lasciare passare la gamba sinistra della dama nel prossimo tempo di tango.
Il passo termina con il peso sulla gamba destra della dama che rimane con le gambe allargate, mentre il partner sta completando il rullo.
Settimo tempo, il partner inserisce il suo piede sinistro, alla fine del rullo, dietro al tacco del piede sinistro della donna che ha eseguito un passo in avanti con la gamba destra e con leggera rotazione in senso orario scavalca la gamba sinistra dell’uomo rimasta senza peso in avanti, restando decisamente uno di fronte all’altro, mentre il cavaliere fa una leggera rotazione del busto in senso orario per seguire la dama, rimane con le gambe leggermente divaricate.
Ottavo tempo, la donna ruota in senso orario ed effettua un passo in avanti con la gamba sinistra e chiude il passo con il peso sul piede destro con rotazione sulla pianta del piede destro, portando la gamba sinistra senza peso davanti alla destra, l’uomo ruota leggermente in senso orario per favorire la rotazione della dama e chiude le gambe portando il piede destro al sinistro.
Nono tempo, passo di chiusura dell’uomo, che sposta il peso sul piede destro e ruota leggermente in senso antiorario aiutando cosi la dama a portare anch’essa il peso sul piede sinistro chiudendo definitivamente l’incrocio dei piedi, chiusura anche per la dama che rimane frontale al partner.
Dieci, undici e dodici, ultimi tre passi di chiusura della sequenza come da Salida Simple.
Per eseguire correttamente questa sequenza, fu messo molto impegno non solo dai nostri maestri, ma anche da noi tanghéri, specialmente nel cambio delle coppie.
Riuscii appena ad accennare la questione del minicorso che l’Ale che rinviò la questione con una frase secca:
“Adesso balliamo, questa sequenza mi impegna abbastanza per pensare ad altro!”
Persi di vista Alessandra subito dopo il primo cambio di dama e colpa mia, non riuscii a ritrovarla perché verso la fine lezione mi soffermai con Francesca a provare e riprovare il giro abbinato ad altre sequenze.
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Feci appena tempo ad intravedere l’Ale che mi salutava con i soliti gesti e sorrisi teatrali, sempre del genere “Baci, baci o Telefonami” anche perché me la indicò Francesca con una severa gomitata.
Laura vista la mimica, criticò subito:
“Che… come al solito è in crisi di d’astinenza per schizzare via così?”
“ Si, è proprio in crisi d’astinenza … da doccia!” risposi ridendo.
Poi Laura usci sbuffando.
“Ciao, vai se no si innervosisce anche suféga fià!”
Mi disse Francesca con un gesto che mi spingeva alla fretta.
“Anche tu conosci questo nomignolo?” le chiesi incuriosito.
“Beh sai … è sulla bocca di tutti!”
“Ciao Fra, ci sentiamo …”
Non ebbi il tempo di allontanarmi da Francesca e salire in macchina che subito Laura riprese il discorso:
“La contessa! …emm, la tua super dama come mai scappa come se la rincorresse il Lupo cattivo?”
“Se ti riferisci a me, non sono poi così tanto cattivo, forse un po’ lupo ma neanche tanto, e lei comunque non è di certo Cappuccetto Rosso! Laura, a proposito, chi gli ha affibbiato il sopranome di contessa, sei stata tu?”
“Ma và, pensa se io riesco a capire la differenza tra una contessa ed una con la puzza sotto il naso, io fondamentalmente sono un’ingenua”.
“Visto che faccio finta di crederti, ti dirò”:
“Sai, lei si sente in imbarazzo quando dopo una lezione si sente un po’ sudata, per questa ragione le dico sempre che è in astinenza da doccia!”
Poi sorridendo e guardandola socchiudendo leggermente gli occhi come se le volessi raccontare una cosa importante le dissi:
“Sai, lei è una discendente di Cenerentola e alla fine del ballo o corre a casa o perde le scarpine e con quello che costano..”
“Beh, le scarpine … porterà almeno il quarantuno!”
“E poi più che Cenerentola mi sembra la contessa Tai Tu”.
“Ecco, ti sei tradita, ora so da dove viene il nomignolo contessa!”
“Cambiamo discorso,” ribatté velocemente!
“Come ti sei trovato con quella tenerona?”
“Chi, ti riferisci forse a Francesca?”
“Ne hai proprio una per tutte!”
“Soddisferò la tua curiosità appena ci avrò dormito sopra”.
“Lasciami accostare la macchina e mentre scendi ci penso”.
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Mentre Laura scendeva le promisi una relazione super dettagliata, chiaramente non appena ne avrei capito qualcosa.
Effettivamente ero veramente perplesso come imparavo facilmente ad abbracciare una donna, sia giovane che meno, bella e piacente oppure no, gradevole o a volte anche un pizzico antipatica.
Trovavo comunque il piacere nel vederle muovere con manifestazioni visibilmente femminili, anzi sentirmi responsabile di questi loro ben accetti atteggiamenti e morbide movenze.
Era decisamente un incentivo ad impegnarmi a fondo per meglio accompagnarle e facilitarle nel’esecuzione dei passi..
Apprezzare il loro ansimare dopo ripetuti esercizi, i loro abbracci a volte cosi stretti quasi a rendere udibile il battito del cuore.
Trovare perfino piacevole inspirare tutti quei profumi così vari che rivelavano i diversi caratteri e le loro personalità o comunque i loro gusti.
Arrivare perfino con intenzionato godimento ad annusarne con attenzione il profumo, socchiudendo gli occhi, quasi per memorizzare la dama che lo porta, quasi per poi poterla riconoscere.
Beh, spiegare tutte queste cose che ci lasciarono perplessi, o forse mi lasciarono perplesso, spiegarle mi sembra forse troppo difficile!
…Continua…
Qui l'indice delle puntate precedenti: il-mio-primo-tango-argentino-romanzo-di-antoine-clair