Altre teorie sulle origini del tango

di Mădălina Goga

La teoria di Carlos Vega (Nato a Cañuelas nel 1898 e morto a Buenos Aires nel 1966, è considerato il padre della musicologia argentina. I suoi saggi sono forti punti di riferimento nello studio della musica e della danza tradizionale argentina)

 Un’altra teoria sull’origine del ballo è quella del musicologo Carlos Vega. Egli afferma che il tango argentino ha le sue radici esclusivamente nel tango andaluz, e nega con veemenza l’influenza della cultura africana o americana nel processo di nascita del 10022013-carlosvegatango. Addirittura, facendo un ragionamento in base alla coreografia della danza, Vega sostiene che il Tango è comparso grazie all’influenza dei balli europei: il valzer, la polca ecc.

Il professore Pablo Kohan, titolare della cátedra Evolución de los Estilos II dell’Università di Buenos Aires, analizza la teoria di Vega e arriva alla conclusione che questa non può essere considerata come valida. Il professore sottolinea che la ricerca svolta dal musicologo è superficiale, non basata sui documenti 2016031612281402180771a9b609a26dcea07f272e141fe in gran parte empirica. Inoltre, l’autore prende in esame anche il fatto che Vega ha omesso di studiare i meccanismi di creazione, la distribuzione del fenomeno o il consumo del prodotto musicale. In più, il professore sanziona Carlos Vega per l’esclusione dalla metodologia di studio del contesto sociale e delle componenti identitarie.

 

– La teoria di Jorge Luis Borges Jorge

Luis Borges è ben noto per la sua passione per il Tango. Ad un certo punto anche lui propone una teoria sull’origine del Tango. Il letterato vede nel Tango un mito jorge-luis-borges-dell’arrabal porteño (La vita dei sobborghi di Buenos Aires. L’idea nasce dalla sua ammirazione per il grande poeta di tango degli anni’20, Enrique Santos Discepolo). Esso è nato attraverso il canto delle comunità sociali marginali, ai confini di Buenos Aires e assume i contorni di una metaforica miseria umana essenziale. Nel 1965 Borges scrive e pubblica delle milonghe sotto una prospettiva del coraggio, con protagonisti duri che si basavano su un codice morale rigido (R. F. Thompson, op.cit., pp. 123 e seg.). È ovvio però, che il mito è un pretesto letterario con esiti estetizzanti che non possono essere ammessi come validi. Inoltre, lo scrittore è del parere che il Tango viene banalizzato e rallentato al momento dell’introduzione dei testi nel tango ballo, cioè con Mi noche triste, di Gardel (La danza del tango si chiama anche dos por cuatro. All’epoca veniva chiamato così perché aveva il ritmo di due misure in quattro tempi, quindi un tempo veloce. Con l’introduzione del testo all’inizio del primo decennio del Novecento, il ritmo diventerà cuatro por ocho. Si è mantenuto però, fino ad oggi, il nome di dos por cuatro), vedendo nell’aggressività del tango originario attraverso le vitù virili dei personaggi, l’autenticità del valore e l’onore argentino (D. Papanikas, op.cit., p. 14, cit. José Luis Borges, Evaristo Corriego, Einaudi, Torino, 2006 (I ediz, 1930). La prima descrizione scritta, completa, del ballo compare nel 1897 in un’opera letteraria Justicia criolla, messa in atto dal drammaturgo Ezequiel Soria (Ezequiel Soria, 7167917-LZarzuelas criollas, Buenos Aires, Padro & Ros – Editores, 1899, pp. 109-134.) e rappresenta i dettagli nella fondazione del tango come danza (Héctor Arico, Danzas Tradicionales Argentina – una nueva propuesta, Buenos Aires, Todocopia, 1997 p.101.). In essa si descrive l’ambito sociale, i personaggi del conventillo, lo sfondo sociale, le inquietudini. L’azione dell’opera si svolge nel 1897, quando i cittadini facevano fatica ad adattarsi all’ultima ordinanza di transito che impediva andare al golpe o al trote largo (Camminare/passeggiare facendo troppo rumore sulle strade). Continua poi, con la descrizione della preparazione del luogo dove si terrà la festa per concludere con la tragedia tipica al cuchillo, a coltellate, del tango: l’uccisione dell’amante.

Per quanto riguarda l’etimologia della parola tango, sono presi in esame diversi suggerimenti. Il termine “tango” deriva da: tambo che nel dialetto degli schiavi significa «tamburo», cioè luogo dove si balla in un certo modo; tangu o tañhu che in alcune comunità africane significa «ballare» (R. Selles, op.cit., pp. 13 e seg) .Tango_Negro-1

A Buenos Aires, nei primi anni del XIX° secolo, come sinonimo del tango si usa anche il termine candombe che, come il suo omologo, si utilizza per descrivere le feste dei neri. Ad ogni modo il termine è utilizzato sempre in riferimento all’ambiente del ballo.

 

Fonte: http://www.academia.edu

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