La Comunicazione nel Tango

L’iconografia del tango danza: L’analisi della danza.

 

~ La Comunicazione nel Tango ~

L’abbraccio, il cabeceo, la ronda, l'asse, i ruoli dei ballerini, la marca, la coppia, l'energia

di Mădălina Goga

Il tango rappresenta un modo di comunicazione sofisticato e naturale.

Ecco il paradosso del quale parlavamo un po’ prima. Esso si identifica con l’abbraccio, che è uno dei gesti più spontanei che non ha bisogno di essere imparato e che rappresenta, fin dall’infanzia, il modo di comunicare l’affetto per una persona.

Nel tango, l’abbraccio non è necessariamente una maniera di mostrare la vicinanza con la persona con cui si balla (la ragione è ovvia, il partner può essere sconosciuto), ma è essenziale nell'ambito della comunicazione, per la prima fase tra i due ballerini e poi, di conseguenza col mondo circostante.

Attraverso l’abbraccio, la comunicazione non è mediata dalle parole. E’ invece diretta perché è libera di evocare fantasie, desideri e contrasti tra i compagni che, senza perdere l’abbraccio, devono eseguire dei movimenti col corpo e passi con i piedi. Questa comunicazione diretta e spontanea, che non è macchiata da nessun pensiero razionale, si perde sotto i condizionamenti educativi culturali e sociali (E. Muraca, op.cit., p.78 e seg.).

Il tango si può dunque considerare un ramo dell’arte “giusto” proprio perché esso riesce a comunicare un’intenzione utilizzando il linguaggio dei segni.


Il discorso sociale parte dal codice del tango, codice che si osserva anche all’interno della dinamica sociale bonaerense. Il tango iniziava, come abbiamo visto nelle descrizioni del ballo di fine dell’Ottocento, prima di sentire le note della chitarra. Mentre si formava la pista da ballo, l'uomo entrava in un gioco di sguardi con le possibili compagne. Dal canto suo, la donna accettava l’invito facendo lo stesso segno col capo. E’ importante precisare che né uno né l’altro si muoveva dal proprio posto. Con l’accettazione di ballare da parte della donna, al segnale dell'uomo, entrambi iniziavano a camminare verso la pista da ballo, incontrandosi a metà strada.

Il segnale fatto dal maschio ha il nome di cabeceo. Il ballo inizia con una pausa, quando i ballerini lasciano passare delle battute di tempo iniziali di un brano senza ballare (lasciano un paio di misure volare nell’aria).

Per loro il tempo però non è perso. Quello è il momento della cara fea, letteralmente «faccia brutta» che metaforicamente suggerisce lo stato d’animo nel quale entrano i ballerini. E’ una specie di preludio al ballo. Secondo Farris Thompson (R.F. Thompson, op.cit., p.276) , la faccia brutta risale al tango cayengue grazie al candombe. Durante il ballo, questa era un’espressione facciale tipica dei neri della tribù di Yoruba della Nigeria e Bakongo del Congo. Cominciata la musica, il tango può iniziare in qualunque momento, anche con una pausa.

Una regola importante nel tango è che si balla in senso antiorario (la ronda). Da un punto di vista psicologico e sociale la scelta di ballare abbracciati (che influenza poi i balli europei) in senso contrario si spiega attraverso la posizione geografica dell’Argentina. Laggiù, tutto è contrario rispetto all’Europa. Per gli argentini, un ballo la cui traiettoria va in senso antiorario è perfettamente normale. Per la società argentina l’elemento innovativo è l’abbraccio e non la direzione di movimento.
Il simbolismo del tango è in concordanza con la natura, con gli istinti naturali dell’uomo. Per esempio, nel tango, la pelvi, come vedremmo in modo più dettagliato in questo capitolo, ha la stessa importanza che conserva nei balli africani. La forza che emana il bacino è ugualmente attiva e vitale. Nel caso dell’uomo, che nel tango avanza sempre, la posizione della pelvi all’interno dell’asse del ballo significa offensiva, mentre per la donna presuppone alla passività. Il ballerino porteño utilizza il bacino in una maniera sottile, oscillandolo lievemente e ubicandolo come un punto fisso di
unione all’interno dell’asse, collocata tra la corona e le punte dei piedi. (
Vincente Rossi, Cosas de negros, Buenos Aires, Taurus, 2001)

Il ballerino di tango trasporta il suo asse attraverso lo spazio, tra il cielo e la terra.

L’asse rappresenta, metaforicamente la corda che unisce i due poli. I piedi ballano insieme fermi al suolo, mentre il torso sta puntando orgoglioso verso il cielo. La sua posizione erigente simbolizza l’Io e la sicurezza nello spazio.
Ballando il tango si cerca la perfezione e l’individualità nella stessa persona. Durante il ballo, l’esecutore diventa solo un concetto del ballo, diventa solo uno strumento dell’arte perché nel tango tutto è istintivo, irrazionale, emozione pura. Così attraverso il tango si sfida il Caos e si gioca con la natura: per questo si improvvisa, per sfidare, per tenere il controllo della propria persona, così che neanche la cultura dominante sa cosa sta accadendo.

Nel tango, nonostante la mistificazione contemporanea, i ruoli dei ballerini sono uguali. Anche se l'uomo è quello che guida il ballo, la donna ha una responsabilità ugualmente importante: saper rispondere, essere capace di comunicare. Non deve solamente essere guidata, deve percepire le intenzioni del partner. La donna prende dall’uomo qualcosa che lei non possiede, lo personifica e  fortifica così la sua femminilità. La stessa cosa succede per il maschio. Attraverso il tango, entrambi guadagnano qualcosa grazie all’altro (Elisabeta Muraca, Nell’abbraccio del tango. Il mondo delle milongas di Buenos Aires, Milano, Xenia Edizioni, 2008, p. 27.) .


L’azione più importante nella dialettica tra i ballerini la occupa la marca.

La marca non è un metodo singolare, ma costituisce una serie comunicativa di segnali nunziati dallo stile e dal gusto. La direzione di movimento si suggerisce attraverso la pressione dei corpi che entrano in contatto grazie all’abbraccio. Il torso, collocandosi a metà distanza tra la testa e i piedi, rappresenta il presente, dunque la marca si fa nel presente. Nell’abbraccio c’è uno scambio tra il dare e il prendere; tutte due danno ed entrambi prendono. La posizione della mano sulle anche della donna significava la possessione mascolina dunque l'intimità, come se la donna gli appartenesse, mentre la presa della mano in un pugno chiuso significa protezione, dunque distanza.
L’iconografia del ballo si giustifica in relazione alla cultura africana. Abbiamo già visto che il tango è nato come un’aggiunta di elementi europei ad uno sfondo culturale africano, con prevalenza di Congo e Angola. Per gli africani, i balli avevano e hanno un significato ancestrale, trascendentale fortemente simbolico. Per questo il tango inizia con una pausa, con el corte.

Quelle due misure lasciate "a perdersi" sono sfruttate in silenzio mentre i ballerini si prendono fra le braccia. Nel tango, il silenzio è associato alla cara fea. Il gesto di non parlare, di non guardare nessun altro, di mantenere gli occhi chiusi per qualche minuto, risale alla habanera. I neri davano al silenzio il significato di calma, transcendentalità. Durante il silenzio, l’energia del corpo si conserva per il ballo per renderlo più estasiante.
Gli africani che hanno influenzato di più l’apparizione e lo sviluppo del tango sono gli schiavi arrivati dal Congo e dall’Angola. Grazie a loro sono entrate nel vocabolario argentino parole come: malambo, milonga, cayengue, tango. Le loro danze hanno arricchito con cortes e quebradas delle forme già esistenti in Argentina. La connessione tra Buenos Aires e gli schiavi avviene attraverso la posizione geografica dell’Argentina rispetto alle rive di Congo e Angola. Nella parte nord del Congo, la parte più vicina all’oceano, vi erano le tribù dei Yombe, Sundi, Mboma.
Per quanto riguarda invece l’Angola, a Buenos Aires compaiono dei neri appartenenti
alle tribù di Luanda o Ambrize. Si deve sottolineare che entrambi i paesi, forse Congo più che Angola erano dei territori urbani e fortemente tradizionali, nel senso che anche se erano organizzati in tribù, l’insieme di queste rappresentava un Impero. Per esempio, in Congo, nella capitale Mbanza Kongo e Lwangu, c’era la moneta propria, una corte di giustizia e dei rituali spirituali e artistici impressionanti. I balli argentini sono stati fortemente influenzati dalla cultura di questo Paese.
Là, il ballo rappresentava un sistema di credenze trascendentali, etiche, spirituali e di difesa.


L’iconografia dei loro balli rappresenta proprio un linguaggio dove si comunica più che altro con una forza superiore. Si colpiva la terra col piede evocando i predecessori; si battevano le mani come segno di approvazione. La combinazione tra questi e il movimento delle spalle suggerisce che il corpo rappresenta una forte connessione tra il paradiso e la terra che invocano Dio. Di fatto, il movimento delle spalle contiene, forse, il significato più forte della cultura africana. Mentre il ballerino muove le spalle secondo il ritmo, effettivamente, a un livello spirituale, esso si muove 'tra i mondi' insieme all’altro ballerino.
Contrariamente a quello che si pensava all’epoca, i balli africani non avevano una tendenza sessuale. I vecchi delle tribù preferivano che i balli si realizzassero su due linee. In una linea si posizionavano le donne e dall’altra parte, di fronte a loro c’erano i maschi. Si ballava separatamente, cioè senza l’abbraccio, perché ogni parte del corpo era fondamentale nel processo di comunicazione con la divinità. Questo non significava però che non esistessero coppie. La coppia simbolizzava il fatto che di fronte a Dio si va
accompagnati perché l’anima non è sola. La comunicazione è intensa e complessa perché ogni parte del corpo risponde a un ritmo diverso. Mentre le spalle rispondono al bongo, per esempio, le mani mantengono il ritmo di un altro strumento. Non esistendo l’abbraccio, la comunicazione tra i ballerini avveniva attraverso i movimenti di avanti e indietro dei corpi. L’azione rappresenta il concetto di chiedere e rispondere, dove il ballerino che guida chiede in avanti e riceve indietro.


Tango significa la comunicazione attraverso i gesti del corpo.

L’esistenza dell’abbraccio, con una mano al livello della vita e l’altra, sia nella tasca (nel tango cayengue), sia al livello degli occhi (El Cachafaz o la salida prommenade), fa che i corpi entrino in contatto. La dialettica dei corpi si realizza attraverso la tensione nata tra questi, istituendo la direzione del movimento. Le spalle si muovono secondo il ritmo e i quattro piedi si muovono insieme 'tra i due mondi'. Le spalle e i piedi eseguono movimenti diversi perché rispondono a stimoli diversi, indotti da ritmi musicali diversi. I piedi seguono la misura del tango mentre le spalle rispondono al ritmo.

Ogni corpo deve rispondere all’energia ricevuta da parte del partner, energia che ovviamente è distinta e che deve essere inglobata dall’altro come se fosse sua.

Fonte: http://www.academia.edu

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