1.2 – Tra le due guerre mondiali

di Mădălina Goga

1.2. La nascita dell’identità nazionale nel contesto delle due guerre mondiali

 

Dal punto di vista sociale, il periodo preso in esame copre tutti gli strati sociali, dai patrizi e intellettuali fino agli immigrati ed è caratterizzato dall’ideale dell’identità nazione e dallo sviluppo istituzionale e accademico (compare come conseguenza all’inserimento della educazione gratuita, obbligatoria e laica) e dalla propulsione di una cultura alternativa specifica degli immigrati.

In questo contesto sociale nacque il mito del interior inteso come la provincia. Il modello principale del cittadino argentino viene identificato attraverso l’ondata migratoria dalla provincia ed è rappresentato dall’uomo di campagna – sia il contadino che lavora la terra, sia l’allevatore di bovini, il gaucho (Pl. gauchos: sono gli abitanti nomadi della pampa che appartengono alla classe lavorativa rurale).gaucho-dagger Tale identità verrà chiamata criolla (Il termine creolo è un eufemismo per la tradizione campagna) e sarà individuata grazie al mutamento di paradigma che è iniziato attorno agli anni del primo Centenario. Si cercava di inserire le caratteristiche di una nazione: l’appartenenza all’identità creola, le specificità della lingua ecc.

A questo punto si poteva osservare una mescolanza tra gli immigrati e i criollos, che crearono un nuovo stile di vita, una società ibrida che fece in modo che la popolazione porteña si spostasse verso la provincia del paese con lo scopo di cercare le loro radici e documentarsi sulle loro origini. Il fenomeno compare proprio per rafforzare i recenti miti argentini e per evocare le radici onorevoli. A base della conoscenza della propria identità si arriva alla diminuzione dell’influenza britannica, con l’inglese fautore della propria fortuna attraverso l’impresa oppure del raffinamento del francese per l’arte e la letteratura. Si forma nell’immaginario collettivo, l’immagine del contadino, che ha come radici la miscela ancestrale tra gli indios e i conquistatori spagnoli, cioè il reale depositario dell’identità nazionale.

 

Il contadino europeo inizia ad essere visto come il simbolo di inferiorità (D. Papanikas, op. cit., p. 30) perché storicamente, risale al servo di età feudale, invece il gaucho, con il suo cavallo e coltello, è indipendente e coraggioso ed è trasformato nell’eroe nazionale che possiede tutti i valori della razza argentina.

Per radicare ancora di più un’appartenenza nazionale, l’élite patrizia inizia una propaganda sulla paternità della nazione nella quale inserisce sia il mito del gaucho sia i grandi personaggi dell’epoca (per esempio Bartolomeo Mitre – opponente del dittatore argentino Juan Manuel de Rosas è visto dunque come un eroe liberatore). Inoltre, si organizzano delle riunioni, dei dibattiti sull’arte, sulla musica o sulla lingua spagnola argentina.

Attorno a questo periodo si definisce la caratteristica della società argentina. Gli intellettuali erano familiarizzati con le teorie artistiche e filosofiche europee e per ognuno di queste esisteva un equivalente argentino. La scuola filosofica più rappresentativa nella nuova società era quella del Positivismo nella sua versione spenceriana (La teoria di Spencer proponeva una società doppia: una militante e una industriale, dove entrambe corrispondevano ad una evoluzione progressiva) con qualche accento di efficacia e pragmatismo che alla fine caratterizzerà l’ottimismo argentino.

Durante il mandato del Presidente Domingo Sarmiento, l’educazione è diventata obbligatoria, gratuita e laica. La responsabilità di aumentare il grado di alfabetizzazione della popolazione era pienamente nelle imagesmani dello Stato. Gli immigrati hanno accesso all’educazione attraverso le scuole pubbliche dove imparano non solo la storia delle loro radici, ma anche quella dell’Argentina, con i suoi eroi principali (Bernardino Rivadavia o Manuel Belgrano).

Anche se non con la stessa forza, nel processo di alfabetizzazione e culturalizzazione, oltre allo Stato, si impegnano anche la Chiesa e le associazioni di immigrati che propongono dei programmi educazionali per la formazione spontanea della giovane cultura.

Nella cultura popolare aumenta l’interesse per l’emancipazione di livello. Si registra quindi l’incremento della lettura di qualsiasi tipo, sia quella dei giornale che bellettristica. La popolazione si voleva mantenere informata. Questa necessità di leggere avviene come conseguenza dell’aumento del grado di alfabetizzazione e di impegno sociale. Il fenomeno è caratterizzato come l’inizio di un processo di individualizzazione culturale della società che prima si basava sull’opportunismo e sull’economia. I risultati si vedono al livello del ceto medio e dei piccoli agricoltori dove compare il concetto di doctores, etichetta attribuita ad una generazione di distinti professionisti dove la ricchezza non era separata dal prestigio.

Nell’ambito universitario si forma un élite socialista esigente, dove gli studenti si affacciano ad una moltitudine di idee preconcette e di cliché professionali. Questa situazione dà nascita ad alcuni movimenti studenteschi che porteranno ad una riforma superficiale del sistema universitario. I movimenti contribuivano alla creazione di sindacati rappresentati da distinte classi sociali: i piccoli agricoltori, i sempliciVotantes-1924 operai o le persone ecclesiastiche. Le persone del sindacato, avendo già una minima istruzione cercavano una soluzione critica all’attitudine della loro società.

Come tutto il paese inizia a chiedere i diritti sociali, anche la classe operaia e quella mediana cominciano ad aspirare all’ideale di individualità sociale. All’interno di queste categorie, si realizzano i cambiamenti sociali più importanti. Il fatto di avere diritto ad una proprietà ha sconvolto la vita domestica. Le donne iniziano ad essere viste come capi famiglia ma anche a disporre di una libertà sessuale senza pregiudizi.

Un’altra manifestazione popolare è stata la costituzione di un mondo artistico ed intellettuale che si identificava con lo stile della grande città, che dal 1924 si trasforma in una iconoclastica avanguardia artistica. Allora, gli intellettuali avevano il loro punto di incontro nei caffè, nei club, nella società.

Dall’altra parte, gli immigrati scoprono la volontà di esprimersi contro le ingiustizie attraverso un nuovo dialetto linguistico che influenzerà poi tutta la cultura argentina. I conflitti politici e sociali sono le cause principali che spiegano l’apparizione del fenomeno linguistico che si chiamerà lunfardo (Linguaggio che si spiegherà un po’ più avanti) e che non può essere inteso separatamente dallo sfondo sociale che lo ha generato (Mario E. Terrugi, Panorama del lunfardo, Buenos Aires, Ediciones Cabargo, 1974, p. 157).

 

Farrell_y_gabineteIn politica, tutto si fa in favore del popolo e per il popolo. A partire dagli anni ’30, con l’ascesa di Peron alla presidenza del paese, il peronismo approfitta dell’avvio del fenomeno appena descritto per vincere la fiducia del proletario.

 

 

Fonte: http://www.academia.edu

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