1.3. Il peronismo

220px-Juan_Peron_con_banda_de_presidente di Mădălina Goga

Il movimento peronista nacque negli anni ’40 sullo sfondo della fine della Seconda Guerra Mondiale ed ha come inizio il golpe militare del 1943. L’ascesa di Peron, che era un generale dell’esercito, fu vista, all’inizio, come una soluzione alle numerose frodi elettorali che contraddistinguero i decenni precedenti.

Il peronismo era caratterizzato dall’autoritarismo politico e dal riformismo sociale con l’aggiunta di qualche dose di demagogia populista. La propaganda della dottrina era il valore sociale del lavoro unico, valore che rendeva il concetto di uguaglianza tra il popolo. Questa dottrina intendeva trasformare l’Argentina in una specie di Stato Corporativo, ovvero in un’avanguardia militare dove le differenze sociali erano viste come fatti naturali, in virtù del postulato secondo il quale il cittadino occupava un posto preciso e funzionale nella società.

La fine della Seconda Guerra Mondiale rende l’esportazione delle merci dall’Argentina verso l’Europa difficile e il Paese si vede obbligato a rivalutare la politica economica interna. In questo senso nasce La Liberación Nacional plan-trienal-2-638(Miguel Angel Garcia, Dall’indipendenza al peronismo d’oggi, Milano, Gabriele Mazzotta Editore, 1975, p. 53) che promuove l’indipendenza economica nazionale dal capitale finanziario internazionale. Si poteva raggiungere quest’obiettivo solo attraverso la lotta di classe del proletariato, dove l’unità nazionale si potesse giustificare con la lotta contro l’imperialismo. Il movimento ha senso osservando la situazione politica dell’Europa che era ormai nelle mani dei comunisti e che respingevano la politica nazionalistica della borghesia.

La conquista politica del proletariato, da parte del peronismo, non è stata casuale. La sua preparazione ebbe inizio molto prima degli anni ‘40, tramite l’educazione e con l'aiuto dell’opportunismo nazionalista. Peron, con le sue leggi sulla pensione, sul lavoro rurale, sulla tredicesima conquistò le masse operaie. Grazie a questo, l’industria si espanse, si abbassò il tasso di mortalità, si costruirono alloggi igienicamente adeguati ( con la facilitazione del  loro ottenimento), gli stipendi dei lavoratori aumentarono.

In questa prima fase della presidenza di Peron (Il Generale avrà tre mandati: 1946-1952, 1952-1958 e 1973-1977) la società e la cultura argentina si sviluppa in una maniera impressionante. Grazie ai rapidi miglioramenti, a Buenos Aires si ebbero effetti galvanizzanti sul piano culturale e del costume. La famosa Avenida Corrientes si trasformò in acbauna specie di Broadway del Sud America (D.Papanikas, op.cit., p. 58),  la gente iniziò a frequentare i teatri, i cabaret, i cinema. Si organizzavano le cosiddette feste popolari nelle piazze con i marinai e i militari tornanti a casa. La popolazione aveva il libero accesso alla musica, allo sport, alla cultura e al divertimento. Il lunfardo cominciò ad essere più tollerato e visto come un linguaggio del proletario che lavorava per il popolo. Grazie a questo, Peron vincerà nel 1952 il suo secondo mandato come Presidente della Repubblica, mandato che non riesce a finire perché nel 1955, il golpe militare lo costringe a cercare esilio in Spagna fino al 1973.

Il golpe militare del 1955 scaturì dalle misure prese dal Generale Peron (essendo un grande ammiratore di Mussolini, El General voleva creare un consenso sociale unanime e favorire un nazionalismo politico dominate) introducendo le seguenti misure: le epurazioni delle caserme attraverso l’emarginazione delle frange non peroniste, la

ARGENTINA - CIRCA 1953: a stamp printed in the Argentina shows Maria Eva Duarte de Peron, First Lady of Argentina, circa 1953

ARGENTINA – CIRCA 1953: a stamp printed in the Argentina shows Maria Eva Duarte de Peron, First Lady of Argentina, circa 1953

normalizzazione di scuole e università mediante il licenziamento del 70% del corpo docente (D. Papanikas, op.cit.p. 60), il controllo governativo sui libri di studio o sui piani politici, la dissoluzione dei comitati studenteschi, il rinnovo totale della Corte Suprema con funzionari compiacenti e l’annullamento della separazione dei poteri democratici dello Stato. Le norme fecero che in tutti i settori si imponessero la disciplina dell’obbedienza e della gerarchia. In più, gli impiegati pubblici, per beneficiare dei servizi del sistema di assistenza sociale e sanitaria, dovevano obbligatoriamente iscriversi al sindacato unico per la categoria professionale (D. Papanikas, op.cit. p. 60p. seg), che rappresentava in pratica, lo strumento principale per la costruzione del consenso attorno al progetto corporativo.lunfardo-3b-lengua-8-728

Il potere politico che desiderava Peron, quello del controllo assoluto delle masse, generò poi una censura quasi totale di tutti i diritti che la popolazione, all’inizio del peronismo, aveva ottenuto. Le istituzioni pubbliche vennero inglobate dal potere della Chiesa. All’interno del Ministero della Giustizia e dell’Istruzione, il politico Gustavo Martinez, uno scrittore antisemita, formò una commissione ministeriale con lo scopo di purificare la lingua spagnola parlata dagli argentini secondo le norme della Real Academia Española. Progressivamente si arrivò anche alla censura (televisione e radio) di tutto quello che fosse considerato di matrice popolare come per esempio, l’uso del pronome vos (Forma arcaica dello spagnolo, vos invece di tu) o di tutte le parole di influenza straniera e dunque anche sul lunfardo. La lotta contro il linguaggio degli immigrati diventò una imagespriorità dei politici.

La censura ebbe fine nel 1949, quando il presidente ricevette la delegazione ufficiale dei musicisti (fondata nel 1947 sotto il nome di Movimiento pro Difusión del Tango – Movimento per la diffusione del Tango) che lo convinse che se fosse andato avanti così, cioè limitando abusivamente la circolazione del patrimonio artistico nazionale, avrebbe esposto il paese all’egemonia della cultura straniera. Il paradosso consiste nella difesa della cultura argentina di quel periodo (per la quale anche gli argentini di oggi sono nostalgici) attraverso gli stessi sentimenti di patriottismo e nazionalismo che ne determinò, invece, la censura.

Fonte: http://www.academia.edu

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