3.1. Lo sbarco della fotografia sulla riva del Rio de la Plata. L’uso sociale dell’immagine fotografica nella cultura.

di Mădălina Goga
L’apparizione e lo sviluppo della fotografia in Argentina sono dovute allo statuto della città di Buenos Aires – la principale città per le esportazioni commerciali internazionali e ai conflitti interni (attorno 1870 c'è stata la Campagna del Deserto attraverso la quale il governo voleva strappare la Patagonia dal controllo delle popolazioni indigene) dell’epoca.
Il dagherrotipo si menziona per la prima volta nella stampa argentina, sul giornale Gaceta Mercantil, in marzo 1840 (John Hannavy, Encyclopedia of nineteen century photography, London and New York, Routledge, 2008, vol. I, p. 71) . L’articolo però era praticamente il riassunto di una rassegna della stampa francese. Tre anni più tardi, con l’apertura del primo studio fotografico argentino del fotografo americano John Elliot, la fotografia farà l’entrata definitiva sulle terre argentine.
L’immigrazione ebbe ripercussioni su tutto il settore sociale argentino. Sempre all’interno dell’economia, l’immigrato, per poter mantenere lui e alla sua famiglia, inizia ad essere sempre più flessibile con le sue abilità. L’italiano, il tedesco, il francese porteranno il dagherrotipo tra 1840 – 1860 alla supremazia, dove la contribuzione dei fotografi italiani fu quasi totale (Tra questi vi sono Benito Panunzi e Antonio Pozzo.) . Si
deve precisare però, che all’epoca, Buenos Aires era ancora “un villaggio”, dunque,
Risultati immagini per dagherrotipo ritrattianche se il dagherrotipo si realizzava, non aveva la stessa importanza come in Francia o Inghilterra. Detto questo, si può capire che avere un dagherrotipo, significava anche avere uno statuto sociale importante. Nel 1848 si trovavano a Buenos Aires una decina di studi fotografici, che realizzavano dei ritratti delle élite. Un ritratto costava tra i cento e i due cento pesos, cioè cinque volte più dello stipendio di un operaio. Oggi, la maggior parte dei dagherrotipi rimasti si trovano conservati nella collezione del Museo Histórico Nacional de Buenos Aires, cinque sono firmati da Charles De Forrest Frederick e il resto è attribuito all’italiano Antonio Pozzo.
Quando nel 1854, il francese Disideri patentò il concetto di carte di visite, cioè una serie di dodici piccole fotografie, di solito ritratti, la
Risultati immagini per Coleccion Witcombfotografia iniziò la sua ascesa commerciale definitiva. Gli studi fotografici si moltiplicarono considerevolmente perché allora il prezzo era molto più accessibile grazie allo sviluppo di ulteriori tecniche meno costose e meno impegnative.
Esse porteranno anche alla diminuzione del tempo di esposizione (Il tempo nel quale rimane aperto l’otturatore della macchina fotografica. L’otturatore è il dispositivo meccanico – nel nostro caso – che ha il compito di controllare per quanto tempo la pellicola resta esposta alla luce) di una fotografia. Tra 1865-1870 le cartes de visite furono tra i formati fotografici più utilizzati a Buenos Aires. Sempre in questo periodo, durante la Guerra di Paraguay e la Campagna del Deserto, accade la diffusione della fotografia in tutto il paese, grazie
Risultati immagini per Coleccion Witcomballe cartes de visite dei soldati inviati a casa. Presso l’Archivio Nazionale di Buenos Aires si trova la cosiddetta Coleccion Witcomb, la più antica collezione fotografica argentina, dove il fotografo inglese (naturalizzato, argentino) Alejandro Samuel Witcomb (1835-1905) ha raggruppato, i ritratti fotografici realizzati dai grandi fotografi argentini dell’epoca. Vi sono immagini di Christiano Junior, Luigi Bartoli, Antonio Risultati immagini per Coleccion WitcombAldanondo, Arquimedes Imazio ecc.
L’utilizzazione della carta albuminata come miglioramento delle tecniche (Come la tecnica della fotografia non corrisponde all’argomento di questa tesi, per una migliore compressione del soggetto trattato si consiglia al lettore l’opera di Italo Zannier, Storia e tecnica della fotografia, Roma, Laterza, 2003) fece sì che comparissero oltre ai ritratti, anche le vedute paesaggistiche della città e della pampa. Queste erano di solito presentate in album fotografici, che compaiono nel 1839 per iniziativa dell’inglese William Fox Talbot e che
Risultati immagini per Coleccion Witcombin Argentina iniziano a diffondersi negli anni ’60. Compaiono poi, dopo solo una decina d’anni, dei “libri illustrati” con diverse immagini: vedute, fotografie antropologiche oppure natura morta.
La fotografia subisce un’evoluzione velocissima nel giro di pochissimi anni e nel momento della presa di coscienza dei vantaggi che essa può portare, inizia ad essere inserita anche negli ambiti scientifici o tecnici. Gli anni ‘60-’70 portano l’uso della fotografia nella pratica nello studio della medicina, dell’astronomia, dell’antropologia o della paleontologia. Verso la fine del secolo, con l’inizio del processo d’emancipazione del popolo argentino, grazie all’introduzione della legge sull’istruzione laica, obbligatoria e gratuita, si avviano degli ambiti di sviluppo come l’ingegneria con la costruzione dei ponti o le attività minerarie. Attraverso queste discipline, l’Università di Buenos Aires, introduce l’uso della fotografia come uno degli strumenti principali nelle aree scientifiche studiate (J. Hannavy, op.cit. p.72) .
Risultati immagini per Coleccion Witcomb
La Sociedad Fotografica Argentina de Aficionados, nasce proprio in questo periodo come una specie di associazione di fotografi dilettanti fondata da un gruppo appartenente alla classe sociale alta con lo scopo di promuovere gli eventi contemporanei agricoli. All’inizio del XX° secolo emerge la fotografia documentaria. Già alla fine del Novecento in tutta l’America Latina si osserva un incremento dell’interesse verso la “registrazione” di eventi contemporanei sia culturali sia politici o economici.

Fonte: http://www.academia.edu

 

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