El esquinazo

El esquinazo – – Il benservito.
 Tango milonga 1909
Musica di. Angel Villoldo
Testo di: Carlos Pesce e Antonio Polito


Nada me importa de tu amor, golpeá
nomás…
el corazón me dijo,
que tu amor fue una falsía,
aunque juraste y juraste que eras mía.
No llames más, no insistas más, yo te
daré…
el libro del recuerdo,
para que guardes las flores del olvido
porque vos lo has querido
el esquinazo yo te doy.

Fue por tu culpa que he tomado otro
camino sin tino… Vida mía.
Jamás pensé que llegaría este momento
que siento,
la más terrible realidad…
Tu ingratitud me ha hecho sufrir un
desencanto si tanto… te quería.
Mas no te creas que por esto guardo
encono,
perdono tu más injusta falsedad.


Non mi interessa niente del tuo amore, non
più stordito …
il cuore mi ha detto,
che il tuo amore fu una menzogna,
anche se giurasti e rigiurasti che eri mia.
Non chiamare di nuovo, non insistere più, io
ti darò …
il diario dei ricordi , in modo che tu guardi il
meglio delle dimenticanze
perché tu hai voluto
il benservito che io ti do.

Fu per colpa tua che ho cercato un’altra via
senza buon senso… Vita mia.
Giammai ho pensato che questo momento
che sento, sarebbe arrivato,
la più terribile realtà …
La tua ingratitudine ha fatto soffrire una
delusione se tanto … ti amai.
Più non credo che per questo assurdo
rancore,
perdono la tua più ingiusta falsità.


Altre versioni:

– Tango
Canta Instrumental / Cuarteto Juan Cambareri
Buenos Aires Music Hall
-- Tango

 

Canta Instrumental / Orquesta José Basso

1970 Buenos Aires Almalí 30007

Anedotti:

Ecco una simpatica storia sul tango-milonga El Esquinazo di Ángel Villoldo. L’autore fu uno dei padri del tango criollo, noto come compositore, ma anche come musicista. Ebbe da subito un enorme successo  (come molti altri brani di Villoldo!) e anche una divertente “censura” che subì nei primi anni!

Parliamo del 1903, quando veniva suonato dalle orchestre nei caffè, come ad esempio “Lo de Hansen“, nel Parque 3 de Febrero; il suo ritmo indemoniato esaltava il pubblico che amava sottolineare il compás e in particolare una frase, o sbattendo i piedi a terra o colpendo la prima cosa che capitava sotto mano, piatti o bicchieri che fossero. Il Tara-ta-tà era irresistibile! Ma creava un bel pò di danni al locale! Si racconta che per la confusione e i danni riportati, il padrone del locale fu costretto ad appendere un cartello che ne proibiva l’esecuzione!
E c’erano pure le parole a provocare il pubblico: infatti il testo scritto da Carlos PesceAntonio Polito per questa musica  dice:

Nada me importa de tu amor,
¡golpeá no más!
 (qui il tara-ta-tà della musica) 
el corazón me dijo que tu cariño fue una falsía,
aunque juraste que eras mía…”

Nella partitura leggiamo una dedica: “Al Sr. Don Carlo Seguin”. Probabilmente un doveroso e sentito omaggio che Villoldo volle fare a questo famoso impresario, re del divertimento notturno di BsAs per il quale aveva anche lavorato!

In una versione del Quinteto Pirincho, una “cover” degli anni 50, questo ritmo viene sottolineato ancora di più dalle parole del cantante che nel ritornello pare proprio bussare a una porta per farsi aprire! Generalmente in milonga balliamo però una versione strumentale, sia essa di Canaro, D’Arienzo, Firpo o altri!
Questa cosa del “tara-ta-tà” viene molto citata anche nei maggiori spettacoli di tango; come ad esempio l'ha fatto Juan Carlos Copes (ma anche ad altri); quando ballano “El esquinazo“, non mancano mai di battere i piedi al ritmo del golpear suggerito da Villoldo
(-esquinazo/)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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