Massimo di Marco, fondatore di tangocaffe

  

Oggi abbiamo pensato di presentarvi un autore di testi di tango: Massimo Di Marco, nonchè fondatore di tangocaffe

– Non si perda questa sensazione, l'odore di un nuovo libro, che già ti prepara per iniziare a leggerlo. – 'Bagarcas'

 

 
 
 
 
 
Parole e pensieri nella milonga
 

I libri di tango raccontano la musica, la storia, la poesia, la danza.
Ogni pagina spesso é custode di un'emozione che ci arriva al cuore.

Per questo li leggiamo

 

 

 

 

 

 

Giornalista sportivo, inviato speciale de La Gazzetta dello Sport, direttore editoriale di Sciare, Il Grande Golf, Il Grande Tennis, Radio Rivista (organo ufficiale dell'Associazione Radioamatori Italiani) ha organizzato nel 1988 la traversata della Groenlandia, sci ai piedi, a cent'anni di distanza dall'impresa compiuta dall'esploratore norvegese Fridtjof Nansen.

Nel 1997 ha pubblicato per i tipi della DMK Editrice (Milano) il libro che racconta l'evoluzione dello sci dalle assicelle di legno dei pionieri alle Olimpiadi, La leggenda dello sci alpino, Premio Abete d'Oro 1999. Nello stesso anno ha pubblicato un testo didattico sulla telegrafia basato sulla musicalità del suono telegrafico diffuso fra i radioamatori ed adottato da alcuni istituti specializzati dedicati ai grandi invalidi che nella telegrafia hanno trovato un linguaggio per esprimersi.

Ha collaborato a molti quotidiani italiani, ha lavorato per il cinema e la televisione. Dal 2004 dirige Agenzia Letteraria. Dedito alla danza sin da ragazzo si è accostato al tango nel 1996, allievo di Osvaldo Roldan, poi di Marina Fuhr e di Rodolfo Dinzel. Presto la deformazione professionale lo ha spinto nelle schiere dei ricercatori legandosi a scrittori e poeti argentini e uruguaiani.

Nel 1998 ha pubblicato Passi Argentini ed ha presentato una raccolta di poesie (Voci nella milonga) che l'attrice Carola Maternini ed altre hanno letto a Milano negli appuntamenti settimanali al Bar del Tio con l'orchestra del maestro argentino Daniel Pacitti. Voci nella milonga è poi diventato il titolo di una collana che la DMK Editrice ha diviso con la NYN. Nel 2001 ha scritto El Cachafaz, la storia di José Ovidio Bianquet, il più grande tanguero argentino prima di Carlos Gavito, pubblicato dalla DMK Editrice.

Nel 2005 con Monica Fumagalli ha scritto e pubblicato per la NYN, che vanta tutti i diritti nazionali ed internazionali, Carlos Gavito. La sua vita, il suo tango. Da anni conduce tangocaffe.it un salotto culturale del tango ben frequentato dove si incrociano storie di tangueros e di tanghi, ritratti e parole, ricordi e nostalgie, lacrime e felicità.

Fonte: www.tangolibri.it

Ecco alcuni dei suoi libri:

 

CARLOS GAVITO:
"ritratto d'artista"
Saggio di Massimo Di Marco

Prima Edizione 2010

Pagine: 96
Formato: 14,5x21 cm
Sesto libro della collana Voci nella milonga

Libro di 96 pagine in 5 capitoli: Anime vaganti, Tango Pensiero, Primitivismo espressivo, Donna Meraviglia, Poesia universale Edizione limitata, copie numerate

 

Il sentimento che si balla

Attraverso la sua fanciullezza, la scuola prima di sua madre, Doña Pilar, e poi di Angel D'Agostino, Alberto Podestà, Miguel Calò e Julian Centeya, il percorso di un poeta romantico che ha trasformato una danza popolare in un gesto espressivo che lo pone al fianco dei protagonisti dell'arte moderna e contemporanea.

 

 

 

 

 

 

Dopo "Carlos Gavito, la sua vita e il suo tango" uscito nel 2005 in cui Massimo Di Marco lo racconta dai pantaloni corti al successo e Monica Fumagalli ne esplora i passi, questo saggio ha il proposito questa volta di guardar dentro alla sua anima. Poichè un artista non é mai decifrabile del tutto ed é probabile che lui stesso non sappia completamente riconoscersi, Massimo Di Marco ha cercato di disegnare in un bozzetto i tratti principali della sua vocazione. Il progetto tiene conto delle circostanze, per molti inedite, che lo hanno accompagnato e formato. L'autore ha ritenuto di indagare come se si sentisse in debito: Gavito artista é un'immagine non nota se non risaputa da pochi fra i quali il suo amico fraterno Ricardo Maceiras, conosciuto nelle milonghe come El Pibe Sarandì.

In Gavito vi sono due personaggi, il maestro e l'artista. Entrambi sono già passati alla storia più grande del tango. Al di là degli stereotipi (Quello che ballava adagio, Quello della carpa, Quello che insegnava a ballare col cuore), linguaggio tipico della milonga ignara, è necessario collocare Gavito nella dimensione di cui ha diritto e cioè un creatore che primeggia fra le figure più celebri della danza moderna e contemporanea. Fin dal principio la danza ha cercato di unire gesto ed espressione (comunicazione artistica pura) non in un binomio, prodotto di una somma, ma nell'unicità generata dalla movenza poetica. A tanto può arrivare il tango con il fondamentale trasporto di una musica povera nata in qualche caso da compositori che non conoscevano neppure le note: però ricca di passionalità, spiritualità, romanticismo.
Carlos Gavito dovrebbe essere ricordato soprattutto come l'artista che ha modellato il tango in un sentimento.

 

 

 

 

 

 

Eduardo Arolas
 
Eduardo Arolas

IL TANGO NEL CUORE
Storia di Eduardo Arolas, El Tigre del bandoneón
di Massimo Di Marco

Prima Edizione 2008

Pagine: 384
Formato: 14,5x21cm

 

La storia di Eduardo Arolas

Lo chiamavano “El tigre del bandoneón” anche per l’impeto passionale con il quale suonava, capace di far esplodere il suo strumento e di ridurlo ad un ombrello rovesciato dall’uragano. Ma Eduardo Arolas è il “Gardel della musica” e non è certo famoso soltanto per questo. Come musicista ha composto il suo primo tango a 19 anni (Una noche de garufa)senza saper distinguere una nota dall’altra. Poi, dopo la scuola, è divenuto quello che gli argentini definiscono un “creatore”. Eduardo Arolas (in realtà Lorenzo Arola) era capace di comporre tanghi uno dopo l’altro senza fermarsi mai, in un certo senso inseguito da Roberto Firpo che si affrettava poi a registrarli.

Ha sperimentato l’impiego del violoncello, del contrabbasso – forse contemporaneamente a Canaro- e persino della batteria, però subito dimenticata. Ha trasformato il tempo del tango dal 2x4 al 4x8 (nel 1917 o anche un po’ prima) individuando un ritmo poi universalmente riconosciuto per esprimere tutto ciò che un tango dice. Inoltre ha strappato fuori dal suo bandoneon quelle voci musicali poi adottate da ogni altro grande compositore: le voci di una grande tristezza, nostalgia, dolore. Ma anche sentimento, emozione. Si potrebbe dire la musica dell’amore che Arolas voleva condividere soprattutto con il violino. Il suo tango più celebre è El Marne, il più ballato è La Cachila o Derecho vejo, ma il suo capolavoro è Maipo, un’autentica sinfonia piena di forza e di vittoria, di slanci e di espressioni a ventaglio.
La sua vita, davvero breve (1892-1924) è stata un vero tafferuglio. Un giorno ha conosciuto in una casa di piacere una ragazza: l’ha portata via, l’ha sposata, è l’unica donna che ha amato sino all’ultimo istante anche quando lei l’ha tradito per mettersi con suo fratello. Ma all’amore per Delia ne ha sovrapposti veramente tanti altri e di ogni tipo. Era bellissimo, aveva uno sguardo magnetico, era un artista.

Gli bastava un minuto per conquistare una donna. Ma ha vissuto anche molti amori appena sussurrati, forse solo sfiorati o pensati. Disegnatore e caricaturista ( le copertine di alcune partiture provengono dalle sue matite) ha lasciato presto queste attività per vivere ovunque vi fosse la sua musica, bettole, caffè, saloni, teatri, case aristocratiche. Amava vestire in modo elegante e ricercatissimo, tanto da stupire persino i raffinati ambienti parigini. E quando ha avuto bisogno di un’automobile ha Informazioni to la più bella, una Amilcar, come il re di Spagna.
A Parigi ha incontrato Isadora Duncan, fischiata a Buenos Aires, e pittori e intellettuali surrealisti. Prima aveva suonato per sei mesi allo Sporting di Montecarlo. Era giovane ma si sentiva se non vecchio, come escluso dalla vita: la sua amata Delia non c’era più e quindi non c’era più nulla che potesse attrarlo. Si è lasciato morire di tubercolosi ma forse soprattutto d’alcol e di dolore.

Il libro è stato scritto dopo cinque anni di ricerche incrociate: sono 384 pagine che si aprono con le parole di due grandi personaggi del tango, quelle di José Gobello, il presidente de l’Academia porteña del lunfardo e di Gabriel “Chula” Clausi, l’ultimo grande del bandoneon che ha scitto le poesie di molti suoi tanghi senza essere un poeta. Ma è stato un modo per stare più vicino al musicista che più ha amato.

 

EL CACHAFAZ
E' nato, ha vissuto, é morto per il tango
di Massimo Di Marco

Seconda Edizione 2008

Pagine: 208
Formato: 14,5x21cm

 

La storia di Josè Ovidio Bianquet

Il libro racconta la storia di Josè Ovidio Bianquet, detto Benito Bianchetti, ricordato in Argentina come il più grande ballerino di tango di ogni tempo. Nato nel 1885 è morto di cuore nel 1942 dopo aver ballato un tango con Carmencita Calderon, la sua partner, che a 96 anni continuava a ballare nelle milonghe più popolari di Buenos Aires. Di origini francesi, cresciuto nel quartiere di San Cristobal, il piccolo José impara il tango a dieci anni ballandolo nelle strade con ragazzi più grandi e uomini.
Comincia ad esibirsi nei saloni da ballo dei postriboli più famosi della città e poi nei locali: il mitico Hansen, il Velodromo, l'Empire.

 

Sono gli anni delle gare, addirittura dei duelli che mettono a confronto i migliori tangueros dei quartieri. Josè li vince tutti e diventa il più famoso ballerino di Buenos Aires, meglio conosciuto come El Cachafaz, che nel linguaggio lunfardo dell'epoca era l'equivalente di scugnizzo. Viaggia in America e in Francia, apre una scuola, insegna il tango a ministri, principi e ambasciatori a 100 dollari l'ora, una cifra inverosimile a quei tempi. L'amicizia forte con il cantante di tanghi Carlitos Gardel, altro mito della storia argentina, genera episodi anche curiosi che Massimo Di Marco ha pazientemente ricostruito con un'indagine minuziosa durata due anni. Il loro ufficio era un bar che c'è ancora ed il cameriere era un certo Aristotile Onassis.

Il libro racconta anche la storia del tango nella quale El Cachafaz ha ricamato i suoi passi, creando e ricreando una tecnica della quale sono rimaste molte tracce. La fama lo aveva reso miliardario, eppure quando è morto a solo 57 anni, gli amici hanno dovuto fare una colletta per i suoi funerali. Il tango è passione, arte, poesia, cosa conta il denaro?

Già prima del 1900 era considerato il miglior ballerino. Ballava con eleganza, sentiva molto bene il ritmo musicale armonizzandolo con le figure e le pause e aveva nelle gambe una leggerezza meravigliosa.

In una parola, è stato il migliore. Poi venne Benito Bianquet, El Cachafaz: una leggenda.

 In italiano: dall'album "Scintille di tango", recital di poesia e musica. Recitazione di Giorgia Alissandri, attrice. (amazon.it)
Musiche della Minimal Flores del Alma (Franco Finocchiaro)

 


Massimo Di Marco: omaggio a Carlos Eduardo Gavito, artista del tango, ballerino e coreografo
Voce recitante: Giorgia Alissandri-Poesia: Massimo Di Marco Dall'album "Scintille di tango" di Massimo Di Marco. Recital di poesia e musica
[email protected]

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