IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO ~ Romanzo ~ di Antoine Clair – 14° puntata

IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO
    (Romanzo) 

 

Cadencia
    in 14 tempi

 

Settimana e fine settimana senza novità, il solito inizio settimana di fine mese
con   tutti   i   pagamenti   delle   rate   e   bollette   in   genere,   compresa   quella
sull’aspirapolvere professionale voluto dal gruppo familiare.
Senza versare lacrime sulla finanza dissestata di quel mese arrivai con interesse
crescente all’appuntamento settimanale.
Ricordo che con i pochi spiccioli rimasti acquistai dei biscottini di pasticceria
nel negozietto del quartiere per un omaggio alla mia dama.
Laura,   appena   entrata   in   macchina   cominciò   ad   elogiare   il   profumo   che
emanava quel pacchettino sul sedile posteriore e cominciò un carosello di inviti
all’assaggio.
Non ci fu niente da fare!
Si   arrivò   al   ballo   con   il   pacchetto   depredato   specialmente   dei   gusti   più
significativi, i misti di cioccolato e le paste di mandorla.
Prima di scendere Laura convenne che forse era meglio lasciarlo in macchina
per il ritorno, si intende il resto della non programmata merenda.
La   lezione   partì   cosi   velocemente   che   quasi   mi   dimenticai   di   salutare
Alessandra, la quale mi raggiunse velocemente abbracciandomi con decisione.


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“Oggi siamo con la testa da un’altra parte!” esclamò.


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Le risposi senza un attimo di esitazione:
“Ma il mio cuore è sempre vicino a te!”
Mi accorsi con piacere che rimase un attimo turbata.
L’inizio della spiegazione della nuova sequenza da parte del nostro magnifico
istruttore non le diede possibilità di ribattere.
Si inizia con quattro passi della Salida Basica (1,2,3,4) il quinto passo si porta indietro
ruotando in senso antiorario di un quarto di giro, peso sul piede destro (5).
Cambi   di   peso   tra   i   piedi,   con   continue   rotazioni   sempre   in   senso   antiorario   fino
all’ottavo passo, il peso verrà portato sul piede sinistro (6,7,8).
Camminata in avanti fino all’undicesimo passo dove il piede destro si allinea parallelo
al sinistro assumendo il peso (9,10,11).
Si termina con i tre passi di chiusura della Salita Basica (12,13,14).

Non ci dettero nemmeno il tempo di provare.
Dopo aver mostrato questa sequenza ne spiegarono subito una seconda che
comporta la rotazione in senso contrario.
Per ottenere la sequenza opposta ci dissero:
Si inizia con i cinque passi della Salida Basica (1,2,3,4,5) il sesto passo lo si porta
indietro ruotando in senso orario, peso sul piede sinistro (6).
Cambio di peso tra i piedi, con continue rotazioni sempre in senso orario fino al passo
nono (7,8,9).
Camminata in avanti fino all’undicesimo passo dove il piede desto si allinea parallelo al
sinistro assumendo il peso (10, 11).
Si termina con i tre passi  di chiusura della Salida Basica (12,13,14).

Poi   ci   mostrarono   le   due   sequenze   una   dopo   l’altra   senza   interruzione,
inserendo dopo la prima sequenza il Passo Continuato, quindi ci dissero di
effettuarle pure noi di continuo.
Misero   un   tango   a   mio   parere   molto   veloce   e     ritmato   e   ci   invitarono   ad
effettuarlo solamente con questi nuovi passi.
“Dai, datevi da fare e cambiate la dama ogni quattro sequenze, vediamo se
sapete   contare,   via   fra   quattro   battute!   Anzi   le   conto   io,   una…due…tre…
quattro e via!”
L’esortazione   ci   fece   partire   bene,   ma   scatenò   dopo   pochissimi   cambi   un
putiferio di incroci con urti tra le coppie tanto da far sembrare la sala da ballo
ad una pista di autoscontro di un luna park.
Mi   accorsi   che   i   due   insegnanti   ci   guardarono   per   qualche   minuto   con
espressione sconsolata, poi tolsero la musica ed espressero il loro parere con
una frase che sembrava più adeguata per un corso di auto scuola.


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“Non   siete   più   capaci   di   tenere   la   destra?   Vi   siete   già   dimenticati   che   in
milonga si gira in senso antiorario? Riformate le coppie stabili e ricominciamo,
anzi questa volta le coppie le formiamo noi!”
Posti su due file una di fronte all’altra ci vollero almeno cinque minuti prima
che tutte le coppie si aggiustassero.
Di coppie stabili rimasero solamente le due coppie estreme, Anna la selerona
con Simone l’argentato ed il tipino con Laura.
Per l’occasione fui assegnato ad una giovane signora molto briosa e di aspetto
veramente piacente, carnagione chiara con capelli ed occhi scuri e diciamocelo
fra noi, veramente carina.
Gli ultimi due tanghi li ballammo con le nuove dame assegnate d’ufficio e mi
parve che nessuno, ne uomini che dame espressero commenti negativi.
Tutte   le   volte   che   incrociai   Alessandra   che   per   l’occasione   fu   assegnata   a
Riccardo,   quel   ragazzone   soprannominato   il   palestrato   per   il   suo   evidente
fisico,   schiacciandomi   vistosamente   l’occhio   mi   ripeté   la   stessa   domanda,
“Come va?”
La mia risposta fu sempre la stessa:
“Io personalmente vado verso il paradiso … non so la creatura che sta ballando
con me!”
Ribatteva sempre di riflesso Riccardo,
“Il   solito   esagerato!”   Mentre   la   mia   nuova   assegnata   dama   pur   tacendo,
rispondeva solamente con un quasi distaccato sorriso.
Termine della lezione, presentazioni rapide,
“Io sono Franco”
“Ed io invece sono Francesca”
“Che combinazione e comunque grazie dei tanghi!”
“Ma no, grazie a te!”
Mentre noi continuavamo con complimenti e convenevoli intravidi Alessandra
che uscendo con la solita fretta mi mimò con cenni evidenti di telefonarle.
Come al solito l’Ale schizzò via con saluti vistosi con gesti di abbracci e baci,
quasi fossero proprio destinati e voluti per lunghe separazioni.
“Non fermarla!” Sibilò la Lau “quando una donna ti saluta così è perché ha
molta fretta”.
“Non ci penso nemmeno, poi se si accorge che ci siamo pappati i biscottini
destinati a lei, che figura ci fai.”
“Come ci faccio! Guarda che tutto al più, la figuraccia la fai tu!”
“Va bene! La facciamo insieme!”


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Feci subito notare la vena poetica che usciva dalle nostre esclamazioni, le rime
erano  sicuramente scaturite per merito delle bocche piene dei rimasugli dei
biscottini e dalle briciole ancora ben visibili sulle nostre labbra.
Prima   di   scendere   dalla   macchina,   Laura,   guardandomi   intensamente   negli
occhi ed appoggiandomi una mano sulla mia che stringevo ancora il volante
mi chiese con voce suadente:
“Ti posso fare una domanda?”
In  effetti  mi  aveva portato  quasi  sull’orlo  dell’imbarazzo,  ma le risposi  con
studiata indifferenza che se fossi  stato in grado di darle una risposta, avrei
sicuramente soddisfatto la sua curiosità.
“Ma cosa significa cadencia in 14 pasos?”
Mi misi a sorridere, veramente mi aspettavo una domanda imbarazzante e con
un sospiro scaricai la tensione che si stava accumulando dentro di me.
“Ti   risponderò   con   una   battuta   stile   il   tuo   criticato   partner:   “in   quattordici
passi ti porto dove voglio io.”
Mentre scese dalla macchina mi rispose divertita scrollando le spalle:
“Sono   curiosa   di   vedere   come   farà,   in   quattordici   passi   lui   arriva   appena
appena al bordo pista!”

 

…Continua…

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