IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO ~ Romanzo ~ di Antoine Clair – 12° puntata

IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO
    (Romanzo) 

 

 Ocho Atras
        (otto indietro)

 

Attesi con impazienza, anzi con inquietudine il giorno della lezione.
E’ difficile dirlo, ma la mia motivazione più importante era ritrovare per quelle manciate di minuti persone disponibili e sorridenti, quasi dei nuovi amici.
Riunirsi con la scusa di un corso per sentirsi di appartenere ad un gruppo con le stesse finalità e le stesse intenzioni, questo ci faceva sentire un branco.
Ma anche perché, devo riconoscerlo, mi stavo abituando sempre di più a quelle appassionate effusioni che solo le donne sanno esprimere quando ti abbracciano con simpatia.
Si! Ero sempre più piacevolmente coinvolto nel poter abbracciare la mia dama senza falso pudore, non  solo, potevo farlo senza vergogna perché  questo ci richiedeva il ballo.
In effetti all’ingresso della sala per la lezione settimanale ci ritrovammo tutti con un anticipo paragonabile al primo giovanile appuntamento con la nuova fiamma.
Le scuse per l’anticipato orario furono varie.
Chi diceva che già passava di li, chi invece non aveva trovato traffico, il bell’Antonio era già in zona per acquisti e così via, ma arrivarono presto anche i nostri super due.
Non essendo ancora arrivato San Pietro che teneva le chiavi del nostro piccolo Paradiso (il   custode,   detto   anche   a   furor   di   popolo,   l’uomo   delle   chiavi), utilizzammo   quei   preziosi   minuti   per   un   serrato   interrogatorio   ai   nostri istruttori.


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Chi erano, cosa facevano, da dove venivano e dove volevano arrivare, le più impertinenti   si   permisero   anche   domande   più   piccanti   sui   loro   rapporti personali.
“Cosa provate quando in penombra ballate un tenero tango?”


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Chiese Simona detta “Minnie”, nomignolo dato a questa giovane signora sempre ben vestita e truccata quasi da sembrare una bambola disneyana.
“Ah, ma allora ci riprovi!” Le rispose un poco petulante la prima dama.
Ribadì subito Minnie “Assolutamente no! Sicuramente io non l’ho mai chiesto, perché se sapessi la risposta avrei capito un nesso del tango!”
Con un sorriso enigmatico il nostro primo macho intervenne e le disse:
“Ti   rispondo   io, però è una risposta da uomo… hai un fidanzato? Hai comunque   un   uomo a cui vuoi veramente bene, oppure lo desideri moltissimo?”
Continuando con un tono di voce tenero, emozionato e …
“Abbraccialo   intensamente   per   tre   soli   minuti   pensando   che   sono   l’unica occasione che avrai! E mentre questo succede ascolta uno struggente tango! Poi io ti chiederò cosa hai provato! Se saprai spiegarmelo, avrai capito un nesso del tango argentino!”
Fu l’ultima risposta prima che si aprisse la porta della hall della sala.
In   quel   momento   la   nostra   prima   dama   fece   un   cenno   d’intesa   ed   ebbe un’espressione felicemente misteriosa, ma non sapemmo mai il suo parere su queste sensazioni.
Appena cambiate le scarpe e rimossi gli accessori da viaggio entrarono in scena i due insegnanti che con fare sbrigativo e frettoloso ci dissero che avrebbero spiegato subito l’Otto Indietro.
“Cambio delle dame” impartì subito il capo.
“Mostrateci cosa sapete fare cambiando la dama ad ogni tango”.
Però   onestamente   bisogna   dire   che   quel   addomesticato   tango   durava veramente molto poco, era più il disagio e lo scompiglio per iniziare il tango che il tempo dedicato all’esecuzione di sequenze differenziate.
Io   personalmente   me   la   cavai   bene,   infatti   fui   abbinato   al   gruppo   delle scoppiate insieme con Carletto, Alberto detto il poeta, Alfonso sopra nominato Brontolo e per il suo fisico evidente Riccardo il palestrato, infine ci affiancarono anche il bell’Antonio quale omaggio al gruppo.
Il gruppo delle scoppiate non era menzionato così perché le dame avessero fatto   booom!   Ma   perché   erano   single,   in   quanto   non   accoppiate   ad   alcun cavaliere.
Pochi altri mezzi tanghi, per meglio dire, qualche sequenza a tempo di musica poi una dichiarazione insperata:
“Bravi tutti, passeremo subito all’Otto Indietro”.


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Eseguirono con maestria una sequenza molto bella e scenografica con sguardi e parvenze di carezze, con varianti su passi e posizioni, con sgambate e calcetti da parte di lei (da lasciarci senza fiato), uno spettacolo!
Vedendo   le   nostre   facce   con   espressioni   estremamente   preoccupate   ci spiegarono che imparando i passi poco per volta, si sarebbero risolte via via tutte le difficoltà.
“ E’ vero, nessuno nasce imparato!  Anzi, nessuno nasce tangato!”
Disse il tipino con convinzione.
In quel preciso istante Anna detta la selerona si avviò verso di lui prendendolo per mano e trascinandolo quasi per forza si avviò verso gli spogliatoi.
Subito Simone detto l’argentato, si rivolse alla selerona chiedendole severo se avesse il permesso di uscire dall’asilo nido prima del tempo e continuò:
“Guardi   signora   che   lei   comunque   ha   di   certo   sbagliato   a   prendere   il bambino!”
Subito la selerona ancheggiante ritornò indietro, sempre tenendo per mano il tipino che si stava colorando di rosso acceso è rispose con aria da casalinga presa in flagrante:
“Che sbadata che sono, è vero non è il mio tesoruccio!”
Fra la grande e generale ilarità emerse il ruggito del capo branco.
“Cos’è questo, l’asilo Mariuccia?“
“Appunto! Ti ci metti anche tu! Non è un delitto distrarsi e prendere il tesorino di un’altra signora!”
Ribadì subito la prima dama.
Con questa frase terminò il teatrino ed iniziò la spiegazione dei passi della nuova sequenza.
Abbraccio e primo passo della Salida Basica (1).
Allentamento dell’abbraccio e secondo passo della Salida basica con subito un altro passetto a fianco a sinistra (2 e,).
Mentre si esegue il passetto si ruota il busto in senso antiorario guidando la dama in una   rotazione   di   mezzo   giro   in   senso   antiorario,   dopo   aver   effettuato anch’essa il secondo passo.
L’uomo rimane con il peso del corpo sul piede sinistro e con le gambe divaricate.
La dama si posizionerà col fianco sinistro di fronte all’uomo, il peso sul piede destro e col piede sinistro affiancato, appoggiato sulla punta ma senza peso del corpo, pronto per un nuovo passo.
Al terzo tempo di musica l’uomo sposta solamente il peso sul piede destro guidando la dama ad un passo all’indietro con la gamba sinistra, rotazione del busto in senso orario

 

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dell’uomo, fa effettuare alla dama mezzo giro in senso antiorario con perno sul piede
sinistro (3).
L’uomo con il peso sul piede destro e le gambe divaricate.
La dama fianco destro di fronte all’uomo, il peso sul piede sinistro, piede destro senza peso affiancato e appoggiato sulla punta, pronto per un nuovo passo.
Quarto tempo di musica l’uomo sposterà il peso del corpo sul piede sinistro, piccola rotazione in senso antiorario facendo effettuare un passo indietro alla dama che ruoterà di un quarto di giro in senso antiorario con perno sul piede destro (4).
L’uomo rimane con le gambe divaricate e con il peso sul piede sinistro mentre la dama è tornata frontale all’uomo con il peso sul piede destro mentre il piede sinistro verrà posizionato a fianco al destro anche se senza peso.
Quinto tempo l’uomo avvicina la gamba destra alla sinistra ed il peso si sposta sul piede destro (5).
  Alla fine di questo tempo la posizione dell’uomo e della donna sono frontali con la dama che ha spostato il peso del corpo sul piede sinistro lasciando libera la gamba destra per un nuovo passo all’indietro.
Ultimi tre tempi di tango per effettuare la chiusura della Salida Basica (6,7,8).

Ci vollero diverse prove e diversi cambi di dama ma al termine della lezione con soddisfazione riuscimmo ad effettuare la nuova sequenza di passi Ocho Atras (Otto   Indietro) in cui la dama che si muove all’indietro, disegna sul pavimento con i suoi movimenti un otto.
Per stringere i tempi e per rispettare il programma, la prossima settimana si sarebbe provata una nuova sequenza, che a loro parere sarebbe stata facile e ci avrebbe permesso di ballare tranquillamente in milonga.
Con questo terminò la lezione e purtroppo anche il tempo a disposizione.
Grandi e calorosi saluti vennero scambiati mentre Laura mi faceva cenno di aspettare.
Frettolosamente salutai Alessandra che “sbracciandosi” per farsi notare  stava già uscendo.
“Che c’è Laura” chiesi dirigendomi verso di lei.
Vedendola preoccupata le presi la mano avvicinandola al mio petto, quasi per rassicurarla.
Mi spiegò brevemente che voleva consolare Filippo per fargli capire che era stato uno scherzo affettuoso, spontaneo e non cattivo per deriderlo.
“Parli del diavolo e spuntano subito le corna” dissi vedendolo uscire a passo lesto.
Rispose subito con fare da grande torero.


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“Non dovevate fermarmi, eravamo quasi giunti allo spogliatoio … poi le facevo vedere io il bambino!” e sembrava il pescatore che deve spiegare a gesti la lunghezza del pesce che ha preso.
Laura lo guardò con commiserazione, tirandomi per una mano come per accelerare il ritorno a casa e salutò velocemente il tipino che si stava allontanando mugugnando.
Per tutto il tempo del rientro continuò a criticare e sputare sentenze sul suo compagno di ballo.
“ Lo ritenevo più signore, non così volgare”.
Verso casa mi sbilanciai in una difesa maschilista ipotizzando che anche un altro al posto di Filippo avrebbe pensato la stessa cosa.
Le feci uno strano discorso che mi balenò nel frattempo nella mente:
“Sai Laura, il tango è un bel gioco e se vuoi divertirti devi sottostare alle sue regole, siccome dura poco ne devi approfittare!  
Anche se ti sembra diverso, è l’ambiente, sono le circostanze, direi addirittura l’aria che si respira che sa di maschilismo, se lo vuoi giocare devi accettare anche questo, poi quando finisce non devi più pensare a quello che è stato fatto o detto!  Il bel gioco è finito!”
Poi con aria da filosofo le dissi che per noi uomini il tango è un desiderio che nasce   sornione   ma  continua   a crescere  fino  a  diventare  una  necessità   e per necessità si fanno e si dicono a volte strane cose.
Nel frattempo arrivati davanti al portone di casa la salutai dicendole di non prendersela più di tanto e che noi uomini secondo il gentil sesso siamo tutti uguali.
Mi congedai con un ciao, lasciandola estremamente pensierosa.


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Quella settimana e soprattutto quel fine settimana lo ricordo ancora oggi!


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Cosa si può dire di una giornata cominciata con problemi alla macchina, meno male risolti con un propizio e veloce intervento del meccanico, proseguita con il pagamento del telefono, immondizie, luce e gas?
Che bastonata al portafoglio!
Arrivò come al solito il giorno della lezione, era una giornata grigia e fresca, però non prometteva male, nella tarda mattinata tragica notizia.
Con telefonate tipo “catena di Sant’Antonio” che in pochi minuti fece il giro della regione fummo tutti messi al corrente che i due “magnifici rettori” del corso non potevano assolvere l’impegno perché inseriti all’ultimo momento in uno   spettacolo   di   elevato   interesse,   impostato   su   musiche   e   balli   etnici dell’America Latina.
Per   un   serio   ed   inaspettato   disguido   di   viaggio,   non   poterono   arrivare dall’Argentina i ballerini di fama internazionale che con altre star di diversi altri paesi si sarebbero esibite in quel famoso teatro del centro città.

 

…Continua…

Qui l'indice delle puntate precedenti: il-mio-primo-tango-argentino-romanzo-di-antoine-clair

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