Il grande chitarrista americano Al Di Meola
Nel panorama dei chitarristi solisti Al Di Meola è senza dubbio un nome tutelare che ha saputo spiccare all’interno di una tradizione passionale come quella del flamenco, del tango e dei ritmi latino-americani. Classe 1954, il nostro muove i primi passi a fianco di Chick Corea e Stanley Clark con il jazz fusion e il grande successo dei Return to Forever. Dopo soli tre anni il suo spirito latino inizia a farsi sentire con prepotenza e decide di lasciare la band per intraprendere la sua lunga carriera solista.
Tra il 1976 e il 1980 pubblica 4 dischi cult (Land of the midnight sun, Elegant Gypsy, Casino e Splendido Hotel) che hanno fatto la storia del latin-fusion e hanno progressivamente creato una sorta di ponte fra il jazz elettrico e avanguardistico degli anni precedenti e i suoni e ritmi latini che d’ora in poi sarebbero stati il suo marchio di fabbrica. Il 1980 è l’anno di Friday night in San Francisco, disco epocale che immortala la storica collaborazione col flamenquero Paco de Lucia e il jazzista John McLaughlin: ne uscirà un’opera unica che continua a influenzare l’interpretazione dei concerti per chitarra acustica.
Gli anni 80 sono anche e soprattutto gli anni delle sperimentazioni elettriche ed elettroniche in cui Di Meola dà vita ad altri dischi ricchi di contaminazioni. Un musicista capace di far coesistere i sintetizzatori con i ritmi latini, le chitarre elettriche con il flamenco, il jazz-fusion con il tango. Pare una missione impossibile ma è proprio per questo che esistono i grandi artisti: per dimostrarci che, nell’arte, nulla è impossibile.