Iconografia del Tango – Introduzione

di Mădălina Goga

INTRODUZIONE
L’arte sconvolge. Sconvolge perché riesce a penetrare la superfice di una società e di penetrare fino al livello del subconscio. Lì scompone veramente tutti gli strati dell’essenza umana. L’arte, con la sua irrazionalità istintiva può e deve creare un linguaggio universale, percepito in qualsiasi angolo del mondo.
Il tango, che costituisce il principale filone di studio del presente saggio, riunisce le due espressioni artistiche più vecchie del mondo: la danza e la musica. La musica si sente, e grazie all’impulso musicale il
tango-29947_960_720 corpo risponde in un certo modo. In ogni momento dell’esecuzione musicale, il movimento è diverso da persona a persona e si rende unico nello spazio e nel tempo.
Ai suoi inizi la fotografia era una pratica esclusivamente delle élite però, grazie allo sviluppo velocissimo delle tecnologia dell’Ottocento essa inizia ad essere sempre più accessibile. In quei tempi, la funzione dell’immagine fotografica cambia subito e a 360° arrivando ad essere vista come un documento, cioè come una testimonianza di un evento già concluso.
Cosa hanno in comune il tango e la fotografia? Oltre allo status d’arte che entrambi possiedono sia il tango che la fotografia nascono quasi nello stesso periodo, verso la seconda metà dell’Ottocento. Il presente elaborato propone di seguire le strade percorse di questi due arti che ad un certo punto si incroceranno, per farci capire, come meglio non si potrebbe, la società argentina.
Oltre alla motivazione soggettiva nella scelta di questo argomento, espressa attraverso una sorta di ossessione per la cultura argentina, il saggio rappresenta il risultato di un periodo di ricerca di circa cinque mesi svolto a Buenos Aires. Tale stage ha sempre avuto sia lo scopo di trovare il materiale necessario, sia, per un’esperienza più autentica, di vivere lo stile di vita porteño (Siccome Buenos Aires si trova sulle rive del Rio de la Plata, gli abitanti della metropoli sono denominati porteños, termine che, letteralmente significa uomini del porto).
La ricerca ha avuto inizio con una visita all’Academia del Tango de Buenos Aires, che anche se non ha un fondo fotografico specializzato sulla danza del tango, costituisce un punto di partenza di antogni studioso della storia del tango. La visita è stata più che utile a stabilire i limiti temporali della ricerca, per poter dividere poi l’informazione secondo le idee già accettati dagli studiosi del tango.
Il proseguo della ricerca ha avuto luogo all’Archivo General de la Nación ubicato sempre in Buenos Aires. Il palazzo è sede del Ministero degli Interni e dell’Archivio di Stato (La quale struttura, forma ed organizzazione si spiegherà nel quarto capitolo). L’ingresso è consentito ad ogni studioso ed è possibile consultare sia documenti scritti che audiovisivi. Al secondo piano è presente la sezione dedicata alla fotografia, infatti sono contenuti al suo interno circa 400 000 documenti fotografici. In seguito alla consultazione ed alla selezione dei materiali funzionali all’obiettivo della tesi, la ricerca ha avuto un naturale prosieguo presso la Biblioteca Nazionale argentina, dove è stato possibile consultare giornali, periodici e libri importantissimi per lo sviluppo dell’argomento.
Come già accennato prima, per poter fare un quadro completo della società argentina è stato necessario, se non fondamentale, vivere lo stile della città. In Argentina, in particolar modo a Buenos Aires, l’area respira il tango e non il contrario. Camminando sulle stradine del vecchio quartiere di San Telmo, in primavera, all’inizio di settembre, si sente l’odore della malinconia, del tango.san-telmo-buenos-aires
La tesi è strutturata in cinque capitoli che nella loro complessità guidano il lettore in vari ambiti umanistici. Il primo capitolo fa riferimento agli eventi storici accaduti nell’Argentina di fine Ottocento per poi arrivare fino ai nostri giorni, dove ogni evento raccontato è collegato in maniera diretta o indiretta  all’evoluzione del tango. Il secondo capitolo parla, oltre che delle varie teorie sulle origini del tango, ancora incerte, anche della sua evoluzione, dei personaggi, del ballo, del canto e della musica. Siccome questo è un saggio che riguarda l’iconografia del tango attraverso l’immagine fotografica, è necessario fare anche un’introduzione sull’avvento della fotografia in Argentina. La parte più pratica dell’elaborato è, senza dubbi, il capitolo quattro che tratta dell’effettiva catalogazione, secondo le norme del ICCD (Istituto Centrale per la Catalogazione e Documentazione), attraverso la compilazione della Scheda F. Qui è presentato sinteticamente, il piccolo fondo fotografico, formato dalle 47 fotografie aventi come soggetto il tango.

Infine, l’ultimo capitolo sintetizza dal punto di vista semiotico il tango come danza, come espressione della società argentina. Attraverso una lettura iconografica si comprende l’evoluzione stilistica del tango danza, processo che si sviluppa insieme all’evoluzione sociale.
Il tango, in tutta la sua complessità (ballo, musica e canto) è studiato sin dagli anni venti del Novecento. Seppur ne 1916 compare il primo “manuale” di tango argentino, solo dopo gli anni ‘30 (anni dell’isteria mondiale tanghera) l’interesse per lo studio del tango aumenta. L’apice della nuova disciplina fu raggiunto negli anni ‘60 con la creazione dell’Accademia del Lunfardo e con le indagini fatte dai vari studiosi dell’Istituto di Musicologia Carlos Vega.
vega Se fino a quel momento, tutta l’attenzione si concentrava sull’origine del tango, successivamente il panorama inizia a cambiare. Per confermare l’originalità del tango – sia dal punto di vista musicale, del ballo e del canto – e di cercare di legittimarne le radici argentine, il tango viene definito sempre di più come una miscela di elementi artistici europei aggiunti a quelli indigeni già esistenti.
Tra gli anni ‘60 – ’90, il tango si trova in uno stato letargico e, a causa del piano politico adottato, sempre più americanizzato, viene sostituito dalla musica jazz e rock, cioè la musica internazionale.vail_art_vail_artist_jazz_art_jazz_creations_art_painting_jazz_jazz_musician_art_jazzy_art_jazzy_paintings
La rinascita del tango però, che accade nell’ultima decada dello scorso secolo, comincia un processo di sviluppo ancora molto più ampio. Si arriva, nel 1990, alla creazione di un’Accademia di Tango di cui primo direttore fu il rinomato studioso Horacio Ferrer, che rappresenta
un nuovo punto di riferimento nella ricerca sul tango. La stessa Accademia inizia a pubblicare un periodico intitolato «¡Viva el Tango!». Tale rivista compare per la prima volta nel 1995 e propone tutti i tipi di saggi possibili: l’origine del tango, filosofia tanghera, fotografie storiche, ecc. Poi, all’inizio degli anni 2000, viene messo a fuoco sempre di più lo studio e la pratica del ballo. Oltre alla Universidad de Tango che propone lauree triennali, magistrali o scuole di dottorato sulla danza del tango, dal 2003 si organizza, con frequenza annuale, il festival internazionale del tango.
In Argentina, i saggi ed i libri pubblicati sul tango rappresentano un’importante parte della loro cultura. Sono state effettuate delle indagini sul ritmo del tango, sulla paternità, sulla danza. Sono state organizzate delle mostre con dipinti a soggetto di tango. Si potrebbe dire che l’Argentina è solo tango. Non è precisamente cosi però. Verso la fine degli anni ‘70 e fino al 1983, l’Argentina scrive le pagine più brutte dalla sua storia. A quel tempo, il regime delle giunte militari fece in modo che si instaurasse il terrore in tutto il paese, dove i sovversivi rappresentavano la principale preoccupazione del governo. In quel periodo sono scomparse persone senza lasciare nessuna traccia; donne, bambini e uomini che neanche oggi sono riuniti alle loro famiglie. A questoindex scopo, è nato l’Instituto «Espacio para la Memoria» (Istituto «Spazio per la Memoria»), con l’intento di raccogliere dai parenti dei desaparecidos (scomparsi) informazioni e soprattutto fotografie che potrebbero dare qualche indicazione sui “sovversivi”. Mai come in questo caso, l’Argentina sta utilizzando la fotografia come una testimonianza ed è vista come un documento che attesta l’esistenza delle persone.
Gli argomenti trattati finora consentono di affermare che in Argentina, la fotografia rappresenta uno strumento che aiuta la popolazione ad identificarsi. Il tango, invece, in tutte le sue forme ed espressioni è caratterizzato dagli argentini stessi come appartenente alla popolazione argentina.
Nonostante ciò, la fotografia e il tango non sono state mai analizzate in maniera congiunta.

Fonte: www.academia.edu

 

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