IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO ~ Romanzo ~ di Antoine Clair – 13° puntata

IL MIO PRIMO TANGO ARGENTINO
    (Romanzo) 

 

  Lo spettacolo fuori programma

 

Altro super veloce giro di telefonate e grazie alle conoscenze di quel corsista alto,   chioma   fluente   biondo   grigio,   sempre   elegante   e   di   bella   presenza, presentandoci   a   tempo   debito   al   botteghino   del   teatro   trovammo   i   biglietti d’ingresso con un super favoloso sconto per comitive.
In effetti ogni coppia che ritirava i biglietti chiedeva chi dovesse ringraziare e la risposta era sempre la stessa:
“Ringraziate il signor Simone!”
Dopo   questo   avvenimento   venne   soprannominato   dal   gruppo   ”l’argentato” per la sua fluente chioma bionda chiarissima con riflessi che ricordavano quelli dell’argento.
In   seguito   le   dame   gli   attribuirono   capacità   e   caratteristiche   al   disopra dell’umano in un continuo crescendo.
Lo spettacolo improntato sui balli dell’America latina rasentò l’eccezionale, sia per i colori e le fogge degli abiti che per le musiche, ma quello che colpi di più la fantasia, fu la bravura e professionalità di tutti i complessi musicali e dei gruppi di ballo etnici e di colore.
E   ancor   più   grande   lo   stupore   e   la   soddisfazione   raggiunse   il   massimo all’entrata in scena dei nostri maestri con abiti da tanghéri argentini, che per eseguire   un   tango   ed   un   vals   si   cambiarono   d’abito   nei   pochi   minuti   di variazione della scenografia nel giro e sollevamento dei pannelli direttamente sul palcoscenico.


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Il tango fu eccezionale e ancor più ci lasciò stupefatti l’esecuzione del vals, che per noi era del tutto sconosciuto.
Le nostre dame rimasero meravigliate alla vista dell’abito rosa confetto portato con eleganza dalla nostra maestra, velato, vaporoso e con una semi trasparenza di gusto squisito.
Gli spacchi laterali mostravano con civetteria le ginocchia, le maniche gonfie trattenute ai polsi, un ampio decolleté velato e scarpe rosa con tacco alto.
L’abito   del   nostro   leader   completamente   bianco,   camicia   bianca   e   papillon scuro, ci dette subito l’impressione del cameriere elegante.
In   effetti   la   coreografia   riguardava   un   incontro   casuale,   quasi   magico,   tra questa   creatura   eterea   ed   il   cameriere   sprovveduto,   con   un   finale   d’addio tristissimo senza possibilità di ritorno.
Il   vals   venne   ballato   con   elevata   raffinatezza   inimmaginabile   per   le   nostre grezze conoscenze, lasciandoci quasi con una inspiegabile amarezza …
Il ballo colpì la fantasia di tutta la platea per l’alto livello e la delicatezza delle immagini e dei sentimenti non spiegabili con semplici parole.
Il   vals   si   chiuse   con   un   tenero   abbraccio,   a   cui   seguì   un   distacco   quasi straziante, lui protraeva le braccia verso lei che si allontanava fuggendo …
Pochi lunghissimi secondi di attesa in cui tutti pensavamo increduli in un suo ritorno, ma rendendoci conto che la rappresentazione era veramente terminata, simultanei e prolungati applausi riempirono il teatro.
Uno spettacolo nello spettacolo, una cosa mai vista ne sentita, alcune signore qua   e   là   in   piedi   gridavano   a   piena   voce   “bravissimi”   in   tutto   il   teatro complimenti ed assensi, si facevano ruotare poollover, giacchette e camicette come se fossero lazos o boletas in loro onore.
Dovette   uscire   il   presentatore   per   calmare   il   pubblico   proponendo   un   bis, dichiarando che lo spettacolo si sarebbe poi chiuso con la presentazione di tutti i partecipanti alla manifestazione in modo solerte in quanto veramente fuori tempo.
Si appellò al nostro buon cuore e disse: “pensate, tutti gli artisti che vi hanno rallegrato non hanno ancora cenato!”
Le luci si abbassarono rimase solo una illuminazione centrale in cui apparve lei, la nostra prima dama con un vestitino quasi da collegiale anni sessanta, in seguito   identificato   dalle   nostre   intenditrici   di   moda   etnica,   come   vestito giovanile d’inizio secolo in Argentina.
Mentre la oramai diva si dava un comportamento d’impaziente attesa, iniziò una musica allegra ed entrò subito in scena il super macho che la abbracciò con fare da boscaiolo che si è trovato in quella occasione a ballare con Biancaneve!


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Non saprei al momento come descriverla, ma iniziarono a ballare una veloce e veramente scenografica milonga.
Lo   spettacolo   terminò   con   i   pochi   minuti   del   ballo   e   della   frettolosa presentazione   di   tutti   i   personaggi   dello   spettacolo   in   un   mare   di   ovazioni applausi e “gridolini” di soddisfazione femminile.
Tornando a casa, confidai alla mia dama la mia estrema ignoranza sulla cultura musicale   argentina   e   per   la   prima   volta   con   soddisfazione   ebbi   una   sua confidenza; anch’essa si riteneva completamente all’oscuro dell’argomento.
Le   promisi   che   mi   sarei   documentato   seriamente,   mosso   più   che   altro dall’euforia della splendida serata.

 

…Continua…

Qui l'indice delle puntate precedenti: il-mio-primo-tango-argentino-romanzo-di-antoine-clair

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