Amarras – Ormeggi

AmarrasTango 1944

Musica: Carlos Marchisio

Testo: Carmelo Santiago

 

Vago como sombra atormentada

bajo el gris de la recova,

me contemplo y no soy nada…

Soy como mi lancha carbonera

que ha quedado recalada,

bien atada a la ribera.

 

Yo también atado a mi pasado

soy un barco que está anclado

y siento en mi carne sus amarras

como garfios, como garras.

Lloro aquellos días

que jamás han de volver;

sueño aquellos besos

que ya nunca he de tener,

soy como mi lancha carbonera

que ha quedado en la ribera,

¡sin partir más!

 

Aquellos besos que perdí

al presentir que no me amaba,

fueron tormentas de dolor

llenas de horror.

 

¡Hoy no soy nada!

Yo sólo sé que pené,

que caí y que rodé

al abismo del fracaso…

Yo sólo sé que tu adiós,

en la burla del dolor,

me acompaña paso a paso.

 

Ahora que sé que no vendrás,

vago sin fin por la recova,

busco valor para partir;

para alejarme… y así

matando mi obsesión,

lejos de ti, poder morir.

 

Pero vivo atado a mi pasado,

tu recuerdo me encadena,

soy un barco que está anclado.

Sé que únicamente con la muerte

cesarán mis amarguras;

cambiará mi mala suerte.

 

Vago con la atroz melancolía

de una noche gris y fría;

y siento en mi carne sus amarras

como garfios, como garras.

Nada me consuela en esta cruel desolación.

Solo voy marchando con mi pobre corazón.

Soy como mi lancha carbonera,

que ha quedado en la ribera,

sin partir más.

 

 

Ormeggi

Vago come un'ombra tormentata

sotto al porticato oscuro,

mi guardo e non sono nulla …

Sono come una barca carbonaia

che è stata ormeggiata,

ben legata sulla sponda.

 

Sono anche legato al mio passato

come una barca che sta ancorata

e sento nella mia carne i suoi ormeggi

come uncini, come artigli.

Piango quei giorni

che giammai torneranno;

sogno quei baci

che alla fine mai ho avuto,

sono come la mia barca carbonaia

che è rimasta sulla riva,

Senza più partire!

 

Quei baci che ho perso

al presentimento che non mi amava,

furono tormenti dolorosi

pieni di disprezzo.

 

Oggi non sono niente!

So solo che penai,

che caddi e che rotolai

nell'abisso del fallimento …

So solo che il tuo addio,

nella beffa dolorosa,

mi accompagna ad ogni passo.

 

Ora so che non verrai,

vago senza fine per il porticato,

cerco una ragione per andare;

per allontanarmi … e così

uccidendo la mia ossessione,

lontano da te, per poter morire.

 

Però io vivo legato al mio passato,

il tuo ricordo mi incatena,

sono una barca che sta ancorata.

So che solamente con la morte

cesseranno le mie pene;

cambierà il mio cattivo destino.

 

Vago con la crudele malinconia

di una notte grigia e fredda;

e sento nella mia carne i suoi ormeggi

come uncini, come artigli.

Niente mi conforta in questa crudele desolazione.

Solamente voglio camminare insieme al mio povero cuore.

Io sono come la mia barca carbonaia,

che è rimasta sulla riva,

senza più partire.

 

'Amarras', Orquesta Juan D'Arienzo with Héctor Mauré (1944)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>