La mappa del tango nel 1914 e il tango in Sardegna nel 1930

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Questa mappa compare in prima pagina sul giornale francese Le Matin il 19 Gennaio del 1914.

La didascalia dice:
Cette carte est celle du royame du roi Tango. Les parties blanches indiquent les pays qu’il a soumis à sa loi; les parties noires ceux qui ne reconnaissent pas encore sa souveraineté. Nous avons, d’autre part, marquè d’un point noir les villes de France où le tango fut interdit pas les Évêques  aux fidèles de leur diocèse.

“Questa mappa è quella del regno del Re Tango. Le parti bianche indicano i Paesi che ha sottomesso alla sua legge; le parti nere quelli che non riconoscono ancora la sua sovranità. Abbiamo poi indicato con un punto nero le città Francesi dove il tango è stato vietato dai Vescovi ai fedeli delle loro diocesi.”

Il redattore intende qui sottolineare l’accettazione del tango nelle Corti delle rispettive nazioni. Sta di fatto che il tango in Italia era diffusissimo fin dal 1913, oltre che nei tè popolari anche nei salotti dell’aristocrazia, sebbene Vittorio Emanuele III di Savoia l’avesse bandito al Quirinale.

Ma tra la fine del 1913 e l’inizio del 1914 la condanna del tango vede una rapida escalation. La prima condanna è quella del Kaiser Guglielmo II che il 13 Novembre 1913 lo vieta ai suoi ufficiali. Subito dopo in dicembre il Re di Baviera emana lo stesso divieto.

Seguono rapidamente le prese di posizione da parte dei Vescovi e Cardinali Francesi. Il 28 Dicembre 1913 Le Matin riporta le parole del Vescovo di Verdun:
“Il tango è una danza profondamente pericolosa per i costumi: con un infatuazione incredibile, esso si diffonde sempre di più. Noi vorremmo richiamare su questa danza l’attenzione delle famiglie cristiane che ne vietino la pratica nei loro salotti, ed attirare la vigilanza di chi sorveglia le coscienze, che si combatta con tutte le energie una delle più potenti dissoluzioni della moralità francese.”

Ma il colpo più pesante viene sferrato del Cardinale di Parigi, Mons. Amette.
Il 10 Gennaio 1914 Le Matin riporta le sue parole:
“Noi condanniamo la danza, d’importazione straniera, conosciuta con il nome di tango, che è per sua natura lasciva ed offensiva per la morale. I cristiani non devono, in coscienza, prendervi parte. I confessori devono agire di conseguenza nell’amministrazione del sacramento della penitenza.”

Parigi era il cuore e la culla Europea del tango.
Pochi giorni dopo il Prof. Stilson di Parigi, insegnante di tango, annuncia di voler citare in giudizio il Card. Amette per il danno economico arrecato, chiedendo 20.000 franchi di risarcimento.

Questa notizia viene ripubblicata sui giornali francesi ed italiani ed inizia una reazione a catena. Il giorno successivo le Figaro riporta che i Vescovi di Dijon, Arras, Auxerre hano ripetuto lo stesso messaggio. Il giorno dopo il Vescovo di Nancy. Poi quello di Versailles. Nei giorni successivi tutte le voci più autorevoli delle principali città si pronunciano contro il tango.

L’iniziativa dei Vescovi Francesi viene poi imitata anche in Italia, ma c’è una conseguenza imprevedibile: con un colpo di fortuna e di genio il Maestro di  ballo di Roma Enrico Pichetti riesce a volgere la situazione a suo vantaggio.

La storia è raccontata nella puntata del 5 Novembre di Radio Crossover Tango e condurrà alla leggenda dell’assoluzione Papale del tango, leggenda che sopravvive ancora oggi."

Come si può notare la Sardegna è esclusa da questa mappa ma noi sappiamo che non è così per la presenza di una foto che ne è testimionianza:

E voi, avete altre foto del tango in Sardegna in quel periodo? Mandatecele. Cercheremo di ricostruire la storia del Tango in Sardegna da quegli anni sino ad oggi!!

 

 

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