Scarpe da ballo Tango: scegliere tra luoghi comuni e personalità

Sulla costa meridionale del Sud America esiste un grande estuario formato dai fiumi Uruguay e Paraná che separa (o unisce?) Argentina e Uruguay, una enorme lingua di acqua lunga 290 km e larga fino 220 dove incontra l’oceano Atlantico. Il Río de la Plata è la parte terminale dell’estuario, sul quale si affacciano le metropoli di Buenos Aires a sud-ovest e Montevideo a nord-est.
Qui, misteriosamente, alla fine del XIX secolo nasce e si diffonde il Tango dalle periferie di Buenos Aires. Sorge come linguaggio di una nuova civiltà che si sta formando sul corcevia di diverse culture e tradizioni.
Immaginiamo grandi edifici, chiamati conventillos, dove intere famiglie vivono stipate dentro camere singole con servizi in comune.
 
Tra queste famiglie ci sono immigrati italiani, spagnoli, tedeschi, russi, tutti attratti dal progetto statale di colonizzazione agricola di un’Argentina federale che da pochi decenni ha conquistato l’indipendenza dalla Spagna. In questa improbabile amalgama di lingue. Il castigliano viene sgrammaticato ed emarginato in quanto lingua dell’antico conquistatore.
Dalla pampa, dalla grande pianura, arriva la payada, un’antica poesia popolare accompagnata dalla chitarra che si fonde nel ballo diventando l’habanera proveniente
da Cuba,  che poi diventa milonga dove l’uomo effettua la tipica camminata in avanti mentre la donna indietreggia. In questo brodo primordiale si aggiunge il cadombe, una danza tipica di un gruppo di neri che abitava in piccolo borgo del porto, sterminati poi dalla febbre gialla.

I gauchos sono mandriani e dominatori della pampa, la sconfinata, semidesertica pianura priva di boschi, tipica dell’Argentina.

Il gaucho è di origine creola, criollo dall’antico castigliano, che identifica le persone di origine europea nate nelle colonie del Nuovo Mondo. Criollo assume significati diversi come nuova creazione, un costume mutato, ma anche la scaltrezza di un sanguemisto indio-spagnolo, l’ingegnosità, la ricerca di avventura.

Il gaucho, insuperabile a cavallo, clone del cowboy americano, trasformato in leggenda grazie al cinema, cattura l’abbondante bestiame selvatico e lo commercia nelle periferie delle città. Qui, si mescola, si adatta, si mette in mostra, condivide il mate amaro, l’asado, il vino tinto e la pasta “a la pumarola“. Al posto del chiripá, tenuto da una grossa cinghia di cuoio borchiata, ora indossa la bombacha, pantaloni molto larghi fermati al polpaccio, il fazzoletto da rosso diventa bianco, non sventola più, è annodato al collo, il cappello è alzato dietro e gli nasconde il viso da spaesato.

Armato di chitarra ama esibirsi nelle payadas, è un attaccabrighe, fa il gradasso, ma diventa eroe e piace alle donne. Frequenta i cortili e le sale da ballo, inventa i passi e contribuisce allo sviluppo del Tango. Si esibisce, socializza e conquista la china, la sua donna. (Diccionario Lunfardo: china (pop.) Quích. Muchacha de capa social baja// mujer de rostro aindiado// campesina (VB) // mujer querida (REV.P.) // mujer (BRA) // cortaplumas (AD), navaja// criada, doméstica.- italiano(pop.) Donna (BRA) ragazza di bassa classe sociale, domestica, serva. (inc.) donna con il viso da meticcia. Moretta, mulatta. (AFBH). (rural) contadina (VB) (delinc) donna amante (REV.P.)

Nei quartieri all’estrema periferia, nell’Arrabal, nei cortili dei conventillos frequentati dalle persone dal livello sociale più basso, arrivano contadini e mandriani gauchos dalla sterminata e solitaria pianura. Per farsi capire, per farsi ammirare, per farsi accettare da una moltitudine che non parla la stessa lingua serve improvvisazione.


Le scarpe si evolvono, insieme al Tango.


Il Tango è un fenomeno sociale nato nei sobborghi delle città rioplatensi e diffusosi in tutto il mondo, in maniera così stupefacente da rendersi necessaria una ricerca approfondita su libri straordinari.

Tra questi merita di essere menzionato il libro Tempo di Tango di Meri Franco-Lao, dal quale provengono molte delle informazioni qui riportate. Se vi rivolgete a Meri, non parlatele di Tango argentino, vi risponderebbe che è come dire Jazz statunitense… piccole eresie.
Meri Franco-Lao è deceduta a Roma il 29 agosto 2017

Fatta questa lunga premessa per scoprire, capire le origini del Tango, possiamo affermare che le scarpe sono un elemento imprescindibile e caratteristico, immortalate e celebrate nelle foto ricordo del tempo passato che mette nostalgia e porta rimpianto, elementi tipici del Tango.

 

Come scegliere le scarpe da ballo Tango

Modelli e taglia, modelli diversi e calzata perfetta


La scelta del tipo di scarpa per la donna di oggi è veramente ampia. Si parte dalla completamente chiusa, per proteggere il piede da eventuali urti, passando dalla décolleté o semichiusa con la punta e/o il tallone chiusi per arrivare al classico sandalo aperto su tutti i lati. Anche i cinturini posso cambiare notevolmente la scarpa abbracciando semplicemente la caviglia o disegnando figure complesse sul collo del piede. Per l’uomo la scarpa chiusa è obbligatoria.
A differenza delle scarpe da passeggio, in quelle da ballo lo sviluppo della tomaia non lascia spazio ad interpretazioni e deve calzare perfettamente. Se sono eccessivamente larghe, lo sfregamento tra la pelle del piede e l’interno della tomaia o la suola potrebbe creare vesciche o peggiorare il controllo dei movimenti.
Il momento migliore per provare le scarpe è di sera o dopo una camminata, quando la circolazione del sangue è aumentata e il gonfiore dei piedi è simile a quello che si raggiunge durante il ballo. Quando le scarpe “giuste” sono nuove e vengono indossate la prima volta, è corretto che diano la sensazione di essere leggermente strette; i materiali naturali come il camoscio e la nappa tendono a cedere gradualmente adattandosi col tempo alle singole forme dei piedi.
 
Suola, di cuoio, bufalo o sintetico secondo la pista da ballo


La suola maggiormente diffusa e più costosa è quella in Vero Cuoio, resistente e rigida, che sostiene tanguere e tangueri durante i movimenti più delicati come le pirouettes (un movimento di danza in cui la ballerina gira molto velocemente, in piedi su un dito del piede o sulla parte anteriore di un piede). Adatta per le sale tradizionali in mattonelle o all’aperto, può essere finita in nabuk per renderla meno scivolosa. La suola in bufalo è flessibile, delicata e aggrappante, è adatta ai pavimenti scivolosi come il parquet in legno. La suola in materiale sintetico è resistente e flessibile, evita scivolamenti, ma impedisce movimenti fluidi. Da evitare le scarpe economiche con suola in cuoio riciclato, si possono avere brutte sorprese.
Per mantenere la tipica forma della scarpa da donna, sulla suola viene applicato un profilo in metallo moderatamente flessibile, detto gambo. A differenza della scarpa da passeggio, il bordo della suola per la scarpa da Tango è inesistente, arriva a filo dell’attacco della tomaia per dare maggiore sensibilità al piede sulla pista da ballo.

 

Cuscinetto fisso, per la protezione del metatarso


i piedi sono l’unica parte del corpo a contatto con la pista da ballo. Se si considera che tutto il peso della persona grava su superfici così ridotte, si possono comprendere le sollecitazioni a cui sono sottoposte le tante e complesse componenti del piede. La suola è una superficie piana, quindi non si adatta alla conformazione del piede; per questa ragione è opportuno inserire uno strato di materiale aggiuntivo tra la suola e il piede, in modo che si conformi al suo profilo e funzioni come ammortizzatore.
Questo importante effetto si può ottenere con le solette aftermarket, o meglio, scegliendo una calzatura che ne sia già dotata in origine, ovvero con il cuscinetto fisso. Le solette o cuscinetti migliori sono in PU o schiuma di poliuretano espanso ad alta densità e viscosità tipo Memory Foam, un materiale leggero, resistente e duraturo. Da evitare le scarpe economiche che montano poliuretano espanso a bassa densità, comunemente chiamato gommapiuma, perché si rovina rapidamente.
 
Tacchi, meglio a spillo o stiletto, anche il classico rocchetto


Forma e altezza dei tacchi sono una prerogativa quasi esclusiva della donna. Per lei, se le scarpe sono da allenamento o da pratica, il tacco è quasi sempre di tipo a rocchetto con forma standard oppure larga, svasato verso terra e con una superficie di appoggio maggiore e soprattutto un punto di appoggio in asse con la gamba (Tibia-Tarso), per offrire maggiore stabilità, anche molto basso fino a 5 cm. Se le scarpe sono da esibizione, allora è preferibile puntare sull‘eleganza del rocchetto a forma standard o dei tacchi a spillo o stiletto con altezze da 6 a 10 cm. Anche il materiale di costruzione e la capacità di finitura dei tacchi fanno la differenza. I tacchi migliori sono in resina termoplastica ABS per l’elevata capacità di resistenza e vestibilità della superficie.
Per l’uomo, la forma del tacco è leggermente svasata verso la suola, lasciando una forma più sottile ed elegante verso il suolo, con altezze da 1 a 4 cm.

 
Fonte:minimalemode.com/

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