Fabio Armiliato, genovese, diplomato al Conservatorio Paganini, grande interprete dei personaggi di Radames, Don José, Des Grieux e soprattutto di Mario Cavaradossi, vinse giovanissimo il Concorso Tito Schipa e da allora ha iniziato una prestigiosa carriera internazionale che lo ha visto cantare nei maggiori teatri lirici italiani e stranieri. Insieme a lui ed alla Filarmonica Arturo Toscanini saranno sul palco del Paganini il direttore, pianista e arrangiatore siciliano Fabrizio Mocata, l’attrice e cantante uruguayana Natalia Bolani ed il duo di ballo Los Guardiola.
Giovedì 10 Novembre 2016, a distanza di un anno, ha replicato lo spettacolo a Buenos Aires, ed è stato un grande successo.
Eccolo raccontato da Sergio Arboleya!
musica 2016/11/11
da telam.comConvinto della possibilità di abbinare tango e opera, noto tenore italiano Fabio Armiliato ha guidato la notte di Giovedi il primo dei due set di “Can tango” nel Teatro Maipo di Buenos Aires e ha offerto uno spettacolo solido ed attraente che meritava il riconoscimento del pubblico.
A cura di Sergio Arboleya
Fabio Armiliato è una delle voci liriche più acclamate al mondo e quindi degno di essere considerato uno degli eredi di Luciano Pavarotti. L’artista, 60 anni, ha assunto la convinzione di poter generare l’incontro di due stili musicali.
Dal momento che il risultato della sperimentazione musicale è ibrido e accattivante anche per la sua lirica e una buona conoscenza tanguera, Armiliato ha portato a Buenos Aires uno spettacolo curato che è stata eretto come omaggio a Tito Schipa e Carlos Gardel.
In base a questo , Armiliato, ha usato immagini con un sestetto che facevano da sfondo alla scena, guidato dal bravo pianista siciliano Fabrizio Mocata, con le storie di Natalia Bolani e danze e coreografie di Los Guardiola. Con queste premesse e questi contributi, il tenore ha fatto uscire il dramma, con la sua impressionante prestazione, alla creazione di un mix di possibile dialogo tra l’opera e il tango.
E il risultato è stato un viaggio interessante, come lo presentato lo stesso Bolani (auto-defindolo come “l’anima del tango” all’interno dello schema proposto) proiettato a “ridefinire le radici del bel canto”.
In una struttura con abbondanti informazioni storiche, ma dove il peso delle interpretazioni ha cancellato qualsiasi insegnamento preconcètto, ci sono 90 minuti di uno spettacolo in grado di catturare diversi argomenti.
L’interprete italiano durante un’intervista con Telam, dice: ” lo spettacolo parla dell’unione tra i popoli e la ricchezza che deriva dalla condivisione quando c’è rispetto reciproco.”
La serata è iniziata alle 20.50 con una performance di “La Cumparsita” danzata dalla coppia di mimi e di ballerini de “La Guardiola” .
Ma poi, Armiliato (abito marrone e cappello bianco) è diventato protagonista della scena compiendo delle visite espressive a “Melodia de Arrabal”, “amaro Arrabal”, “El Gaucho” (un tango di Schipa) e “querido Mi Buenos Aires” che ha suscitato il primo grande applauso del pubblico.
Se il lirismo di Armiliato, sottolineando il tema delle opere, potrebbe distogliere l’attenzione rispetto allo stile musicale, i grandi e saggi impulsi pianistici di Mocata danno equilibrio all’azione.
A questo scopo anche il direttore musicale si avvale di un intelligente integrazione tra i
bandoneonistas Simone Tolomeo e Vicente Perrone, i violinisti Javier Weintraub e Ramiro Miranda e il bassista Pacha Mendes, che impostano con la stessa compostezza alcuni passaggi strumentali. Dopo “Tomo y obligo” in una ricreazione quasi teatrale e un altro tango di Schipa (“Ojos lindos y mentirosos”), è salito sul palco l’unico ospite della serata: il cantante Marcelo Boccanera.
Tutto nero tranne che per la cravatta e fazzoletto rosso, il trovatore, di fronte a un duetto con pianoforte di Mocata in una versione di “Los mareados”, ratifica con potente naturalezza il modo in cui Boccanera vive il suo tango e come si gestisce l’ortografia non scritta popolando l’interpretazione di silenzi, punti e virgole.
Il ritorno della formulazione con “Volvió una noche” precede un momento di grande emozione quando Fabio ha ricordato sua moglie,con cui è stato sposato 16 anni, il soprano Daniela Dessì, morta lo scorso agosto, con una visita a “The Day You Love Me”, che comprendeva i frammenti registrati con la voce della cantante e che ha spinto ad un’altra standing ovation.
Nella foto il soprano Daniela Dessì, artista tra le più apprezzate nell’attuale panorama lirico internazionale, che – pur essendo nata a Genova – vantava origini tutte sarde, essendo suo padre un militare cagliaritano, trapiantato in Liguria per motivi di lavoro.
Anche se la Dessì era cittadina del mondo, grazie ad una carriera ormai quasi trentennale che l’ha portata ad esibirsi nei maggiori teatri, le sue origini sarde non sono mai state rinnegate, tutt’altro.(Fonte: lanuovasardegna)
Schipa e Armiliato fanno passare il tour con storie e note sulla vita e l’opera di Gardel di fronte alla campagna cinematografica del film “To Rome With Love”, che l’ americano Woody Allen rodò nella sua saga europea nella capitale italiana nel 2012.
E vestito con un abito bianco, Armiliato intona con prestanza “Silencio”, “Volver”, “Lejana tierra mía”, e aggiunge un altra menzione speciale, in questo caso a Rodolfo Zanni (Buenos Aires 1901-1927), con “Desaparecido en Do mayor”.
Si sente anche un pezzo scritto dal duo Armiliato-Mocata , “Tango cantor”, una storia ispirata dall’opera “Otello” di Giuseppe Verdi.
Ma verso la fine e anche come bis, il programma regala una combinazione di tutti gli artisti e
del duetto Armiliato-Boccanera nella magnifica performance di “Por una cabeza” in una performance molto alta. La seconda notte di “Cantango” a Maipo (Esmeralda 449) sarà questo Sabato dalle 20.30 e poi la proposta attraverserà il Rio de la Plata per Lunedi 14 e si esibirà, con ingresso gratuito, nella sala Zitarrosa a Montevideo.
Photos: http://Digital Records