L’estetica del tango

L’iconografia del tango danza: L’analisi della danza.

 

~ L’estetica del tango ~

di Mădălina Goga

 

L’estetica del tango rappresenta la città. Anche adesso oscilla tra il primitivismo e il modernismo. Il primitivismo era ed è inteso come il periodo cayengue del tango e il modernismo come il tango liso. Questa divisione si è definita in base all’emancipazione della popolazione.

Mentre il primitivismo era associato agli schiavi neri liberi oppure no, il modernismo di rifà ai giovani gentiluomini istruiti all’estero.

L’estetica del tango primitivo cayengue era molto più spirituale e ancestrale, invece  il tango moderno adottava l’estetica parigina elegante e snob. L’esistenza di questa divisione però, non vuol dire che se esiste una non esiste l’altra. Ognuna si sviluppa all’interno di ogni stile di tango, implicitamente di ogni classe sociale, per arrivare alla creazione di un sistema di incorporazione. Tale sistema è inteso come fenomeno tanghero perché il tango è quello che assorbe il gusto della cultura egemonica (Daniel Alejandro Stern, Cultura popular y hegemonía. Una aproximación al tango in << La cultura de la cultura en Mercosur, Primer Congreso Internacional>>, Salta, Secretaria de la cultura. Direccion general de acción cultural, 2004, vol. I, pp. 211-221.) e non viceversa.
Come per la storia di Buenos Aires, il tango è definito da contraddizioni e paradossi.

Il fenomeno del tango nasce come una condizione urbana del popolo dove i gauchos, i marinai, i compadritos e gli immigrati hanno creato l’identità culturale, non solo di una città, ma di una intera società. Questi innovatori facevano parte della classe sociale dei lavoratori che abitavano nei sobborghi della città e che, per avere voce nella società, trovavano nel tango una cultura alternativa, un modo parallelo di identificarsi nell’interiore della cultura dominante argentina. Essa, sentendosi minacciata dal fenomeno, inizia a denigrarlo associandolo a prostituzione, delitto e povertà.

Comunque, il tango rappresentava per la classe bassa un modo di resistenza sociale contro la supremazia delle élite, una maniera di comunicare senza aver bisogno di parlare.

Quando si balla il tango, i ballerini entrano in uno stato particolare di coscienza in cui non si pensa, però si ascolta la musica e, attraverso il filtro del senso, si lasciano guidare dall’istinto.

Per riuscire a ballare un buon tango, e dunque per comunicare, la razionalità del pensiero è latente.

Fonte: http://www.academia.edu

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