Canaro e la Comedia Musical Porteña

Nei primi anni de la Comedia Musical Porteña, (1920-1950), in cui Canaro ebbe successo, i personaggi avevano il marchio della sainete (breve componimento drammatico spagnolo, spesso giocoso, in un solo atto, solitamente accompagnato da musica strumentale in funzione contrappuntistica e da danze) nel loro personaggio, la scena era strapiena, molto luminosa e gli artisti dovevano essere molto duttili; sapere come cantare, recitare e ballare con un ottimo livello professionale, e tra gli attori del tempo non era molto comune fare le tre arti con dignità. Ogni scena si concludeva con un tema musicale, spesso composto espressamente e la performance finale si chiudeva con l'intero cast che partecipava completamente ad alti livelli. Sebbene ciò che contava era chiaramente il tango, altri ritmi, come ad esempio zambas, rumba, valzer o zarzuela, potevano essere inclusi senza pretese. Il testo passò attraverso l'acuta satira sociale, portando una stessa trama per tutto lo spettacolo (a differenza del la Revista Porteña, che intercalava scene di situazioni scollegate tra loro sotto il profilo argomentativo).
A don Francisco Canaro si devono i seguenti brani de la Comedia Musical Porteña, vale a dire:

"Nobleza de Arrabal" sui testi di Juan Andrés Caruso. Il pezzo è stato presentato al Teatro Variedades, l'8 ottobre 1919. Lì debuttò il tango "Sentimiento gaucho" e, appunto, "Nobleza de arrabal".
Poi si è dovuto aspettare fino al 17 giugno 1932 per vedere Canaro presentare "La
muchachada del centro", di Ivo Pelay e un cast di personaggi famosi: Tita Merello, Elsa O'Connor, Tito Lusiardo, Francisco Alvarez, Ernesto Famá e molti altri artisti.

La terza commedia musicale porteña di Canaro fu presentata il 17 luglio 1934, presso il Teatro Sarmiento, : "La canción de los barrios",  con Manuelita Poli, Francisco Charmiello, Francisco Alvarez e Ignacio Corsini, tra gli altri,
Il 26 giugno 1935 fu presentato in anteprima "Rascacielos", con María Esther Gamas, Dringue Farías e Ernesto Famá nei ruoli principali. La sua prima fu però colpita dalla tragica morte di Carlos Gardel.

Poi fu la volta de "La Patria del Tango" con la sceneggiatura di José González Castillo e la collaborazione di Antonio Botta e Luis César Amadori. La sua prima avenne al Teatro Buenos Aires nel 1936, raggiungendo le 500 rappresentazioni. Poi fu il momento dei tour. Nell'elncosi distinguevano Paquita Garzón, María Esther Gamas, Margarita Padin, Severo Fernández, Roberto Agustin Irusta Fugazot, Oscar Villa "Villita", tra gli altri. I brani presentati furono: "La Marcha Cordial", il vals "Cariño", la ranchera "El bichito del Amor", "Qué le importa al mundo", il tango "El Porteño", "La polca del Espiante", "Como te Quiero" e "Estampa Gaucha",  un pericón che ballò l'intera compagnia come tocco finale del lavoro. Canaro desiderava portare il lavoro in Spagna in modo tale da far conoscere, attraverso la sua musica, l'idiosincrasia del popolo argentino, ma la guerra civile spagnola troncò il suo desiderio. In ogni caso il successo risuonava, ormai, in tutta l' Argentina e nella Repubblica dell'Uruguay.

Era il 1937 quando "Mal de amores", di Ivo Pelay, finì nel dimenticatoio senza il favore del pubblico. Fu presentato al Teatro Politeama, che si ubicava in Av. Corrientes 1490, all'angolo di Paraná. Il cast era composto da Paquita Garzón, Agustín Irusta, Roberto Fugazot e Ángel Magaña, tra gli altri. Raggiunse solo 250 rappresentazioni e fu tolto dalla programmazione.
Nel 1939  "El muchacho de la orquesta" al teatro El Nacional, con Pepita Muñoz, Leon
Zarate, Ernesto Fama e Francisco Amor. Iniziava il suo lavoro teatrale Mariano Mores, che dopo dieci anni  sarebbe diventata una delle migliori continuazioni de la Comedia Musical Porteña.


Nel 1941 il ballerino Benito Bianquet, meglio conosciuto come "El Cachafaz", fu la figura principale della commedia "La historia del tango". Si esibì anche Eduardo Adrián e la coppia di Miguel Bucino e Beba Bidart.
Arrivò il 1943; Canaro e Ivo Pelay scrissero il libretto  "Buenos Aires de ayer y de hoy" ("Buenos Aires di ieri e di oggi"), sempre con Tita Merello, Eduardo Adrián e altri artisti.
Verso il 1944 realizzarono nel teatro Presidente Alvear "Dos corazones", con Tita Merello, Pedro Quartucci, Elena Lucena, Carlos Roldán e Chola Luna.
"El tango en París" del 1945, fu un adattamento del lavoro di Enrique Suárez Velloso, che realizzò Canaro con Mariano Mores. Così arrivò il tango campero "Adiós, pampa mía".
Seguirono nel 1946 "La canción de los barrios", con Virginia Luque, e nel 1947 "Luna de miel para tres", con un'atmosfera messicano-argentina e l'esibizione di Jorge Negrete.

In "Con la música en el alma", di Omero Manzi, ha debuttò Andresito Poggio (Toscanito).
Nel suo matrimonio d'oro come artista, Canaro mise in scena "Tangolandia", da un libro di Ivo Pelay e diretto da Tono Andreu, María Esther Gamas e Tito Lusiardo.

 

 

 

 

 

 

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