El choclo , tango

 El choclo

 Tango criollo 1903
Musica e testo di: Angel Villoldo
(prima versione )

Testo originale

De un grano nace la planta
que más tarde nos da el choclo
por eso de la garganta
dijo que estaba humilloso.
Y yo como no soy otro
más que un tanguero de fama
murmuro con alborozo
está muy de la banana.
Hay choclos que tienen
las espigas de oro
que son las que adoro
con tierna pasión,
cuando trabajando
llenito de abrojos
estoy con rastrojos,
como humilde peón.

De lavada enrubia
en largas quedejas
contemplo parejas
si es como crecer,
con esos bigotes
que la tierra virgen
al noble paisano
le suele ofrecer.

A veces el choclo
asa en los fogones
calma las pasiones
y dichas de amor,
cuando algún paisano
lo está cocinando
y otro está cebando
un buen cimarrón.
Luego que la humita
está preparada,
bajo la enramada
se oye un pericón,
y junto al alegro,
de un rancho deshecho
surge de algún pecho
la alegre canción.

 

La pannocchia

Da un chicco nasce la pianta
che poi ci da la pannocchia
per questo della gola
restava un umile gingillo.
Ed io che non son altro
niente più che un tanghèro famoso
critico con giubilo
è meglio della banana.

Hai pannocchie che contengono
le spighe d’oro
che sono quelle che adoro
con tenera passione,
quando lavorando
il ripieno di cardi
sta con gli avanzi,
come un umile contadino
Di un biondo sbiadito
in lunghi filari silenziosi
contemplo uniformi
se è come crescere,
con i suoi baffi
che la terra fertile
al nobile paesano
solitamente offre.

Al posto la pannocchia
arostisce nei focolari
calma le passioni
e felicità dell’amore,
quando qualche paesano
lo sta cucinando
e un altro si sta cibando
un buon selvatico.

Dopo che la “polenta”
è stata preparata,
sotto al pergolato
si ascolta un “musica popolare”
ed insieme al brano,
da una fattoria abbandonata
sgorga da qualche petto
l’allegra canzone.

 El choclo – – Sopranome di un compadrito dai capelli giallo pannocchia
 Tango 1903 – 1935
Musica di: Angel Villoldo
Testo di: Juan Carlos Marambio Catán
( seconda versione )

Vieja milonga que en mis horas de tristeza
traes a mi mente tu recuerdo cariñosa,
encadenándome a tus notas dulcemente
siento que el alma se me encoje poco a poco.
Recuerdo triste de un pasado que en mi vida,
dejó una página de sangre escrita a mano,
y que he llevado como cruz en mi martirio
aunque su carga infame me llene de dolor.

Fue aquella noche
que todavía me aterra.
Cuando ella era mía
jugó con mi pasión.
Y en duelo a muerte
con quien robó mi vida,
mi daga gaucha
partió su corazón.
Y me llamaban
el choclo compañero;
tallé en los entreveros
seguro y fajador.
Pero una china
envenenó mi vida
y hoy lloro a solas
con mi trágico dolor.

Si alguna vuelta le toca por la vida,
en una mina poner su corazón;
recuerde siempre
que una ilusión perdida
no vuelve nunca
a dar su flor.

Besos mentidos, engaños y amarguras
rodando siempre la pena y el dolor,
y cuando un hombre entrega su ternura
cerca del lecho
lo acecha la traición.

Hoy que los años han blanqueado ya mis sienes
y que en mi pecho sólo anida la tristeza,
como una luz que me ilumina en el sendero
llegan tus notas de melódica belleza.
Tango querido, viejo choclo que me embarga
con las caricias de tus notas tan sentidas;
quiero morir abajo del arrullo de tus quejas
cantando mis querellas, llorando mi dolor.

 

Vecchia milonga che nelle mie ore di tristezza
riporti alla mia mente il tuo affettuoso ricordo,
incatenandomi dolcemente alle tue note
sento che l’anima mi si accosta poco a poco.
Ricordo triste di un passato che nella mia vita,
lasciò una pagina di sangue scritta a mano,
e che portata come una croce nel martirio
anche se su un carico infame riempie di dolore.
Fu quella notte
che ancora mi terrorizza.
Quando lei era mia
giocò con la mia passione.
E in un duello a morte
con colui che mi rubò la vita,
il mio coltello “gaucho”
spaccò il suo cuore.
E mi chiamavano
il compagno “choclo”;
sparlai nelle loro zuffe,
sicuro e combattivo.
Ma una meticcia
avvelenò la mia vita
ed oggi piango da solo
con il mio tragico dolore.

Se qualche volta ti interessa nella vita,
in una donna mettere il suo cuore;
ricorda sempre
che un' illusione persa
non ritorna mai
a dare il suo fiore.
Baci menzonieri, inganni ed amarezze
volteggiano sempre con la pena ed il dolore,
e quando un uomo lascia la sua tenerezza
vicino al capezzale
lo minaccia il tradimento.

Adesso che gli anni mi hanno già sbiancato le tempie
e che nel mio petto si annida solo la tristezza,
come una luce che mi illumina il sentiero
giungono le tue note di melodica bellezza.
Amato tango, vecchio “choclo” che mi pervade
con le carezze delle tue note tanto sincere;
voglio morire sotto della cantilena dei tuoi lamenti
cantando le mie questioni, piangendo il mio dolore.

 El choclo

(versione più famosa)

Letra: Enrique Santos Discépolo
Música: Ángel Villoldo

Con este tango que es burlón y compadrito
se ató dos alas la ambición de mi suburbio;
con este tango nació el tango, y como un grito
salió del sórdido barrial buscando el cielo;
conjuro extraño de un amor hecho cadencia
que abrió caminos sin más ley que la esperanza,
mezcla de rabia, de dolor, de fe, de ausencia
llorando en la inocencia de un ritmo juguetón.

Por tu milagro de notas agoreras
nacieron, sin pensarlo, las paicas y las grelas,
luna de charcos, canyengue en las caderas
y un ansia fiera en la manera de querer…

Al evocarte, tango querido,
siento que tiemblan las baldosas de un bailongo
y oigo el rezongo de mi pasado…
Hoy, que no tengo más a mi madre,
siento que llega en punta 'e pie para besarme
cuando tu canto nace al son de un bandoneón.

Carancanfunfa se hizo al mar con tu bandera
y en un pernó mezcló a París con Puente Alsina.
Triste compadre del gavión y de la mina
y hasta comadre del bacán y la pebeta.
Por vos shusheta, cana, reo y mishiadura
se hicieron voces al nacer con tu destino…
¡Misa de faldas, querosén, tajo y cuchillo,
que ardió en los conventillos y ardió en mi corazón.

 

Con questo tango che è burlone e malandrino

si alzò in volo l'ambizione del mio sobborgo.

Con questo tango nacque il tango e come un grido

salì dal sordido barrìo cercando il cielo.

Richiamo magico di amore e di cadenza

ha aperto strade illuminato di speranza,

misto di rabbia, dolore, fiducia e solitudine,

piangendo nell'innocenza di un ritmo senza età.

Dalle tue note son nati per incanto

le donne forti e prepotenti e le donnacce,

la luna nelle pozzanghere, il canyengue nei fianchi,

e un'ansia fiera nel modo d'amare.

All’evocarti, tango mio caro,

sento vibrare il pavimento di una bailonga (milonga):

e riaffiorare alla mente il mio passato.

Ancora oggi, che non c'è più mia madre, mi par di

sentirla avvicinarsi in punta di piedi per baciarmi

quando il tuo canto nasce al suono di un bandoneón.

Caracanfunfa attraversò i mari con la tua bandiera,

e in un "pernod" mescolò Parigi con Ponte Alsina,

triste compagno di magnacci e belle gnocche,

a braccetto con ricconi e fanciullette.

E fu così che la ragazza per bene, il poliziotto,

il farabutto e la sventura nacquero insieme

con il tuo destino.

Povere vesti, indole focosa, coltello in tasca,

ardesti nei conventillos, come ora ardi nel mio cuore!


La storia

da Tratto da: El tanguero – tango magazine

Qualsiasi passeggiata retrospettiva per le strade funamboliche del tango deve culminare con un appuntamento con Angel Villoldo (1864- 1919).Quest'uomo dai baffi frondosi e dal cappello minuto fece di tutto nella sua vita : da "changuero" (colui che fa lavoretti occasionali) a musicista, da "cuarteador" (colui che ,col proprio cavallo, aiutava i tram a superare le salite) di tram a trazione animale a tipografo, da pagliaccio di circo a cronista di giornale. Di questo Angel Villoldo ,"criollo" (cioè nato a Buenos Aires ma da famiglia europea), corretto e tranquillo , che si mosse tra guappi senza essere guappo e fu rispettato,  dobbiamo dire che, se non fù il creatore del tango-canciòn …ne fù almeno il profeta.

Giullare fuori di secolo

Villoldo riempie , in maniera singolare, la transizione della melodia portegna (di Buenos Aires) agli albori del Novecento. Si dedicò il personaggio, come si è detto , a molte occupazioni diverse; ma la cosa certa è che , in ogni occasione e in imponderabile misura, si dedicò interamente al lirismo popolare di Buenos Aires, dove nacque nel 1864 e morì nel 1919.  "Cuarteador" nel quartiere di Barracas, dalla groppa del suo robusto cavallo, tra 2 canticchiatine e una sellata, dette forma a un nuovo tango. tango all'inizio del secoloSuonando una chitarra alla quale fissava una armonica che gli arrivava all'altezza delle labbra,  si presentava sul piccolo palco di un caffè-concerto del quartiere La Boca e offriva un  tango di sua produzione agli eterogenei clienti , che , impazziti di piacere, lo accompagnavano con i piedi sul pavimento e con i pugni sui tavoli, mentre le cameriere battevano sui vassoi con le nocche delle dita. Suonava il tango , lo cantava e lo ballava. Quando nel lontano vecchio mondo si era cancellato ogni eco millenario dei giullari, Buenos Aires , la giovane, ebbe questo giullare fuori di secolo. Con la sua chitarra, la sua armonica, la sua voce, il suo fischiare picaresco, le sue gambe impazienti e la sua immaginazione pronta ;  con il suo girovagare parallelo a quello degli organetti a rullo che passeggiavano per la città le sue stesse melodie…Giullare da Cosmopoli, con il portamento ben creolo ;  con i baffoni ben tirati o cadenti –   a seconda che si trovasse in situazioni favorevoli o contrarie- ; con il piccolo cappello tirato leggermente indietro. In una mano la chitarra , nell'altra il piattino. A volontà, la mancia…. per mettere insieme monete per comprarsi il "puchero"(brodo di carne, verdure ,"choclo" (mais) ecc.) , ma onorevolmente. Dava per centesimi di peso le primizie di ciò che sarebbe divenuto immortale.

"Danza creola" per clientela di lusso

Nel 1903 intona le sue strofe e recita le sue prose ritmiche dal palchetto del "Concierto Varieté " ,in Via Rivadavia 1200 ("ingresso libero e consumazione obbligatoria"). Tra un numero e un altro, Villodo non smette di immaginare ritmi tangheri. Quella sera di fine ottobre, dopo il suo lavoro al Varieté, si trova con i gomiti appoggiati a un banco-vetrina di un bar di Via Carabelas (una stradina del centro , senza uscita) e sta Risultati immagini per roncallo tangocompletando , nella sua immaginazione, il brano che lo appassiona. Entra in quel momento il pianista José Luis Roncallo , che dirige l'orchestra classica dell'aristocratico Ristorante Americano , situato a pochi passi da lì , in Via Cangallo. " Vieni"  gli dice Villoldo ,dopo il saluto , e se lo porta nel retrobottega.

" Ascolta questo ".   E gli fa ascoltare alla chitarra il tango che aveva appena composto.

" Chè te ne pare ? "

" Tra il meglio che hai composto ! Bisogna scriverlo subito !"

" E tu lo suonerai per la prima volta ?" E Roncallo , con un gesto quasi di spavento :

"Io ? Sei pazzo ?  Con l'orchestra classica e nel Ristorante Americano , dove va tutta la "crema" di Buenos Aires?  Amico !…. Un tango !…. Lì è una parolaccia !"

Però, mentre Villoldo sta strimpellando un'altra volta la sua composizione, Roncallo , conquistato dalla musichetta così intrigante, cambia la sua espressione , illuminato da una idea : " Aspetta ….

E chi mi obbliga a dichiarare che è un tango ?….Annuncio il pezzo come "danza creola" ! A proposito…come si chiama ?"

" L'ho chiamato "El Choclo". Mi è piaciuto veramente dalla prima nota. E dato che per me el choclo (la pannocchia di mais) è la parte più buona del " puchero"….

" Il nome ci stà bene per suonarlo in un ristorante."

" Qualcosa in più di un "bel tanghetto"

Risultati immagini per Angel Villoldo Il 3 novembre 1903 , tra il repertorio musicale che allietò una delle splendide cene del Ristorante Americano, figurò El Choclo.   Come "danza creola" , per non farsi scoprire dal padrone del locale e per non allarmare le distinte dame convitate. I cavalieri non sarebbero stati allarmati dalla verità , perché avevano dimestichezza  con il  tango, in altri luoghi , però con altro tipo di "dame". E che successe ? Che alla fine, dame e cavalieri applaudirono di cuore la piacevole "danza creola". E resero innocuo l'eufemismo, perché , le sere successive, reclamarono che continuassero a suonare "il bel tanghetto"….. A quegli eletti commensali di più di un secolo fa nel Ristorante Americano di Buenos Aires vanno queste parole di omaggio: Dame e Cavalieri, grazie per  aver applaudito il debutto di un "bel tanghetto" che si è convertito in contagiosa melodia immortale e che rappresenta l'argentinità perfino nel più remoto confine del mondo.

di Alberto Valente (sulla traccia di un testo di F.G.Jimenez del 1965)


Interpreti

Ángel Vargas cantò questo tango sul testo di Marambio Catán con la grande l'orchestra di Angel D'Agostino. il Testo scritto per Discepolín nel 1947 fu pubblicato nello stesso anno per la famosa cantante Libertad Lamarque nel film Gran casino del regista messicano Luis Buñuel. Altra grande interprete di questo pezzo fu Tita Merello, che lo incluse come parte integrante del suo repertorio principale. Un'altra grande orchestra che ha interpretato questo pezzo è quella di Francisco Canaro . L'orchestra di Juan D’Arienzo incisè El Choclo in due versioni.

Nel 1952 La melodia fu adattata per il testo scritto da Lester Allen e musica di Robert Hill con il titolo Kiss of Fire (1952), che comunque hanno entrambi riconosciuto la paternità della partitura e del testo originale a Angel Villoldo. I cambiamenti fatti si riferiscono a due cambi di battuta di ritmo nella prima parte, aggiungendo un fraseggio di ispirazione Flamenco nella seconda e eliminarono completamente la terza.

Nel 19 marzo del 1955, Louis Armstrong incise Kiss of Fire (nel disco edito da Decca n. 28.177, pubblicato in Argentina come Decca n. 333.317, e in quella occasione si citò esplicitamente come autore Angel Villoldo, Marambio Catán e Santos Discépolo).

 

Sempre nel 1955 questa versione ispirò un film omonimo del regista Joseph M. Newman e interpretato da Jack Palance e Barbara Rush tratto da un romanzo di di avventura di Jonreed Lauritzen.

Nel film di Ken Russell, Valentino (film 1977), Rudol'f Nuriev balla un tango con una coreografia definita da alcuni critici piuttosto eterodossa. (wikipedia.org)


El choclocuriosità
 
{La pannocchia}, musica e primi versi composti dal chitarrista, armonicista, cantante, cavallerizzo, mandriano, clown, tipografo, scrittore e dongiovanni Angel Gregorio Villoldo fra il 1898 e il 1903, Argentina. Lo spartito per pianoforte viene pubblicato nel 1903 dall’editore Rivarola di Buenos Aires; la composizione vi è definita come «Tango criollo» ed è dedicata a José Luis Roncallo, direttore dell’orchestra che il 3 novembre 1903 esegue la composizione nel ristorante El Americano, nel centro di Buenos Aires.
Del 1911 è l’edizione parigina di Édouard Salabert per piano e orchestra; El choclo è qui presentato come «Le vrai tango argentin». Il testo che conosciamo è stato aggiunto molto più tardi, negli anni quaranta, da Enrique Santos Discépolo con la collaborazione di Juan Carlos Marambio Catán.
 
Rudolf Nureyev (nel ruolo di Rodolfo Valentino) e Anthony Dowell (nel ruolo di Vaclav Nižinskij, star dei Ballets Russes) danzano El choclo nel film Valentino di Ken Russell, 1977.
Choclo sta per “pannocchia”, allusione all’organo sessuale maschile che tradisce le origini volgarucce del tango e le fantasie postribolari di cui la danza si fa metafora. El choclo è con molta probabilità il passaporto del tango in Europa: di certo uno dei primi motivi a sfondare in Francia, dove il tango viene accolto con entusiasmo e inizia la sua carriera internazionale. La nuova moda non passa inosservata fra governanti e intellettuali. Il Kaiser Guglielmo II e Luigi di Baviera giudicano il tango troppo indecente, e quindi indegno di essere danzato da chi indossi l’onorata uniforme militare. Di opposto parere, George Bernard Shaw dichiara: «Il tango è l’unico ballo di società che meriti l’appellativo di danza.» Nel 1912 El choclo comincia a spopolare anche negli Stati Uniti, grazie a una incisione della Victor Orchestra. Negli anni quaranta e cinquanta il brano si modernizza: Stan Kenton ne dà una fiammeggiante lettura jazzistica (1942) per big band; dieci anni dopo, Georgia Gibbs ne fa un aggressivo pezzo da hit parade.
 
 
L’11 gennaio 1914 esce in Italia lo sprezzante manifesto di Marinetti contro il tango e il Parsifal wagneriano.
F.T. Marinetti, Abbasso il Tango e Parsifal!, Milano, Direzione del Movimento Futurista, 1914.

 

Riproduciamo qui integralmente la prima parte, cioè l’invettiva che riguarda il tango: precisando subito che a Marinetti preferiamo il tango e Wagner.
 
 
 
Un anno fa, io rispondevo ad una inchiesta del “Gil Blas” denunciando i veleni rammollenti del tango. Questo dondolío epidemico si diffonde a poco a poco nel mondo intero, e minaccia di imputridire tutte le razze, gelatinizzandole. Perciò noi ci vediamo ancora una volta costretti a scagliarci contro l’imbecillità della moda e a sviare la corrente pecorile dello snobismo.
 
Monotonia di ànche romantiche, fra il lampeggío delle occhiate e dei pugnali spagnuoli di De Musset, Hugo e Gautier. Industrializzazione di Baudelaire, Fleurs du mal ondeggianti nelle taverne di Jean Lorrain, per voyeurs impotenti alla Huysmans e per invertiti alla Oscar Wilde. Ultimi sforzi maniaci di un romanticismo sentimentale decadente e paralitico verso la Donna Fatale di cartapesta.
 
Goffaggine dei tango inglesi e tedeschi, desideri e spasimi meccanizzati da ossa e da fracs che non possono esternare la loro sensibilità. Plagio dei tango parigini e italiani, coppie-molluschi, felinità selvaggia della razza argentina stupidamente addomesticata, morfinizzata e incipriata.
 
Possedere una donna, non è strofinarsi contro di essa, ma penetrarla.
 
Barbaro!
 
Un ginocchio fra le coscie? Eh via! ce ne vogliono due!
 
Barbaro!
 
Ebbene, sì, siamo barbari! Abbasso il tango e i suoi cadenzati deliqui. Vi pare dunque molto divertente guardarvi l’un l’altro nella bocca e curarvi i denti estaticamente l’un l’altro, come due dentisti allucinati? Strappare?… Piombare?… Vi pare dunque molto divertente inarcarvi disperatamente l’uno sull’altro, per sbottigliarvi a vicenda lo spasimo, senza mai riuscirvi?… o fissare la punta delle vostre scarpe, come calzolai ipnotizzati?… Anima mia, porti proprio il numero 35?… Come sei ben calzata, mio sooogno!… Anche tuuuu!…
 
Tristano e Isotta che ritardano il loro spasimo per eccitare re Marco. Contagocce dell’amore. Miniatura delle angoscie sessuali. Zucchero filato del desiderio. Lussuria all’aria aperta. Delirium tremens. Mani e piedi d’alcoolizzati. Mimica del coito per cinematografo. Valzer masturbato. Pouah! Abbasso le diplomazie della pelle! Viva la brutalità di una possessione violenta e la bella furia di una danza muscolare esaltante e fortificante.
 
Tango, rullio e beccheggio di velieri che hanno gettata l’ancora negli altifondi del cretinismo. Tango, rullio e beccheggio di velieri inzuppati di tenerezza e stupidità lunare. Tango, tango, beccheggio da far vomitare. Tango, lenti e pazienti funerali del sesso morto! Oh! non si tratta certo di religione, di morale, né di pudore! Queste tre parole non hanno senso, per noi! Noi gridiamo Abbasso il tango! in nome della Salute, della Forza, della Volontà e della Virilità.

 


Alcune delle incisioni più famose de "El Choclo"

Strumentali

  • Orchestra Osvaldo Fresedo (1947)
  • Orchestra Alfredo De Angelis (1952+1971)
  • Orchestra Juan D'Arienzo (1937+1948+1954+1963)
  • Orchestra Carlos Di Sarli (1953+1954)
  • Orchestra Tipica Victor (1929)
  • Cuarteto Roberto Firpo (1940)
  • Quinteto Roberto Firpo (1959)
  • Quinteto Don Pancho (Canaro) (1937)
  • Quinteto Pirincho (Canaro) (1959+1961)
  • Orchestra Miguel Calò (1964)

Cantate con testo di J.C. Marambio Catàn

  • Orchestra di Angel D'Agostino con la voce di Angel Vargas (1941)

Cantate con testo di E.S.Discepolo del 1947

  • Orchestra di Francisco Canaro con la voce di Alberto Arenas (1948)
  • Orchestra di Francisco Canaro con la voce di Tita Merello (1954) Orchestra di Anìbal Troilo con la voce di Raùl Beròn (1952)

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